Interviste

Area Covid-19: Francesco Magnelli

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Ho avuto il piacere di passare un po’ di tempo al telefono con Francesco Magnelli e devo dire che già l’idea di per sé mi metteva abbastanza in soggezione in quanto prima che operatrice dello spettacolo, sono una sua devota fan. La prima cosa che mi premeva chiedere è come stessero lui e Ginevra Di Marco, che attualmente stanno trascorrendo questo periodo in casa, con i loro tre figli, attività che li impegna molto, tra la didattica online e i progetti artistici che nonostante tutto stanno portando avanti e con forza.

All’inizio, non è stato facile, ci sentivamo spaesati, la nostra prima risposta come persone ed artisti è stata quella di non far nulla e di assistere da esterni aspettando l’evoluzione degli eventi”. La seconda curiosità riguardava il loro punto di vista su ciò che sta accadendo sui social, tra dirette streaming e i vari progetti che si stanno portando avanti. Su questo Francesco si è mostrato molto fermo e chiaro nel condividere la posizione presa sin da subito anche da Nick Cave, ovvero quella di fermarsi per riflettere e mettere in campo strategie utili affinché tutti gli operatori dello spettacolo, fermi da fin troppo tempo ormai, potessero riprendere le loro attività (pur attenendosi alle disposizioni del governo centrale e dalle varie regioni).

Francesco ha riaffermato la necessità, soprattutto in questo momento, di riscrivere regole basate su basi solide e del tutto nuove e che valgano anche e soprattutto nell’uso dei social. L’avanzare del progresso (con i free download) ha messo nel tempo in ginocchio le case discografiche, ed è ora di proteggere categorie che ancora nel 2020 rappresentano una forza lavoro senza alcuna tutela. In effetti Magnelli, mai come in questo periodo, si occupa, partecipando attivamente e appoggiandosi a note legali, di progetti e ricerca di soluzioni a tutela dei diritti degli artisti e operatori della musica. Mi racconta ancora Francesco, di come secondo il suo punto di vista, ora più che mai sia importante ripensare al concetto di comunità e di altruismo. E come dargli torto?

Diverse sono le proposte per tornare alla dimensione della musica live, tra cui i drive-in concert, o la proposta del pacchetto Netflix musica. Ho chiesto cosa ne pensasse e il concetto emerso più volte durante la conversazione è stato quello di non rinunciare all’idea di spettacolo all’aperto. L’estate si avvicina sempre più, stagione per eccellenza favorevole ai festival, e cercando di capire quali potessero essere le soluzioni per metter su uno spettacolo Magnelli mi prospetta l’opzione di ampi spazi, con posti a sedere a terra, distanziati tra loro a seconda delle norme vigenti, uno spettacolo senza palco, per abbattere i costi che al momento graverebbero troppo per mettere su uno spettacolo, e godersi l’esibizione come spesso è stato d’altronde già fatto.

Perché diciamocelo, per chi ama la musica, la privazione da un concerto pesa, e non solo per l’artista ma anche per chi ne fruisce, perché l’arte “è il cibo dell’anima, dice l’autore che continua affermando di come sia rimasto piacevolmente colpito dal senso civico dell’italiano medio (eventi straordinari a parte) e dall’impegno e senso di responsabilità riscontrato da parte dei nostri connazionali. Paura o senso civico? Entrambe, risponde, “molti hanno cercato di diffondere un clima di terrore lanciando notizie contrastanti, il che ha portato la gente in confusione e a cedere al panico di chi non sa cosa sta realmente accadendo attorno a sé e come comportarsi, e lo si nota dall’uso improprio, da parte di molti, dei dispositivi di sicurezza“. Ma oltre la paura c’è anche il rispetto. Verso le norme. Verso l’altro. Verso se stessi e la propria salute.

La distanza sociale, dicono gli esperti, è l’unico modo per non contagiarsi ma rischia di diventare un modus vivendi. A quanti di noi è capito di incrociare gente per strada ed istintivamente allontanarci dall’altro? Quella che prima era una distanza sociale ora è diventata anche una distanza personale. “La speranza è quella che quando questa crisi sarà finita potremo tornare ad abbracciarci“. Il Covid ci ha colpiti a 360 gradi costringendoci a far diverse rinunce. Ho chiesto cosa Francesco avesse riscoperto di essenziale durante questo periodo. Il messaggio che sta dietro ogni sua parola è l’essenza stessa dell’essere, quello che prima era irrilevante, o quasi, ha preso altra forma diventando necessario e le cose semplici, come una passeggiata, fondamentali per l’equilibrio psico-fisico. Facendo una disamina delle mancanze, come gli incontri con gli amici, altro tasto dolente un po’ per tutti, l’artista mi fa notare come il Covid non ci abbia solo tolto ma anche dato. Ci ha dato tempo. Tempo da passare con la famiglia, tempo da dedicare alla musica e tempo da dedicare a noi stessi per capire chi siamo come artisti e come persone.

Difficile parlare con uno che ha fatto la storia della musica senza accennare ai giovani esordienti. Come si diventa un Magnelli o una Di Marco? La risposta di Francesco anche qui è chiara e quasi paterna: “Oltre all’adrenalina che chi si affaccia alla musica ha, perché giovane e pieno d’energia e voglia di dire e fare, quello dell’artista è anche è soprattutto un mestiere che richiede dedizione, fatica e lavoro. Costante e quotidiano. E’ importante che ogni artista abbia chiara una propria direzione per capire chi è, cosa fa e che obbiettivi vuole raggiungere. E’ importante seguire le direttive del proprio manager, ma non troppo, per essere più consapevoli di ciò che si fa. Affidarsi alle persone giuste ma soprattutto riunirsi ad associazioni di categoria che li rappresentino e che s’impegnino alla loro tutela. Perché la musica non è un hobby ma un lavoro faticoso che va retribuito, preservato e rispettato. Rispetto delle persone che lavorano con noi e per noi affinché lo spettacolo possa riuscire. Probabilmente molti giovani, senza l’utilizzo dei social non avrebbero mai trovato spazi con le case discografiche, ma bisogna anche pensare e dare un valore al proprio talento, con un ritorno, soprattutto economico che i social non garantiscono”.

E allora qual è la soluzione? Il silenzio. Lasciamo per un po’ il mondo senza musica e cerchiamo di immaginarci un domani. “Al momento sono così immerso nel presente che non riesco a pensare ad un domani. Mi auguro solo che ci siano più certezze fondate su strutture reali come quelle su cui si stanno basando Francia e Germania”. Soluzioni immediate che comportino uscire per ritrovarsi seppur a distanza. Basta con la paura!

Il prossimo progetto di Magnelli vedrà coinvolti Ginevra Di Marco e Andrea Salvadori per una campagna di crowdfunding (produzioni dal basso) e s’intitolerà “Quello che conta”: un omaggio a Tenco. Gli artisti saranno accompagnati da un quartetto d’archi, i nostri tempi. “Quello che conta fu scritto con le musiche di Morricone e i testi di Falce, ci sembrava il giusto modo di ripartire, riprendendo un magnifico testo ma soprattutto un titolo che incitasse tutti“.

Foto: YouTube caption

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