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Interviste

J.S.P. Crew, “Lotto con me stesso” è il primo album della formazione romana, un progetto maturo e ambizioso al di là delle mode

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È uscito il 13 novembre su tutte le piattaforme l’album di debutto della formazione romana J.S.P. Crew, Lotto con me stesso, pubblicato sotto Aldebaran Records. Il disco propone un rap old school la cui produzione è affidata ad una band: il risultato è un rappato su beat dai toni fusion, un tocco di vintage su una strumentale chill che tuttavia non stride con l’aggressività del rap vecchia scuola. Il tutto ambientato in una Roma molto cinematografica, guardata attraverso una sequenza ad episodi distaccata e quasi pensierosa, c’è qualcosa da dire su ogni inquadratura.

Il flow di SillaMandria si muove come un narratore interno nella caotica metropoli romana, viaggiando su elementi del rap (gli scratch di DJ Mike e Deva), del jazz (la voce di Tahnee Rodriguez e il sax di Daniele Tittarelli tra tutti) e di altri generi ancora (la voce di Folcast, attivo in soul e R&B).
Un melting pot di generi e mood perfettamente mischiati in un album vario ma non entropico.

Lotto con me stesso è un lavoro ambizioso, coraggiosissimo e complesso per un gruppo che ha dimostrato di avere le idee chiarissime e di sapersi distinguere nel maelstrom che è la scena rap odierna. I J.S.P. dichiarano i loro intenti con un disco bomba e io non posso fare altro che augurargli il meglio e consigliare a tutti di ascoltare molto attentamente Lotto con me stesso, e a tutti gli appassionati del genere fin dai suoi albori consiglio di ritrovare quel tanto adorato vibe che partiva ad ogni “It was all a dream” di Notorious B.I.G.

Il 13 novembre è uscito il vostro primo album “Lotto Con Me Stesso”. Un lavoro coraggioso e senza dubbio un debutto ambizioso. Quando avete iniziato a lavorarci?

Il progetto di “Lotto con me stesso” è uscito fuori negli ultimi 5 anni, ed è stato registrato in studio l’estate scorsa. Siamo stati ispirati da gruppi come i Napoli Centrale, The Roots e da  con influenze elettroniche, come i Prodigy. La creazione delle tracce è stata molto naturale, ma anche laboriosa ed è il motivo per cui abbiamo impiegato quasi un anno per far uscire ufficialmente l’album in vinile.

L’album è saturo di Old School pur non suonando affatto vecchio. Gli arrangiamenti della band sono un tocco di classe. Come è nata l’idea di mischiare il rappato a strumentali jazz/R&B?

In realtà non è stata un’idea vera e propria, semplicemente ci siamo ritrovati a suonare la musica che era nelle nostre corde. Logicamente, avendo avuto la forte influenza Jazz di Andrea Fusacchia (il nostro sassofonista-tastierista) è stato naturale per noi proseguire il nostro percorso di ricerca musicale, anche attraverso le radici più classiche della musica. Con i J.S.P. Crew è uscita ancora di più l’influenza black-soul ed Hip Hop legata alla voce di Sillamandria. Per quanto riguarda l’aspetto più elettronico degli arrangiamenti, abbiamo cercato di mischiare i synth nel tappeto sonoro dei bridge e delle strofe, per ottenere un mix vintage ma allo stesso tempo fresco. Per noi sono state ricerche musicali istintive: facciamo Jam session da anni, mischiando i nostri generi di appartenenza. Resta comunque per noi complicato spiegare a parole un processo che negli anni è stato tanto dettagliato quanto naturale.

Ho vissuto Lotto Con Me Stesso come tanti episodi quotidiani che su risolvono all’interno degli stessi brani. Di cosa parla? C’è un filo conduttore in particolare?

Il filo conduttore forse – come hai detto tu – è proprio la vita quotidiana. Non c’è un concept preciso che lega le tracce del disco, se non quello della lotta quotidiana di ogni singolo individuo. E’ il racconto di una lotta. Lo scontro costante che hai con te stesso ogni qual volta che devi raggiungere un obiettivo. Specialmente quando le circostanze sono avverse… e l’obiettivo non è materiale!

Mi è sembrato che il disco sia stato realizzato per veri appassionati del genere fin dai suoi albori. Ci sono state delle influenze specifiche? Delle ispirazioni di qualche tipo?

Assolutamente sì e siamo contentissimi di citarle: The Roots, Napoli Centrale, Pino Daniele, Sangue Misto, Ak-47, Pat Metheny, Prodigy, Funky Pushertz, G.U.R.U, Smif’N’Wessun, Kamasi Washington, Adrian Younge, Erycah Badu, Thundercat, Betty Davis, Comptons Most Wanted, Anderson Paak, MFSB, Run The Jewelz, A Tribe Called Red, Maceo Parker, Jurassik Five. E ce ne sarebbero altri milioni!

Se fosse possibile scegliere uno o più artisti con cui collaborare nel panorama italiano chi selezionereste?

Vorremmo collaborare con i Funky Pushertz, Ramtzu, rinnovare i feet con i nostri colleghi Folcast, Daniele Tittarelli, Francesco Fratini, Dj Mike, Diego Reali, Tahne Rodriguez e non neghiamo che tra gli artisti italiani ci farebbe (a dir poco) molto piacere poter collaborare con Daniele Silvestri, James Senese, Vinicio Capossela… per citarne alcuni.

Il genere di Lotto con Me Stesso è sicuramente molto originale. Proseguirete su questo mood?

Diciamo che abbiamo già dei progetti in fase di completamento. Non vogliamo mettere limiti al processo creativo. Sicuramente le nostre radici  sono queste, ma attingeremo senza freni a tutto ciò che ci suonerà fatto bene e fresco

Avete qualcosa da dire ai vostri ascoltatori?

Certo, volevamo ringraziare di cuore tutti quelli che ci hanno supportato condividendo, ascoltando e acquistando il disco sul sito www.aldebaranrecords.com.  Vi garantiamo che stiamo lavorando per voi: abbiamo un nuovo video presto in uscita… tante altre chicche!

GRAZIE DI CUORE!

Saluti dalla J.S.P Crew

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