Interviste
Due chiacchiere con Francesco Gabbani in occasione della manifestazione di Deejay on stage a Riccione
Ho incontrato Francesco Gabbani in occasione della manifestazione di Deejay on stage a Riccione; è molto caldo e quando il suo manager mi chiama per dirmi che loro sono pronti, io sono in spiaggia. Che figuraccia, penso. Ma il tempo stringe e nonostante la mise non fosse delle migliori mi incammino verso il suo albergo.
Francesco è una persona gentile e molto disponibile (ndr anche il suo manager). Ci troviamo un posticino per una breve chiacchierata perché la giornata è molto intensa per Francesco e lo ringrazio per essersi ritagliato questo momento per me.
Partendo dal fatto che probabilmente ti avranno già chiesto di tutto sul look down, sul covid e su quello che è stato e come hai trascorso questo periodo di totale chiusura, vorrei farti qualche domanda per conoscere un pochino di più chi è Francesco Gabbani. Siamo molto curiosi. I tuoi sono numeri veramente incredibili, sei una persona amatissima che ha un grandissimo riscontro da parte di un pubblico molto vasto, la mia domanda è: chi è Francesco e chi è Gabbani? Questi due signori si conoscono? Si incontrano? Si piacciono?
Io, ovviamente, con poi tutte le sfumature del caso, tendenzialmente, credo, di aver impostato la mia produzione musicale, il modo di pormi nell’ambito, chiamiamolo dello spettacolo perché comunque quando sali sul palco sempre di finzione si tratta perché c’è ovviamente una messa in scena. Io, però, l’ho sempre impostata sul cercare di fare combaciare in realtà Francesco Gabbani pubblico, comunque artista, cantante, cantautore con il Francesco Gabbani privato. Ho voluto far combaciare il Francesco con il Gabbani anche per semplificare le cose perché poi fondamentalmente la musica che faccio io la reputo prima di tutto l’espressione di quello che sono e di quello che comunque è la mia vita vissuta, i miei punti di vista che poi diventano musica, diventano canzoni nella fattispecie. In realtà, io mi sento di dire che non c’è una grande differenza, a parte in alcuni particolari perché ripeto c’è una messa in scena. Faccio un esempio, l’esperienza e l’aspetto tecnico a volte vanno a compensare. Se devi fare un concerto e magari hai avuto una giornata storta dal punto di vista privato, nelle relazioni familiari o di qualsivoglia natura è ovvio che, in realtà, poi vai sul palco e metti in scena un qualcosa dove si devono rispettare dei crismi che ti sei posto, però, credo che nella migliore delle ipotesi combacino le due personalità.
Sei un polistrumentista, ti ho visto dal vivo a Bologna e mi sei piaciuto molto, hai portato un’energia pazzesca e sei veramente bravo. So che sei un intenditore di musica e hai fatto della musica la tua vita. Domanda cattivella: siamo sulla torre, che genere di musica buttiamo giù? Un genere che non ti ha mai fatto vibrare nessuna corda emozionale.
Cerco di risponderti in modo polite. Per quanto io rispetti, ovviamente, tutti i tipi di generi musicali perché mi basta che sia musica che nasce da una sincerità espressiva, e poi in realtà ho degli ascolti molto eterogenei nel senso che variano dal jazz al pop più becero, cioè, in mezzo ci sono tutti generi però se proprio devo sacrificare un genere musicale direi un genere che forse non lo so definire nemmeno bene, cioè, tipo l’hardcore, heavy metal hard quel genere dove il cantante usa il growl. Questo perché ho sempre avuto difficoltà ad emozionarmi tramite una musica che tendenzialmente ha un approccio aggressivo. Ecco se è molto aggressivo non arriva farmi vibrare. La buttiamo, in realtà, solo se sono messo alle strette perché rispetto chi la fa e che ne trae beneficio e gli piace e si emoziona.
Nella tua carriera hai numeri pazzeschi, vendite, streaming, visualizzazioni ecc ma c’è un album che avresti voluto scrivere? C’è qualcosa nel cassetto privato di Francesco Gabbani che magari è un po’ lontano dalla musica che i tuoi fans sono abituati ad ascoltare?
Album che avrei voluto scrivere? In realtà non ce n’è uno ma ce ne sono tanti e sono tutti i dischi che mi emozionano quindi sarebbe un elenco molto. Non ce n’è uno solo, soprattutto per uno come me che prende da tutto quindi è difficile fare una scelta così, una scelta che diventa estrema. Da un certo punto di vista, banalmente. se non parliamo dei dischi, posso identificare una canzone che è circoscritta alla storia della musica italiana ed è “Il Mio Canto Libero” di Battisti Mogol ma perché credo che sia la canzone che rappresenti bene il connubio di come si può essere giganteschi dal punto di vista emozionale ma in un modo semplice e che credo che sia la cosa forse più complicata da fare quando si scrive musica o comunque si scrivono canzoni.
Qualcosa di diverso effettivamente c’è e il cassetto, in realtà, è mezzo aperto. E’ una canzone che ho inserito nel mio ultimo album, in qualità di ghost track, come traccia fantasma, si intitola “L’amico Fritz” ed è particolare perché in realtà è differente delle altre cose che ho fatto. Parte da un modo di muoversi armonico e ha un andamento che richiama molto il jazz degli anni ’40 quindi lo swing, fast Wing . Direi che già ben rappresenta un modo lontano. E’ un modo che il mio pubblico ancora non conosce, quel mondo, quella sensibilità.
Può sembrare una domanda molto frivola ma la risposta potrebbe essere molto ampia. Quando sono venuta a fotografarti al tuo concerto a Bologna oltre alla tua bravura, ho notato striscioni femminili decisamente espliciti, ma molto espliciti (Francesco se la ride).
Come ti rapporti con queste avances esplicite e come ti rapporti con l’universo femminile?
In realtà rispetto ai complimenti me li prendo e ovviamente mi lusingano e soprattutto credo che lusinghino banalmente mia madre perchè se posso avere un fascino che magari arriva al pubblico femminile mi fa piacere. Senza ipocrisia dico anche che non credo di cavalcarla questa cosa più di tanto, cioè io comunque anche nel mio modo di usare la mia fisicità in quello che faccio è sempre in un modo molto spontaneo. Comunque ci tengo ad essere ben presentabile si però non è che mi metto lì a fare il figo (e ridiamo)
Che poi la mia idea, anche rispetto alle donne in generale, è che il segreto della bellezza è che non sia oggettiva ma riconducibile al fascino personale, dato dalla personalità, dal modo di essere. E’ un mix di cose. Non sono un fan della bellezza oggettiva, non mi affascina, non mi attrae. Credo che ci possono essere persone oggettivamente brutte che hanno un fascino e una bellezza incredibile e viceversa non per autocitarmi (e qui ce la ridiamo di brutto).
Mi fa piacere il fatto che ho degli apprezzamenti però non è che non mi viene da cavalcare l’onda o da marciarci sopra.
Il rapporto che ho con il mondo femminile è sicuramente di grande rispetto, la sensibilità femminile in generale sia i poi il motore di molte canzoni. Io fra l’altro sono uno che ha sempre avuto probabilmente la necessità di ritrovare nel rapporto con il mondo femminile in realtà, se vogliamo, anche un supporto. Paradossalmente i rapporti d’amicizia più importanti sono con delle donne.
Anche nel mondo dello spettacolo?
Nel mondo dello spettacolo meno perché in realtà io sono un po’ atipico e non delle grandi amicizie per ora all’interno del mondo dello spettacolo o almeno non ho avuto modo fino a questo momento di approfondire i rapporti di amicizia, dico in generale, tant’è vero che la mia attuale compagna Giulia con la quale sto benissimo, rappresenta per me, oltre che un legame sentimentale inteso uomo donna di coppia affettivo, anche una componente di grande complicità perché ho bisogno della sensibilità femminile del punto di vista femminile.
Ultima domanda perché il tuo manager mi ha chiesto di essere velocissima. Sei in giro con un tour acustico, Inedito Acustico per l’esattezza, dopo questo periodo che conosciamo tutti bene. Tu che porti un’energia sfrenata sul palco, questa volta i tuoi fans ti vedono in una veste inedita. Come rispondono a questi concerti?
Io credo che rispondano bene, per ora le date che ho fatto mi hanno regalato grandi emozioni perché ho visto, ho avvertito una risposta emozionale da parte del pubblico, torno a dire questa parola, sincera e autentica che credo sia cosa più importante. E’ sull’onda di un grande rispetto di circostanza, ovviamente sono concerti particolari perché partono anche con un assetto abbastanza inibito da parte del pubblico: rispettare la distanza, seduti, con le mascherine etc etc e quindi c’è un po’ di autocontrollo da questo punto di vista. Credo che ci sia una risposta in realtà positiva, sia, credo, come segno se vogliamo di gratitudine da parte loro perché ho scelto comunque di fare dei concerti anche se in un modo particolare, dimensione ristretta e via dicendo, però credo anche che questa dimensione inedita come dicevi tu prima, intesa come versione acustica, comunque faccio tutti i miei pezzi, credo che piaccia al pubblico perché è anche un modo per andare a spogliare a volte da quei sovra arrangiamenti che hanno le canzoni quando le produci e che ti fa perdere forse l’essenza della canzone e in questo modo credo che alle persone gli arrivi più l’anima vera della canzone nella sua semplicità.
Saluto Francesco Gabbani e lo ringrazio di cuore per la sua disponibilità e la sincerità con la quale si è concesso.
Di seguito le date dell’Inedito Acustico Tour
22 AGOSTO FOSSANO (CN) @ PIAZZA CASTELLO – SOLD OUT
29 AGOSTO ORTONA (CH) @ NON SOLO BLUES C/O PIAZZA SAN TOMMASO –
1 SETTEMBRE ROMA @ TEATRO ROMANO DI OSTIA ANTICA –
4 SETTEMBRE BRESCIA @ PIAZZA LOGGIA –
10 SETTEMBRE TAORMINA (ME) @ TEATRO ANTICO –