Interviste

Intervista a David Ramirez, la musica come elaborazione e possibilità di identificarsi

Published

on

 My Love Is A Hurricane” è l’album che sancisce il ritorno di David Ramirez, artista e compositore texano dalla carriera decennale, da subito inserito nel panorama cantautoriale folk a stelle e strisce. Pubblicato il 17 luglio, il nuovo disco, intimo e a tratti autobiografico, si affaccia su orizzonti sonori inediti, con strutture e sfumature inaspettate ed eterogenee. Ne abbiamo parlato proprio con lui, nella nostra intervista.


Vado dritta al punto, iniziando a parlare del tuo nuovo dis
co, “My Love Is A Hurricane. Possiamo definirlo un concept album? È anche intimamente autobiografico…

Sì, credo sia appropriato definirlo un concept album, essendo un viaggio attraverso la storia d’amore con una ragazza. Tutti i miei album sono molto intimi e molto autobiografici e “My Love Is A Hurricane” non si discosta da questo. Mi piace immergermi in una sorta di autoterapia che si attiva nella scrittura di canzoni. Non sono mai stato particolarmente bravo a scrivere “storie inventate”. Più i brani sono personali, più questo processo risulta efficace.  

Attraverso le dieci tracce, la scintilla segue varie fasi, dall’inizio alla fine della relazione. Anche la tua ispirazione ha seguito, passo dopo passo, la parabola della storia d’amore o è stata lo strumento successivo per metabolizzare il tutto?

L’album non segue una linea specifica. Avevo scritto sedici canzoni e ho scelto le dieci che preferivo per la versione finale. Non tutte le canzoni descrivono momenti specifici; la maggior parte riguarda la sfera dei sentimenti e dell’amore, nella mia concezione personale. Nonostante i testi possano sembrare molto intimi, non ho percepito la necessità – e ho pensato che non fosse nemmeno troppo giusto – tracciare i particolari della mia storia, passo dopo passo. Ciò che desidero è che le persone possano riconnettersi alla mia storia e trovare qualcosa che le rappresenti…Se andassi troppo nello specifico, risulterebbe più difficile per un ascoltatore provare questa sensazione.

Da un punto di vista di sound, è chiaro un cambio di direzione rispetto ai tuoi lavori precedenti. Da che cosa deriva? Ci sono dei riferimenti musicali da cui hai tratto ispirazione?

L’ispirazione è derivata completamente dal produttore Jason Burt. Sono un grande ammiratore del suo orecchio e del suo talento e mi sono affidato a lui affinché portasse le mie canzoni in territori mai esplorati ma comunque coerenti e accessibili. Era giunto il momento di cambiare direzione e, in questo modo, sono riuscito a divertirmi molto anche durante la registrazione. Le cose, prima, avevano iniziato ad apparire quasi ovvie e rischiavo di annoiarmi. Jason mi ha spronato ed accompagnato oltre a ciò che avevo sempre conosciuto e gli sarò sempre riconoscente per questo.

La parola “uragano” può essere interpretata in chiave positiva come reattore di energia e cambiamento, ma anche con accezione negativa, considerando le conseguenze distruttive. Come si conciliano questi due aspetti nel tuo album?

Canzoni come HelleHeavenracchiudono la potenza positiva dell’amore mentre altre come “Easy Does ItePrevailaffrontano il tema delle difficoltà all’interno di una relazione. È importante trovare un equilibrio. Se avessi evidenziato soltanto il lato tenero o spensierato avrei veicolato aspettative irreali sia per me che per gli altri.

Anche il mondo è stato colpito da un uragano quest’anno. L’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19 ha mutato profondamente le nostre vite, oltre a molti meccanismi legati alla musica. Come stai affrontando questo momento, considerando anche la pubblicazione di “My Love IsHurricane” proprio in questi mesi?

Questo periodo mi sta dando l’opportunità di accogliere le parti di me che non hanno a che fare con la musica. Per molto tempo mi sono visto come una persona unidimensionale, un’attitudine che ha influenzato negativamente la mia vita e le relazioni. In questi sei mesi, ho concesso a me stesso di essere più di un musicista continuamente in tour e mi sento davvero bene, meglio di sempre. Ok, per ora non riuscirò a portare sui palchi il disco su cui ho lavorato tantissimo e che mi rende orgogliosissimo ma so che arriverà quel giorno. Per il momento, continuo ad essere paziente e ad assaporare un po’ di equilibrio.  

Benché la musica live sia ferma – e quanto ci manca! – hai già pensato alla dimensione del palco e alla resa dal vivo dei nuovi brani?

Certo! Ho una lista in costante aggiornamento sulla forma e sul suono che vorrei per questo tour. Le tracce in questione non sono prettamente folk e vorrei creare uno spazio in cui i colori e i suoni possano essere percepiti ed ascoltati al massimo delle loro potenzialità. Non vedo l’ora.

In questo frangente di “interruzione” generale, come sta andando il tuo lavoro per quanto riguarda la musica? Hai scoperto nuovi artisti, nuovi ascolti o si sono aperte nuove fasi di ispirazione?

Non sto lavorando molto su musica nuova. Ho partecipato ad alcuni co-writes per tenermi impegnato e per restare attivo a livello artistico ma non sono particolarmente focalizzato sulla mia scrittura. Non sono ancora sicuro su quello che vorrò esprimere dopo questo lavoro e mi sto concedendo del tempo per fermarmi e riflettere. Anche nell’ascolto di nuova musica…ho rallentato un po’. Ora sto dedicando il mio tempo alla lettura e ai film.

Rimanendo in tema di “nuove fasi”… Mi ha colpito molto il breve racconto scritto da Brittney McKenna, ispirato alle tue canzoni e inserito nel press kit dell’album. Una serie di immagini, emozioni, vissuti, ricordi che ripercorrono la storia d’amore. Tuttavia il finale è sospeso… Hai alcuni indizi o anticipazioni per noi?

Se avessi avuto alcuni indizi o anticipazioni te li avrei riferiti volentieri, ma, per adesso, sono una tela bianca che si sta godendo il suo spazio.

Exit mobile version