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17 di Emis Killa e Jake La Furia: non per i soldi, ma per il rispetto

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Un’ora dopo la fine del 17 settembre esce l’album 17 realizzato a quattro mani da Emis Killa e Jake La Furia contenente, guarda caso, 17 tracce. Abbiamo davanti un album che già dal suo annuncio il 17 luglio (nulla è lasciato al caso) era stato anticipato come marcatamente rap. Le collaborazioni di certo non negano questa affermazione: due featuring con Lazza, uno con Tedua, uno con Salmo e Fabri Fibra ed infine uno con Massimo Pericolo. Nomi noti che sembrano confermare l’intenzione di realizzare un album violento, rabbioso, che trasuda street cred da ogni poro. Le produzioni sono varie, tra i beatmaker figurano anche i nomi di Low Kidd, Big Fish e 2nd Roof. Il clima di 17 è talmente violento che a tratti può addirittura ricordare materiale dei colleghi oltreoceano, le basi sono martellanti e studiate al millimetro ma vengono fatte poco respirare dalla pioggia di parole dei due artisti. C’è comunque da ricordare che si sta parlando di due elementi che si sono inseriti nel rap game ormai da parecchio tempo, di esperienza ne hanno fatta e a prescindere dalle loro recenti divagazioni di genere restano comunque autori di livello nella scena.

Il brano che mi ha colpito istantaneamente all’ascolto è Amore Tossico, unica traccia dove figura esclusivamente Jake La Furia. Qui l’ex Dogo regala una perla dai toni malinconici il cui ritornello è un sample tratto dalla canzone Io e Te del cantautore Edda, testo autobiografico riguardante il rapporto di quest’ultimo con l’eroina. Il soggetto a cui si riferisce Amore Tossico non è mai specificato, è stato tuttavia affermato da Jake che si tratta di uno storytelling riguardante la sua esperienza personale; l’impostazione del testo permette comunque all’ascoltatore di riconoscersi in qualche modo nel pezzo, ed è secondo me questo l’elemento che rende Amore Tossico così d’impatto: la capacità di raccontare una storia pur lasciando spazio all’interpretazione e all’empatia.

17 mi ha piacevolmente stupito. Non è un disco né leggero né semplice da ascoltare. Non è il disco che finisce subito in radio o su tik tok, non cerca di dare il contentino a nessuno. Si tratta di un album rap per il rap, lo stesso Killa lo ha definito un lavoro non realizzato per i soldi quanto per il rispetto. 17 è una ventata d’aria fresca per i puristi dell’hip-hop restando comunque una bomba per i fan delle nuove evoluzioni del genere, un prodotto che mischia in modo vincente un sound fresco e moderno con tematiche e flow sempreverdi. È la rivalsa del rap e di chi lo ama davvero, di chi ci è cresciuto e anche di chi ci si è affezionato col tempo come me. In conclusione, Killa e Jake ricordano alla scena italiana che il rap non è morto e non morirà ancora per un po’.
Roba seria, roba di qualità. Ascolto necessario.

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