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Interviste

Yung Belial: “Mirror non è musica per deboli di cuore”

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Dal 30 ottobre 2020 su tutte le piattaforme è disponibile “Mirror”, secondo album in studio di Yung Belial prodotto dal veterano Luciano Lamanna.
Come dice il titolo stesso, l’album parla di un individuo che vede le sue paure e angosce riflesse in uno specchio: sensazioni oscure dalle quali nascerà un ragionamento personale sulla cruda realtà che circonda l’artista e nella quale vive costantemente immerso.
Yung Belial sceglie di cantare in italiano e in inglese, aiutato dal suo successo all’estero (in particolare Stati Uniti, Brasile ed Europa dell’Est) e dalla voglia di raggiungere con il suo progetto un’identità internazionale. Il prodotto mischia in maniera vincente lo scenario industrial anni 90 con massicce distorsioni e ritmi techno creando un mix quasi vintage ma comunque modernizzato.
L’identità aggressiva e violentemente goth di Belial si riversa completamente in Mirror, un’opera distruttiva ma anche costruttiva dove vengono esplorati i meandri più oscuri dell’animo umano tra violenza, paranoia, follia e nostalgia quasi melodrammatica che l’ascoltatore vede inevitabilmente ogni volta che si guarda allo specchio.

Ho sentito Black Latex e l’ho subito trovata interessante, ma l’ho apprezzata molto di più ascoltando la tua discografia precedente. Si delinea proprio un percorso che contestualizza meglio l’ultimo singolo. Il tuo album proseguirà su questo percorso o ci sarà un’ulteriore svolta?
Penso che Mirror sia un disco coeso e Black Latex è una delle tracce più rappresentative dell’album, contiene tutte le influenze che poi vengono approfondite diversamente in altri brani, quindi sceglierla come singolo è stato il modo migliore di presentare un insieme di nuovi stili che siamo riusciti ad amalgamare, senza spoilerare tutte le novità presenti nelle altre canzoni. Sicuramente si distacca molto dal resto della mia discografia ma è proprio ciò che mi rende fiero di questo lavoro, la continua innovazione e ricerca di un suono personale penso sia uno degli elementi cruciali della vita di ogni artista e con Mirror siamo riusciti ad ottenere una sonorità molto particolare.

Attraverso canzoni e video hai reso chiare le tue influenze e mi sono sembrate perlopiù estere. C’è qualcuno in Italia che ti ispira o che segui particolarmente?
Effettivamente non ho molta considerazione nei confronti della musica italiana contemporanea, trovo che in media manchi molto di spessore e di innovazione, tutti i progetti che qui vengono acclamati come rivoluzionari sono copie di cose che in altri posti esistono già dal 2010. Nonostante ciò penso che in Italia ci siano molti artisti underground, tra cui anche miei colleghi, che meritano molto, non voglio fare nomi perché le collaborazioni future parleranno da sé, ma abbiamo del potenziale nazionale che ancora deve essere scoperto.
Per quanto riguarda influenze musicali, sono sempre stato un grande fan della musica elettronica e sicuramente i Bluvertigo hanno avuto un grande impatto su di me quando avevo 14 anni, la loro estetica e le loro strumentali aliene mi hanno sempre affascinato molto.
Sul fronte rap invece sono sempre stato un grande fan di Noyz Narcos e di Salmo, due artisti che nei loro primi dischi hanno portato l’immaginario crudo del metal nell’hip hop, e sebbene non fossero pionieri hanno avuto una grande influenza sulle mie prime produzioni.

Nei commenti sotto ai tuoi video su YouTube c’è una sorta di “melting pot”, ci sono molti commenti in inglese o spagnolo. In futuro vorresti espanderti a livello internazionale?
Assolutamente sì, io non ho mai puntato all’Italia come target, sono sempre stato interessato nell’espandermi all’estero dove la mia musica viene apprezzata molto di più e dove esiste già una scena di artisti che fa musica simile alla mia. L’est Europa, il Brasile e l’America sono le zone in cui ottengo maggior riscontro, sono stati loro a iniziare a chiamarmi “king of Italy”, un appellativo che nessun italiano si sentirebbe di affibbiarmi. In Mirror ho finalmente ripreso a scrivere in inglese anche per facilitare la comprensione dei miei testi ai fan che non parlano la nostra lingua, una volta non cantavo in italiano ma sapevo che così mi sarei potuto far riconoscere immediatamente dal pubblico oltremare.

Con TechnoDeathDoomCore e Black Latex hai creato un’identità secondo me molto originale. Come è nata l’idea di mischiare techno e metal?
Il metal e la musica elettronica sono sempre stati presenti nelle mie canzoni, ma in maniera più moderata, prima di rappare cantavo in gruppi death e black metal e sperimentavo con l’harsh noise. i gruppi industrial, metal e hardcore degli anni 90 sono sempre stati di grande ispirazione e penso che con le produzioni di Luciano Lamanna e con le chitarre dei Deflore con questo disco ho fatto un passo nella direzione giusta, avvicinandomi a quello che ho sempre avuto in mente per questo progetto. La techno è stata introdotta nelle canzoni da Luciano, è uno degli artisti techno più longevi in Italia, e ha il giusto equilibrio di violenza e melodia che cerco in canzoni “ballabili”, mischiare questo al metal ci è semplicemente venuto naturale, avevo in mente di fare una cosa del genere da molto tempo e sono felice che finalmente siamo riusciti a realizzarlo.

C’è qualche artista con cui vorresti collaborare in questo momento?
Sono troppi da elencare in una sola intervista, ma fortunatamente sto già collaborando con moltissima gente talentuosa alla quale non avrei mai pensato di poter affiancare il mio nome. Dall’inizio della mia carriera ho avuto contatti con artisti che prima ascoltavo da fan, e poterci parlare e lavorare è una grandissima soddisfazione. Il mio più grande sogno rimane collaborare con Trent Reznor, penso sia uno dei musicisti più talentuosi della storia della musica contemporanea e la sua musica ha avuto un impatto enorme su di me.

Il 30 ottobre è uscito il tuo disco Mirror. Come ti senti? Da quanto ci lavori?
Mi sento molto eccitato di condividere un disco così diverso e importante con il mondo, spero che questo cambio direzionale sia apprezzato anche da gente esterna al mondo dell’hip hop e che possa accontentare anche i gusti di metallari e raver. Ormai le tracce sono pronte da un anno, la release iniziale era stata programmata per aprile ma a causa del Coronavirus ci siamo visti costretti a rimandare.Il lato positivo è che è uscito giusto in tempo per halloween.

Vuoi dire qualcosa ai tuoi fan riguardo a Mirror?
Che è assolutamente distruttivo e che deve essere ascoltato a massimo volume, non è musica per i deboli di cuore.

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