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Calibro 35, le foto e il report del concerto di Torino del 20 febbraio 2020

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Finalmente i Calibro 35 arrivano a Torino, il 20 febbraio 2020 all’Hiroshima Mon Amour. Sesta tappa di questo tour, che sempre più afferma l’ascesa di questo gruppo, che col loro ultimo album, “Momentum”, segnano non solo una nuova fase, ma si consacrano tra le band più interessanti della scena musicale contemporanea nostrana.

Ad accoglierci un’atmosfera underground ed una sala piena di gente in trepidante attesa. Un palco scarno, nessuna scenografia, solo quattro lampioni ad illuminare i musicisti che per più di un’ora e mezza hanno intrattenuto il pubblico accompagnando lo spettatore in una dimensione altra, fatta di immagini, storie, vite vissute o giorni ancora da disegnare. Quella ricerca di suoni che sembravano un ritorno al passato, e che per un decennio aveva caratterizzato la band, in quest’album invece, lasciano spazio a sound più contemporanei. Un sapiente mix di approcci che vanno dal funk da poliziesco anni ’70, all’hip-hop, passando dal blues e arrivando al jazz sperimentale non tralasciando mai l’anima rock che unisce i quattro musicisti.

Una vocina robotica fa da intro allo spettacolo portando l’attenzione del pubblico sul palco che inizia ad accendersi all’arrivo di Enrico Gabrielli, Massimo Martellotta, Fabio Rondanini e Luca Cavina, artisti molto potenti nella loro singolarità. Tutti i componenti dei Calibro 35 infatti, portano avanti progetti paralleli, ma nel ritrovarsi incarnano l’esempio di come si possa riuscire a produrre musica che mette insieme generi diversi attraverso un nuovo e sapiente utilizzo dell’elettronica, suonata dal vivo senza l’aiuto di campionamenti dal nostro Gabrielli.

Si inizia subito con “Gloryfake” e avanti così in una escalation sempre più incalzante dove la batteria di Rondanini fa da regina. Guardandomi intorno, riesco ad intravedere nel buio della sala, le facce del pubblico, entusiasta e meravigliato dalla potenza di uno spettacolo così semplice ma assolutamente efficace e che ha tenuto tutti in sospeso nell’attesa di ascoltare dove ci avrebbe portato la prossima nota. Un plauso particolare va ad Enrico Gabrielli che ha ancora una volta dimostrato di essere un ottimo polistrumentista. Durante la presentazione del gruppo non poteva mancare Tommaso Colliva, al mixer, nonché produttore e fautore di questo progetto, iniziato ormai più di dieci anni fa. L’ultima parte del set è tutta dedicata ai classici, “Arrivederci e grazie”, “Giulia mon amour”, per poi concludere con “Notte in Bovisa”.

Ai Calibro 35 va sicuramente il merito di aver contribuito al recupero di un patrimonio musicale pressoché sconosciuto ai più, ridando respiro ad un genere che rischiava di esser dimenticato, rendendolo profondamente attuale e lasciando un pubblico soddisfatto di aver assistito ad una performance non solo sonora, ma che in realtà lascia più di quanto le parole possano esprimere.

Foto a cura di Franco Rodi

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