Interviste

Ligabue, la presentazione della nuova raccolta 77+7

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Le attese dei fan del Liga sono finite: venerdì 4 dicembre esce “77+7” un album di inediti “7” e una raccolta “77+7” composta dai 77 singoli che hanno fatto la storia discografica di Ligabue.
Una doppia uscita per celebrare 30 anni di carriera.

Perché il 7? Come lui stesso racconta, questo è un numero molto speciale per lui – “Tanto tempo fa mi scrissero due numerologhe asserendo che io fossi un 7 che camminava: 7 le lettere del mio nome, 7 le lettere del mio cognome, San Luciano cade il 7 gennaio, due date importanti nei live nel 1987 e nel 1997, “Certe Notti” è la traccia numero 7 nell’album etc.
Da allora un po’ per gioco e un po’ come pretesto mi sono portato dietro questo numero. “Sette Notti in Arena”, il tour “L7”. Perché inimicarsi le stelle? In chiusura di questo cerchio trentennale ci stava bene questo numero
.”

Ed ecco come il 7 diventa protagonista di questa uscita discografica: l’album di inediti “7”, che contiene 7 brani, idee e spunti che Il Liga ha ritrovato nei suoi archivi, riscritti e rielaborati tirandone fuori 7 inediti e la raccolta “77+7”, contenente tutti i 77 singoli che ripercorrono la sua carriera, rimasterizzati nel 2020, ovviamente oltre ai 7 brani inediti.

Tornando alla numerologia, Luciano ha scoperto che i singoli che hanno segnato la sua storia sono esattamente 77. Coincidenze? Non credo, e non ci crede neanche Ligabue. Questo presuppone un’uscita ogni cinque mesi! “Quest’anno avremmo voluto fare tanto per i 30 anni, quello che più ci premeva era fare il concerto, non potendolo fare è venuto naturale fare altro. Io non mi sono mai fermato a guardare indietro, sono sempre proiettato in avanti, invece, per la prima volta, ho davvero guardato indietro.”

Liga si riferisce all’uscita del libro “È Andata Così”, l’autobiografia artistica di Luciano Ligabue, scritta a quattro mani con Massimo Cotto, che ripercorre la sua carriera: canzoni, dischi, concerti, tour, eventi, libri, film e non solo… tra aneddoti, retroscena e dettagli creativi completamente inediti. “Il Covid mi ha costretto a fermarmi e a voltarmi indietro, per la prima volta parlo della mia storia vista attraverso i miei occhi ed è stato magico. E’ stata una stesura molto veloce durante il primo lockdown. Si scriveva un capitolo al giorno insieme a Massimo Cotto. Il mio staff recuperava tutto ciò che serviva: foto, articoli, concerti. In quel momento è stato un salvagente emotivo. Anche se sono passato attraverso momenti di crisi, sono entrato dentro emozioni che avevo bisogno di ricordare ed era una emozione che cresceva man mano che si andava avanti con i capitoli.”

Luciano ci racconta, attraverso le sue emozioni, le sette tracce di inediti. Molto toccante quando si parla di “Si Dice Che” un brano che ha la linea di basso di Luciano Ghezzi– “Non sapevamo chi l’avesse suonata e anche rifacendola da capo e provandola con altri bassisti, la linea di basso non veniva come l’originale. Quando si sarebbe dovuto tenere Campovolo registrammo “La Ragazza Dei Tuoi Sogni” e in quel frangente erano presenti tutti musicisti che avrebbero partecipato al concerto, lì uscì fuori che il basso era stato suonato proprio da Ghezzi Me lo confermò lui stesso. Poco dopo se ne è andato. Il brano diventa un omaggio per tenere viva la sua voce e sono contento che sia un pezzo pieno di energia e ironia, esattamente come lui

Uno dei singoli dell’album è “Volente o Nolente” in feat. con Elisa – “Quindici anni fa scrissi “Gli Ostacoli Del Cuore” e mi venne voglia di farla cantare ad Elisa, la chiamai non sapendo se le potesse piacere o meno, sono permaloso ma senza limitare gli altri, se non le fosse piaciuta me ne sarei fatto una ragione. Come paracadute preparai “Volente O Nolente”, un brano di quindici anni fa che parla di due persone che devono stare lontane e si scambiano una serie di desideri, candidi e di grande speranza, ho pensato ad Elisa e alla sua candida performance di quindici anni fa, io e Fabrizio (Fabrizio Barbacci con il quale ha lavorato ai 77 singoli) ci abbiamo costruito la canzone intorno.

Le emozioni e le crisi delle quali ci parla fanno, anche, riferimento ad un lontano momento del 1999, quando Luciano aveva pensato di smettere:Non ero preparato a quella mole di successo, la visibilità ti espone ad essere raccontato da persone che non ti conoscono; sono grato a questo mestiere, ho 60 anni e questo vuol dire che 30 li ho passati a fare il musicista e gli altri 30 no. Quando usciva il mio primo disco a 30 anni non avrei mai creduto a ciò che mi avrebbe aspettato. L’intensità si paga e credo di essermi perso, di aver perso l’identità. Facendo questo mestiere capita, ma una vocina dentro mi diceva che se avessi smesso non avrei più potuto fare concerti e oggi sono ancora qua. […] Sono uno che conosce la solitudine e so stare da solo ma è diverso sentirsi solo in mezzo agli altri.  Per esempio, quando arrivò il successo, il mio edicolante, quasi ogni giorno, volle accertarsi che io non fossi diventato troppo stronzo. Cosa avrei fatto se avessi smesso? Non lo so… Di sicuro non sarei tornato a fare il metalmeccanico, quando lavoravo in fabbrica ero davanti una macchina che faceva stampi di plastica, ogni 22 secondi dovevo abbassare una leva. Le sei di sera non arrivavano mai.”

Quanto manchi a Ligabue fare i concerti è papabile, lo ribadisce più volte, per lui fare musica è esibirsi dal vivo: “Ho iniziato questo mestiere a 27 anni, il mio primo concerto si tenne di domenica pomeriggio in un centro culturale, avrebbe potuto essere una tombolata, cento persone davanti tra amici miei e amici dei ragazzi con i quali suonavo. Il palco era alto mezzo metro e il soffitto era molto basso, due luci e un mixer che non si poteva definire tale, ma quello che ho provato è stato è stato incredibile e dovevo assolutamente replicarlo. Fare dischi diventava un modo per fare concerti. Per me concerto vuol dire avere un pubblico davanti, qualcuno che mi fa rimbalzare indietro la sua emozione, che balla e salta e fa muovere il suo corpo, perché essere ad un concerto è un’esperienza umana fantastica. Ci si lascia andare e non si ha vergogna di farlo in mezzo agli altri.”

Intanto per l’evento “30 Anni In Un (Nuovo) Giorno”, previsto alla RCF Arena di Reggio Emilia il 19 giugno del 2021, i biglietti sono terminati. Fiammati in pochissimo tempo i centomila tagliandi messi in vendita. Un sold out annunciato.
L’RCF Arena sta nascendo a Campo Volo a Reggio Emilia, in una zona molto importante per noi e per l’Italia. Non posso fare altro che unirmi alla speranza del Liga e di tanti, tutti gli addetti ai lavori e ai fan sperando che i concerti possano ripartire perché tutti ne abbiamo disperatamente bisogno.

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