Interviste
Intervista a Isabella Turso, una delle più influenti pianiste classical new age italiane, recentemente uscita con l’album di inediti Big Break
Isabella Turso, pianista di origine classiche decisamente portata alla sperimentazione, ha affidato il suo Sliding Doors a Alex Uhlmann e Luca La Morgia per un remix e il risultato è un viaggio sensoriale fra suoni, tempo e spazio. Uscito il 26 Giugno, Sliding Doors – Uhlmann and La Morgia Remix, è perfettamente in equilibrio fra i due mondi: la sperimentazione elettronica e la pulizia del pianoforte classico. Il remix è uscito insieme al teaser del videoclip: immagini e musica avanzano insieme, in un crescendo costante che carica il video di energia e significato.
Il remix del tuo brano, Sliding Doors, a opera di Alex Uhlmann e Luca La Morgia, rappresenta letteralmente l’incontro tra due mondi: come è successo, e come si sono compenetrati questi due diversi universi?
Da tempo avevo intenzione di realizzare un remix in chiave dance e durante il lockdown ho avuto l’occasione di ascoltare il nuovo album in anteprima di Alex. Mi sono resa subito conto che anche lui, assieme al suo produttore La Morgia, stavano fondendo e rielaborando questi due stili, il neo classical-new age con l’elettronica. Ho riscontrato affinità che si sono confermate poi durante il lavoro di produzione del remix.
Questo non è un remix classico, uno di quei pezzi che si sentono quando andiamo a ballare, è una vera e propria ricerca sonora: ci sono strumenti a corda, accorgimenti rumoristici delicati, arpe, e voci rivisti in chiave moderna. Credo sia anche un pezzo da ascolto, oltre che da pista da ballo, forse più di altri. Tu che ne pensi?
Sì, hai perfettamente colto l’aspetto nuovo, diverso da ciò che siamo abituati ad ascoltare nei club, in discoteca. Forse qui abbiamo varcato la soglia della musica per le immagini, proprio grazie a quella ricerca di sonorità che uniscono l’elettronica ai suoni organici, veri. Un brano che possiamo ascoltare ad occhi chiusi comodamente seduti sulla nostra poltrona preferita, ma anche nei club e perché no, ad accompagnare una sequenza di immagini.
Affidare un brano a qualcun altro per un remix, per quanto si tratti di musicisti affermati e preparatissimi, dev’essere un po’ come affidare un figlio a una babysitter: speri che tutto vada bene, ma poi chi lo sa? Tu come ti sei sentita quando hai ascoltato il remix per la prima volta, e che effetto ti ha fatto l’idea di “dare” a qualcuno il tuo pezzo?
In realtà ho un rapporto un po’ particolare con i miei “figli”. Non sono possessiva, ho fiducia nelle persone con cui decido di collaborare e comunque in generale prevale la curiosità e la voglia di sperimentare. Non lascio proprio carta bianca, nel senso che mi piace spiegare e proporre la mia idea, mi confronto fino ad arrivare ad un punto comune. Sono soddisfazioni quando in quel punto ci riconosciamo entrambi.
Il video del brano mi ha ricordato Lucy di Besson: più la musica aumenta di intensità, più succede lo stesso per le immagini. Un po’ come la protagonista del film, che vede via via aumentare le sue funzioni cerebrali fino a diventare una creatura onnisciente e onnipresente. Cosa significano per tue quelle immagini, invece?
Si tratta di una escalation di situazioni di cui gradualmente cominciamo a perdere il controllo, l’energia che domina l’universo e di cui non possiamo fare a meno ci dà la spinta ma nello stesso tempo può farci perdere l’orientamento, il contatto con la materia, ci destruttura. Ma senza mai farci sparire del tutto. Lucy di Besson ha il dono dell’ubiquità, lei è ovunque, proprio come l’energia che ci circonda, scaturita da quel famoso Big Bang dove tutto inizia e tutto finisce.
Sliding Doors fa parte di Big Break, il tuo nuovo disco: ci puoi già raccontare qualcosa ?
Sliding Doors è il singolo che ha anticipato l’uscita dell’album Big Break, a fine maggio scorso. Ho realizzato anche un videoclip molto particolare durante il lockdown, al MUSE di Trento. La situazione era molto suggestiva e il video rispecchia pienamente il concetto che ruota attorno al brano, e più in generale attorno all’album. Big Break significa grande pausa, grande rottura, ma anche grande occasione. Un’occasione per dare una scossa a situazioni statiche e poco stimolanti. Nel video di Sliding Doors il filo rosso che esce dal mio pianoforte vibra e l’energia prodotta da questo movimento collega la musica all’anima di chi vuole ascoltare.
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