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Interviste

Intervista a Ibisco, giovane artista bolognese dal cantautorato sporco e le sonorità d’oltremanica

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In questo periodo che ci ha lasciato orfani di grandi eventi, abbiamo colto l’occasione di esplorare tutta quella musica emergente di qualità che spesso viene inghiottita dal tourbillon delle uscite estive.

È il caso di Ibisco, alias del giovane bolognese Filippo Giglio classe 1995. Dalla provincia emiliana ci canta la malinconia della vita di chi ambisce alle luci di quelle città che hanno visto nascere la musica dei suoi idoli e invece si ritrova nella noia dei cessi del lavoro dipendente, atto necessario per guadagnare quei soldi che rubando il suo presente potrebbero comprare il suo futuro. Questi sentimenti nascono piano, quasi sottovoce ma esplodono in tonalità alte dai colori acidi, le tonalità lo-fi e il rumore di una foto sgranata.

Il video del suo singolo di debutto, Meduse, edito da V4V Records, ci porta in giro di notte per le vie della periferia di Bologna, come di qualunque città, quando ti ritrovi a cercare quello che in realtà, forse, è già dentro di te. Questo singolo anticipa l’album e ci immerge nel mondo del giovane artista bolognese, con sonorità cantautorali nostrane e un pizzico di folk straniero.

Il video è stato realizzato poco prima del lockdown sulla tangenziale di Bologna da Letizia Giorgio; un malinconico scenario in bianco e nero che ci accompagna lungo questo viaggio nella pianura Padana sulle note di Meduse.

Perché “Ibisco”? C’è un significato dietro?
Non c’è un significato particolare. Quando fu il momento di scegliere il nome pensai di optare per Giglio, il mio cognome, ma qualcuno lo stava già utilizzando. Poi un giorno è arrivato “Ibisco”, peraltro anch’esso un fiore. Mi ha da subito convinto, non mi stancava e aveva parecchie affinità rispetto alla mia ipotesi di partenza, ne è assonante e isotopico.

“Meduse” è la tua prima canzone come Ibisco. Un bel debutto. Sei nervoso? Hai molte aspettative?
Non sono nervoso, la vivo serenamente perché di base sono convinto del lavoro fatto. Le mie aspettative sono di natura artistica e umanistica, vorrei che le persone venissero travolte da una particolare sincerità che non sono in grado di trovare altrove.

C’è stato qualcos’altro prima del progetto? Prima di Meduse e di Ibisco?

Ho suonato in alcune band, sia di cover che di inediti, ma mai abbastanza a fuoco per poter perseguire obiettivi di lungo termine. Il progetto Ibisco è in cantiere da ormai 3 anni, il primo provino su garage band (per mobile) risale ad inizio 2017.

Nella tua canzone ho sentito tanta malinconia, ma ho faticato a collegarla a qualcosa in particolare. Di cosa, anzi, di quante cose parla “Meduse”?
Meduse parla di travagliate dipendenze. Non mi riferisco alla droga, ma ai rapporti difficili ed esistenzialmente complessi, alle situazioni in cui altalene emotive ci incollano alla vita e non ci fanno più muovere finché non le decifriamo. Ma non le decifriamo mai.

Tu sei originario della provincia bolognese. Quanto ha influito su di te orbitare intorno a questa città?
Parecchio, è una città che trasuda ispirazione e umanità terrena, quella che si manifesta la sera e ci cosparge di rimpianti mentre torniamo a casa in macchina (perché io vivo in provincia). Lucio Dalla per me è un grandissimo riferimento. 

La canzone ha delle sonorità molto comuni nella scena indie contemporanea. Tu però ti definiresti indie?
A livello artistico mi definirei indipendente, vorrei farmi quanto più possibile i c***i miei. A livello discografico oserei dire semi-indie. Se invece ci si riferisce al (non) genere indie non saprei, Meduse ha sicuramente qualche affinità con alcune cose successe negli ultimi anni a livello musicale in Italia, ma non solo. 

Chi ti ha ispirato a cominciare il progetto? È partito tutto da te o ci sono state delle “spinte” esterne?
Il progetto è partito da me ed è stato messo a fuoco insieme al mio produttore artistico Marco Bertoni, c’è voluto parecchio tempo prima che il lavoro ci convincesse a pieno, ma ora lo trovo stabile, longevo e al di là di qualsiasi aspettativa iniziale.

Meduse anticipa un album. Cosa dobbiamo aspettarci?
Meduse e il contrario di Meduse.

 

CREDITI
Video:
Regia: Letizia Giorgio
Assistente alla regia: Simone Gualtieri
Montaggio: Celine Roberti
Foto copertina: Luigi Rizzo

Brano:
prodotto da Marco Bertoni e Ibisco
mixato e masterizzato da Marco Bertoni al PS1 Studio Pubblico di Registrazione Gianni Gitti (Mercatale, BO)

Artwork: Corrado Grilli – www.instagram.com/corradogrilli

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