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Sfera Ebbasta è Famoso: hype, marketing, numeri. E chissenefrega della musica.

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Da un mese a questa parte non si è fatto altro che parlare del nuovo album di Sfera Ebbasta intitolato Famoso. Il volto più celebre di Cinisello Balsamo, a cui è stata addirittura intitolata di recente una piazza nella sua “Ciny”, seppur in via temporanea, è stato promosso in tutti i modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi.

Dal documentario su Amazon Prime passando per i cartelloni pubblicitari nelle piazze deserte causa pandemia di Milano, Londra, Berlino e persino Times Square a New York, fino a un menù Sfera Ebbasta disponibile nelle catene KFC. Che per uno che ha aperto insieme ad Andrea Petagna un ristorante a Milano all’insegna del cibo sano e dell’ecologia è una cosa meravigliosa.

L’intento di Universal e del team di Sfera è stato chiaro a tutti fin da subito: oltrepassare i confini italiani e cercare di mettersi sulla mappa mondiale. Leggendo la tracklist e vedendo questa promozione massiccia ci si poteva anche credere. Il problema è che ascoltando il disco si capisce che la storia dell’hype all’estero è palesemente uno specchio per le allodole creato ad hoc intorno al personaggio di Sfera per far vendere di più nel nostro paese, dove tutti hanno il mito dell’America e la vedono come una cosa irraggiungibile. Solo marketing.

Di internazionale qui abbiamo unicamente i featuring. Che, per carità del signore, poter mettere sullo stesso disco gente del calibro di Future, Offset, Diplo, J Balvin e Lil Mosey non è cosa da tutti ma i grandi nomi non sempre sono sinonimo di qualità.

Perché, parliamoci chiaro, il disco non c’è. O perlomeno è un flusso continuo di trentanove minuti che non vanno ascoltati più volte per assimilarli. Famoso non ha trame sonore particolari che si rischia di non carpire a un primo ascolto, e non ha niente in nessuna traccia che ti faccia anche solo pensare che sia il caso di approfondire. Il vero dramma sta nel fatto che a ogni nuovo play si scoprono sempre nuovi dettagli agghiaccianti.

Le basi sembrano fatte tutte con lo stampino. Di una semplicità assoluta. Al confronto Tha Supreme sembra Mozart. Charlie Charles questa volta ha abbandonato la nave producendo solo il singolo Bottiglie Privè lasciando molto spazio a Junior K.
L’unica vetta la si raggiunge in Hollywood prodotta da Diplo e “grazie ar cà” direbbero a Roma, ma Sfera è riuscito nell’intento di rovinare pure una traccia che si ispira a Lounge Act dei Nirvana.

Famoso è un album semplice che ha il preciso compito di avvicinarsi a un pubblico generalista a cui non frega nulla della sperimentazione e della ricercatezza. Le melodie sono tutte orecchiabili e i ritornelli entrano in testa subito. Inoltre potrebbe non essere finita, molti indizi portano a pensare a qualcosa di nuovo. Una serie di canzoni sentite nel documentario non sono state pubblicate e i rumor di una collaborazione con Drake ancora impazzano. Il fatto, poi, di essere un enhanced album spinge a ipotizzare a nuove uscite nel breve, come già fatto con Rockstar, di cui fu rilasciata la versione internazionale la settimana successiva.

L’abilità di Sfera sta nel riuscire ad arrivare a una vasta fetta di pubblico attraverso una scrittura semplice e immediata, parlando di argomenti leggeri in cui molti possono rispecchiarsi. E siccome gli anni 20 sono all’insegna del nulla cosmico ecco il disco d’oro con i soli preordini e un probabilissimo disco di platino nel primo weekend. Nulla vieta di pensare a una futura certificazione di diamante. Ma anche Francesco Facchinetti con Capitan uncino ci è riuscito. Senza la presunzione di dover puntare all’universo.

Ora, non so se Sfera Ebbasta riuscirà a portare in alto nel mondo l’urban italiano ma una cosa è sicura: ha già vinto.
Sfera non è un rapper e non è più un trapper. È un marketer di successo della musica. Uno che ha capito alla perfezione il giochino. Oggi per vendere la tecnica e la bravura non servono a niente, bisogna saper creare un immaginario che sia accattivante per il pubblico. Per dirla alla René Ferretti di Boris “La qualità ha rotto il cazzo”. Su questo Sfera è stato, ed è, un maestro vero. Niente da dire.

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