Interviste
Wime, da X-Factor 2020 alla scoperta della propria strada
I Wime sono diventati un nome noto nella musica indipendente italiana dopo aver partecipato ad X Factor, ma ovviamente la loro storia inizia prima: adesso tornano sulle scene con ViaDiQui, il nuovo singolo della band che si è aggiudicata precedentemente il premio Best Band ad Arezzo Wave ed è salita sul palco dell’Ariston di San Remo.
Uscito il 23 ottobre, ViaDiQui è stato definito come “una filastrocca weird pop”: il pezzo “racconta dell’assurdità del normale, o meglio della tendenza tutta umana a creare un oltre irraggiungibile per trascendere la realtà – spiegano nel comunicato – senza fare caso a quanto poi la normalità sia già di suo incredibilmente assurda “.
Prima di tutto, iniziamo con una domanda senza senso: ViaDiQui. Perchè tutto attaccato? E’ perché quando uno scappa ha fretta?
Ciao Valentina, risponderò a questa bellissima domanda senza senso così: trib na tam tam ricteram cip cop tullallà
Scherzo, è che ho fretta perché sto scappando
Scherzo, qual’era la domanda ?
Scherzo, in realtà non lo so perché, però mi piace questa versione, in fondo racconta in qualche modo di una fuga ( dalla realtà ).
In ViaDiQui non cercate di scappare da un luogo, ma da uno stato mentale. Mi viene in mente Radiofreccia, in cui il protagonista dice “da te stesso non scappi nemmeno se sei Eddie Merckx”. Pensate che una fuga del genere sia possibile o direttamente necessaria?
In realtà in via di qui noi vorremmo consigliare di restare. La fuga in questione ( di cui parliamo nel brano ) è una fuga dalla realtà, mi spiego: quando ci interroghiamo su Dio, il destino, il senso, parliamo di prospettive sovrannaturali; ecco… questo SOVRA io lo trovo una fuga. È come se a volte non ci bastasse la realtà; dobbiamo immaginare qualcosa sopra di lei, come se ci si annoiasse a prenderla per com’è. A questo punto mi viene da pensare: ma l’avete vista bene? Credete davvero ci sia bisogno di immaginare qualcosa di Sovra ? Mi piace ritenermi una persona molto razionale ( chissà se poi lo sono davvero ) ma la razionalità sa essere incredibilmente romantica e questa canzone vuole dimostrarlo. Il consiglio a restare qui vale chiaramente anche nella sfera individuale: comprendere ( comprendersi ) significa tenersi insieme. Ci vuole un bel lavoro se ogni pezzo di te va in direzione ostinata e contraria… ma l’arte fa proprio questo: prende dei limoni e ci fa una limonata: noi abbiamo fatto Wime.
Restiamo sul tema: ViaDiQui parla di una normalità folle ma, essendo normalità, ci siamo abituati e l’abbiamo accettata. Quale sarebbe una normalità “normale” secondo voi?
È complessa la vita, vero ( Salve covid ) è noiosa a tratti ( salve coda alle poste ) spaventosa, rabbiosa e chi ne ha più ne metta. Non solo il nostro mondo non è buono e giusto, ma è persino orfano, NON DESIDERATO. Angosciante vero ?
Guardiamolo bene però: esseri che sviluppano complessi codici per comunicare concetti che si formulano all’interno di un organo da miliardi di connessioni neurali, dove fantasie, affetti e stati onirici sfrecciano su piste di numeri e labirinti logici. Uno spazio siderale in cui giganti rocciosi ruotano su se stessi ed ospitano una cosa strana chiamata vita.
Questa vita, poi: l’essere che non può non essere poiché tutto è essere. Nessuno di noi sa da dove viene né dove andrà, ci studiamo, cerchiamo di capire: chi siamo ? L’idea che la normalità sia folle per me non è un giudizio ma un invito a guardarla davvero, sia mai che ce ne si innamori.
Avete vissuto l’esperienza di X Factor, che immagino sia tutta diversa dal classico percorso di una band. Cosa avete imparato dalla trasmissione, e pensate sia una strada percorribile per entrare nel mondo musicale restando voi stessi?
Xfactor è stata una bella esperienza. A tratti abbiamo avuto paura, a tratti ci siamo chiesti se fosse giusto per noi tentare questo percorso. Prendere questa scelta ci ha messo anche davanti ad alcuni nostri principi, ma solo dopo ci siamo resi conti di quanto i nostri dubbi fossero irrealistici. Ci hanno trattato benissimo, ci hanno coccolato dall’inizio alla fine. Ripeteremmo la nostra scelta altre 100 volte. Siamo cresciuti molto come band e le critiche che ci hanno mosso sono sempre state pensate attentamente e molto preziose.
Dunque, se qualche band sta pensando di fare Xfactor ma si fa certe remore etiche, il nostro consiglio è: Xfactor è un ottimo programma musicale ma non è arte: è TV. Una TV fatta molto bene, ma tutto qui. Chi vince Xfactor dura quanto chi esce da Xfactor ( se l’obiettivo è fare successo) dunque credo che sia giunto il momento di limitare l’importanza di questo settore della musica, sia in bene che in male. Non sono dei mostri, non sono dei santi, è solo un programma alla TV, una vetrina, se avete bisogno di pubblicità: niente paranoie, non vi mangia nessuno.
Come pensate di promuovere la vostra musica in un momento in cui fare un concerto è letteralmente impossibile?
Si cerca di mantenere una costanza nel materiale sui social, ma devo dire che questa cosa a me stressa parecchio. C’ho le ansie da prestazione sui post. Si scrive e ci si organizza per il post covid, si pensa tanto e di base ci si rilassa un po’. Se i pezzi girano ( suonano bene ) qualcosa si combina, covid o meno. Sono le idee che fanno la differenza, sempre, e quelle ti possono venire anche se sei chiuso nel bagno.