Dischi
Marilyn Manson torna con WE ARE CHAOS, ecco il presente, prendiamoci il futuro
A tre anni dal suo ultimo lavoro Heaven Upside Down Marilyn Manson torna con WE ARE CHAOS, capolavoro di indubbia fattura. Ma andiamo con ordine: la sua presenza in questi tre anni è stata scandita da lunghissimi intervalli di vuoto. L’album è stato anticipato dalla pubblicazione dapprima di quattro cover (Cry Little Sister, Helter Skelter in collaborazione con Rob Zombie, God’s Gonna Cut you Down e The End) e poi da un singolo promozionale che funge da title track per l’album. Al primo e trepidante ascolto del singolo sono rimasto perplesso dal sound soft e al limite del pop del brano, una nota apparentemente stonata nel pesante clima mansoniano. Ma We Are Chaos non è una canzone veramente leggera, e il cambio di direzione del pallido imperatore era già percepibile dall’impostazione della sua cover di The End. All’ascolto del disco le idee si fanno chiarissime: il disco, partorito dal sodalizio con il vincitore di un Grammy Shooter Jennings, è denso, pregno di significato, e questa volta l’enorme simbolismo al suo interno non sembra avere un valore esclusivamente estetico (come fu tristemente per Heaven Upside Down). Manson sembra tornare sul solco scavato nel 2015 da Pale Emperor, una perla nella sua discografia, che già ai tempi rappresentava un album di spessore senza il ruffiano ausilio del metal che tanto caratterizza l’Anticristo Superstar. Non che manchino in WE ARE CHAOS dei brani più heavy, ma restano comunque contestualizzati nel mood dell’LP e strumentalmente più complessi e di qualità infinitamente maggiore rispetto ai lavori precedenti (merito anche sicuramente dell’abile zampino di Jennings), sembrando addirittura confezionati ad arte per un live esplosivo.
Il mio attaccamento affettivo verso Brian mi rende molto complessa la scelta di un brano preferito all’interno di questo lavoro che nonostante la presenza di un paio di “filler” (pur godibilissimi) risulta veramente omogeneo. I brani che sicuramente mi hanno colpito di più sono HALF-WAY & ONE STEP FORWARD, brano strumentalmente impeccabile cantato in modo quasi sommesso da Manson, con al suo interno una citazione quasi letterale a Leonard Cohen, seguita dalla conclusione del disco BROKEN NEEDLE, “sequel spirituale” delle celebri Coma White e Coma Black che va in tal modo a chiudere un cerchio, una sorta di trilogia, una terza discesa in un anello più basso rispetto alle altre due.
WE ARE CHAOS è diviso in due parti, come un lato A e un lato B non propriamente dichiarati. Questi lati sono percorsi da una serie di micro-temi, di cui il più evidente è quello di uno stato di rottura dal quale non si può e non si vuole essere curati: nella title-track dice “we are chaos, we can’t be cured”, in HALF-WAY & ONE STEP FORWARD “there’s a crack in everything, that’s how the light gets in”, in SOLVE COAGULA “i’m just broken and i don’t wanna be fixed”, solo per portare un paio di esempi. Questo ed altri temi sono racchiusi in un enorme macro-tema, che è l’uomo posto davanti alla morte. I vari brani passano questo tema come attraverso un prisma, trasmettendo diverse sfaccettature e diversi punti di vista che vanno poi a introdurre i già citati micro-temi.
WE ARE CHAOS è un album da bere assaporandolo, perché ogni goccia ha un sapore diverso pur restando nello stesso bicchiere. Un cocktail di memorie tormentate di una persona altrettanto tormentata quale Brian Warner, che negli ultimi anni con la morte ha avuto un rapporto tristemente ravvicinato, che gli ha permesso però di ammirarla, guardarla per bene, studiarla e dipingerla su musica come solo il VERO Marilyn Manson ha sempre fatto. Un album che ha veramente alzato l’asticella e ri-alzato le mie aspettative per un artista di tutto rispetto come lui.
Ascolto assolutamente consigliato, bentornato Brian.
WE ARE CHAOS Tracklist:
1. RED BLACK AND BLUE
2. WE ARE CHAOS
3. DON’T CHASE THE DEAD
4. PAINT YOU WITH MY LOVE
5. HALF-WAY & ONE STEP FORWARD
6. INFINITE DARKNESS
7. PERFUME
8. KEEP MY HEAD TOGETHER
9. SOLVE COAGULA
10. BROKEN NEEDLE
foto Credit: Perou