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Interviste

Floridi, intervista con il giovane artista pistoiese che ci parla del suo primo disco, E’ solo un momento no

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Floridi, nome d’arte di Luca Floridi, ha pubblicato il suo primo disco, E’ solo un momento no, che conta otto brani, è disponibile su Spotify ed è stato pubblicato per Labella Dischi e distribuito da Artist First.

Floridi, che si è esibito ultimamente anche al festival Settembre, Prato è spettacolo limited edition, (durante il quale la sua tastiera ha fatto la spaccata di cui parliamo a fine intervista)  ha pubblicato il primo singolo, Una notte ubriaca, a luglio 2019 seguito da Maestro Zen, Magellano e Bosco, che hanno posto le fondamenta per l’uscita dell’album.

“Le nostre lacrime sono salate, il nostro cuore è una tempesta, la nostra anima un’onda, i nostri sogni sono isole lontane, le nostre sicurezze sulla terraferma – è il commento di Floridi – Ci sentiamo spesso alla deriva ma non molliamo, perché nonostante tutto “è solo un momento no” e con il dito verso il cielo rimaniamo in contatto con le bellezze del mondo, riusciamo a vederle, ce ne lasciamo travolgere“.

 Tutti i brani sono stati scritti e composti da Luca Floridi, prodotti da Renato D’Amico, registrati da Alessandro Moscatelli e Matteo Guasti presso Labella Studio. Il mix è stato curato da Alessandro Moscatelli, mentre il master da Giovanni Versari presso La Maestà Studio.

È solo un momento no. Mi viene in mente subito il film Radiofreccia, con il tizio pazzo che va in giro a fare la filippica sul cinema a tutti quelli che trova. Lui parla di momenti morti, tu di momenti no. Ergo, come si riconosce un momento no, e come si fa a capire che è finito?

Ciao Vale, interessante la similitudine con Radiofreccia, in realtà tendo ad associare un momento no a situazioni caratterizzate da un costante stato d’ansia ed insoddisfazione salvo poi rendermi conto che è un processo necessario ai fini della consapevolezza. Diventa improvvisamente un momento si quando hai lavorato talmente a fondo con te stesso da aver elaborato una soluzione al tuo malessere.

 

Stai portando in giro la tua musica, finalmente, dopo essere stato bloccato da Covid e restrizioni: com’è salire di nuovo su un palco e suonare per la gente che viene a sentirti? E ci sono altre date in programma?

Ho fatto il mio primo saggio di pianoforte a 6 anni da quel momento ho sempre desiderato montare su un palco e suonare. Suonare è raccontarsi, è esporre le proprie debolezze le proprie emozioni, hai l’adrenalina a mille e sai che tutto dipende da te perché il live esula da strane regole di mercato, il live non ha algoritmi come una playlist spotify, il pubblico ti ascolta immerso in un’esperienza multisensoriale, suonare dal vivo è una figata! lo vivo un po’ come chi si butta con il Bungee jumping (cosa che io non faccio perché soffro di vertigini).

Comunque sono molto felice delle date che ho fatto quest’estate, ho portato in giro il disco in acustico e fatto tutte aperture fighissime: ripenso al Pistoia Blues prima degli Eugenio, al Beat Festival prima di Generic Animal e Prato prima di Scarda. Ho concluso il tour estivo sabato 26 settembre in Limonaia per la festa della mia etichetta, Labella Dischi.

Un plauso sia agli organizzatori che al pubblico sempre presente e partecipe, non vedo l’ora di ripartire.

 

Sei stato parte di Settembre, Prato è spettacolo, una delle rassegne che sta diventando sempre più importante in Toscana (e anche fuori). Com’è vedere il tuo nome in cartellone in apertura per Scarda?

Sono felice di vedere rassegne che nonostante il momento di difficoltà non si sono date per vinte ed hanno comunque creato cartelloni di livello. Scarda è un cantautore che apprezzo quindi è stato doppiamente bello poter suonare nella sua stessa serata. Pubblico carico ed attento, che chiedere di più?

 

Hai detto che durante il lockdown non riuscivi a scrivere, perché hai bisogno che la vita succeda per parlarne. Quindi: cosa ti spinge a scrivere, cos’è che ti fa prendere la penna e dire “oh, ci devo scrivere qualcosa”?

Non mi faccio troppe domande, so solo che succede. Molto probabilmente arrivo ad un momento di saturazione, dove le esperienze le emozioni sentono il bisogno di liberarsi dalla gabbia dei ricordi e di essere vissute nuovamente. Scrivo spesso di getto, in preda a stati emozionali forti, mi piace questa sensazione e credo che sia questa la forza delle mie canzoni, è una scrittura che nasce dalla necessità di liberarsi, non ci sono troppe sovrastrutture, è genuina.

 

Domanda che tutti odiano a morte, ma te la faccio lo stesso perché sono una persona pessima: quali sono i tuoi tre dischi preferiti in assoluto? (odiami)

Allora per ripicca te ne dico 6

_  Emozioni -Battisti 1970

_  Dalla – Lucio Dalla 1980

_  Una somma di piccole cose – Niccolò Fabi 2016

_  A casa tutto bene – Brunori Sas 2017

_ ..Squérez? -Lunapop 1999

_  The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars – David Bowie 1972

 

Domanda fondamentale: dopo aver fatto la spaccata sul palco la tua tastiera sta bene?

Sta benissimo, non vede l’ora di rifarlo (ride)

 

Photo credits:

Camilla Pietrarelli

 

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