Interviste

Area Covid-19: In June

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In occasione dell’uscita del nuovo singolo degli In June, intitolato “Home”, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con la giovane band romana che ci ha raccontato non solo qualche dettaglio in più su questo ultimo progetto, ma anche come hanno vissuto e come stanno tutt’ora vivendo questo momento storico così particolare.

Ciao ragazzi, come state? Ho appena finito di ascoltare il vostro ultimo, singolo “Home”. Volete raccontarci un po’ del vostro progetto e com’è per una band vivere il lockdown?
Ciao! Noi tutto bene. Gli In June nascono nel 2018 con il desiderio di dare vita ad un progetto originale che rispecchiasse i nostri gusti musicali, e quello che avete ascoltato in questi mesi è il frutto di tante esperienze live e tanto lavoro in studio. Per noi, il lockdown è stato comunque un periodo di lavoro, infatti “Home” è stata terminata durante la quarantena. Naturalmente, ci è mancato molto suonare insieme in sala prove e dal vivo, ma siamo riusciti ad essere produttivi insieme, anche a distanza.

Come mai la scelta di usare la lingua inglese?
Quella della lingua inglese non è stata propriamente una scelta, ma il risultato del nostro background musicale che ci ha sempre indirizzato verso il mondo e la cultura anglosassone.

Tornando ad “Home” la sensazione che mi ha accompagnata durante tutto l’ascolto è stata quella di déjà vu. Avere l’impressione di sentirmi in sintonia con chiunque od ovunque mi trovassi anche con cose o posti lontani da me. E’ questa per voi casa?
E’ proprio questa una delle sensazioni che volevamo trasmettere con il brano. Quello che più desideriamo è che chiunque l’ascolti possa viaggiare con la mente e ritrovarsi in un posto che per lui è casa. Per noi, è un posto in cui ci si sente felici, uno stato mentale, e non necessariamente un’abitazione o un luogo fisico.

Cosa vi aspettate dalla fase 3 ma soprattutto come immaginate il ritorno alla normalità? Secondo voi sarà possibile ritrovarsi presto sopra (o sotto) un palco?
Questo argomento ci è molto a cuore perché non vediamo l’ora di portare la nostra musica sul palco. Nonostante in questo momento sia difficile immaginarsi il ritorno alla normalità per quanto riguarda i concerti, siamo sicuri e speranzosi che si troverà un modo per poter tenere viva la preziosissima esperienza della musica live.

Fare uscire un singolo proprio in questo periodo credo voglia essere anche un messaggio verso chi “non sente” il fermo artistico come un vero e proprio problema. Come la pensate?
Sì, assolutamente! Questo lockdown non ha fermato ma alimentato il nostro processo creativo. Fare uscire due singoli durante questo periodo ci auguriamo possa aver rappresentato una speranza per tutti quelli che sono stati colpiti da questo fermo, artistico e non. Grazie mille, speriamo di incontrarci presto, magari sopra o sotto un palco!

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