Dischi
Bon Jovi, la rock band americana torna con il nuovo album 2020
È uscito il 2 ottobre il nuovo disco dei Bon Jovi “2020” me lo sono sentito con attenzione, con calma. D’altronde come non avrei potuto! Sono sempre stata innamorata di John Bon Jovi non tanto e solo da un punto di vista artistico, ma di quegli innamoramenti che durano tutta la vita. Sembrano amori adolescenziali ma in realtà l’effetto dopo tanti anni è ancora quello: lo guardo e sento quella punta nella stomaco che mi fa ricordare di quando lo incontrai e partecipai ad una cena con tutta la band. Ero lì per lavoro e dovevo pure avere dignità e compostezza ma non toccai cibo perché troppo impegnata a fissare John manco fosse la Pietà di Michelangelo. Era il 14 novembre dell’88 tappa romana del “New Jersey Syndacate Tour” e la band era al quarto album, portarono successi che hanno fatto la storia dei Bon Jovi e sfiga volle che non riuscii nemmeno a guardarlo perché ero nel backstage. Non si può avere tutto.
Ho ascoltato questa loro ultima fatica pensando a quella serata, pensando che la loro musica mi ha sempre messo di buon umore. I miei gusti sono molto più metal, ma chi non ha mai canticchiato felice un loro brano o goduto degli immancabili soli di Sambora? (del quale, diciamolo, si sente la mancanza).
L’ho ascoltato pensando a quanta acqua è passata sotto i ponti e che il titolo dell’album “2020” la dice molto lunga. A parte un paio di pezzi, come “Limitless”, l’allegria è messa da parte e sebbene non sia un disco politico, di sicuro il caro John ha portato dentro a questo lavoro tanti problemi sociali. Chi meglio di lui, un artista che si è sempre impegnato in prima linea sia nella beneficenza, sia nell’aiutare i più deboli e disagiati.
https://www.youtube.com/watch?v=8RrEQd0Z9PU&ab_channel=TheLateShowwithStephenColbert
La critica ha accolto l’album con entusiasmo e lo ha definito “eccezionale” (USA Today) e la Associated Press ha commentato la profondità dei testi all’interno di brani che “raccontano la sofferenza, il senso di perdita, la paura e la morte derivata dal coronavirus, dagli omicidi commessi dalla polizia e dalle sparatorie di massa”.
“2020” racchiude il racconto drammatico di questo anno così nefasto e particolare, surreale: le elezioni decisive del presidente, il #BlackLivesMatter, la pandemia, brani come “American Reckoning” e “Do What You Can”, per altro registrati in uno studio casalingo, hanno un forte impatto in questo album.
Un disco dove si parla di amore, amore tra figli e padri, amore universale e amore per la vita. Un album che va ascoltato più volte per scoprirlo e lasciarsi avvolgere da un’inaspettata malinconia.