Interviste

Tim Hart, batterista dei Boy & Bear presenta il suo terzo album da solista Winning Hand

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Batterista e seconda voce degli australiani Boy & Bear, Tim Hart è in uscita il 19 febbraio con il suo terzo album da solista “Winning Hand”. Anticipato dai singoli “Great Escape” e “Cold Comfort” è un album differente dai precedenti, infatti, Tim Hart per la prima volta registra gli strumenti con l’ausilio di una full band. Il risultato è estremamente coinvolgente e sembra di ascoltare un disco registrato in presa diretta. È un lavoro più maturo dell’artista che integra abilmente spaccati di vita personale con le esperienze vissute ‘on the road’, un piacevole viaggio che ci fa attraversare diversi mondi con un indie-folk che si arricchisce di chitarre anni ’90, archi e batterie scintillanti. Dopo undici anni passati tra comporre album e lunghe tournée, la pausa forzata del 2020 ha dato l’opportunità a Tim Hart di fermarsi e di approcciarsi a nuovi ritmi e a nuove esperienze, tra cui l’essere diventato padre per la prima volta. Nonostante tutti questi cambiamenti, la voglia di Tim Hart di creare e condividere non è cambiata: “Ora più che mai voglio essere in grado di connettermi con le persone. Condividere storie e canzoni. Penso che sia ciò di cui tutti abbiamo bisogno in un anno che è stato così imprevedibile e duro.”

Ho avuto l’opportunità di fargli qualche domanda e non me la sono fatta scappare.

 

Prima di tutto complimenti per il tuo nuovo album che ho trovato fantastico.  All’interno dell’album ho trovato un filo logico che mi accompagna attraverso tutti i brani, quanto tempo ci hai messo a comporlo?

Grazie mille. Penso che mi ci sia voluto circa un anno per scrivere il disco, per lo più durante il tour. Un paio di canzoni sono state scritte più tardi, ma per tutto il resto, ovvero tutta la parte consistente ci ho messo oltre un anno.

 

Devo dire che in generale, anche negli album precedenti, ho sempre avuto quella sensazione di viaggio, sarà che pensare all’Australia così lontana e piena di cose da scoprire fa venire voglia di salire sul primo aereo, certo è che la tua musica porta veramente lontano. Dove ti porta la musica?

Amo molto viaggiare ed è una parte della mia vita. Trovo che la vita, quando è dinamica, sia davvero eccitante ed è quello che voglio essere in grado di condividere attraverso la mia musica. Sono contento che venga fuori in questo modo.

 

C’è una ragione particolare del perché Great Escape e Cold Comfort sono i due brani che anticipano l’album?

Questa è stata una decisione del team con cui sto lavorando. A volte come artista sei troppo vicino al progetto per sapere cosa dovrebbe essere pubblicato per primo, quindi sono felice di seguire il consenso degli altri.

 

Normalmente i batteristi rimangono dietro la band, tu, come è successo a altri batteristi, hai preso il microfono e hai iniziato una carriera da solista (per altro hai una voce bellissima). Seconda voce nei Boy & Bear, quali differenze hai incontrato all’inizio di questa avventura?

Grazie, penso sia una cosa molto diversa suonare musica da solista. Nella band ho così tante armonie che sono quasi sempre dentro e intorno alla voce di Dave. Amo fare questo. Ma con la mia musica c’è una grande libertà, posso fare quello che voglio e la sensazione è fantastica. Se vuoi cantare una canzone in modo diverso in una particolare serata, puoi farlo. Anche l’opportunità di collaborare con musicisti diversi è eccitante.

 

In un brano “All in In” che io adoro, tu dici che c’è l’Australia nel tuo sangue, quanto sono profonde le tue radici e quanto influisce nella tua musica?

Per me l’Australia sarà sempre casa. Penso che questo significhi che ti porti un po’ di quell’identità ovunque tu vada. All’inizio della mia carriera probabilmente ho cercato di scrollarmela di dosso, ma col tempo ho capito che essere te stesso nella musica la rende autentica e reale. Quindi credo di averla assolutamente accettata in questi giorni.

 

Per la prima volta hai registrato con una full band e l’impressione è quella di ascoltare la musica come se fosse in presa diretta, che sensazioni ti hanno avvolto durante la registrazione visto il tremendo periodo che il mondo sta passando con l’impossibilità di fare un concerto?

In realtà ho registrato l’album poco prima della pandemia (con l’eccezione di Great Escape) quindi ero beatamente inconsapevole del tempo orribile in cui ci stavamo per trovare. È stato davvero fantastico registrare dal vivo con una band. Ci si sentiva molto vivi e al limite. È stata una grande esperienza.

 

Quali sono state le principali differenze tra il registrare con la band che ti accompagna durante il tuo lavoro da solista e quando registri con i Boy & Bear?

La differenza principale è che probabilmente c’è molta più spontaneità nelle mie registrazioni. C’è una produzione meno intensa perché voglio essere in grado di catturare la magia del momento piuttosto che essere legato ad una struttura determinata. Amo entrambi i modi di registrare, ma questo modo sembra davvero eccitante come un viaggio sconosciuto.

 

Sei diventato papà e questo è un evento che cambia totalmente la visione delle cose. Sei riuscito a portare parte dell’emozione della paternità nei brani del tuo nuovo album?

Credo che essere padre mi abbia dato una vera opportunità di riflessione. Pensare alla vita, ai momenti belli e agli errori che facciamo. Sicuramente ti cambia, ma per quanto riguarda l’emozione che si fa strada nella musica, non ne sono sicuro.

 

Hai detto che ora più che mai vuoi essere in grado di entrare in contatto con le persone, non so come sia in Australia la situazione ma qui in Italia i contatti sono molto difficili e ne abbiamo un bisogno disperato, speri che la musica possa avere un ruolo nell’animo delle persone in questo momento?

Spero decisamente che la musica possa avere un ruolo. Mi sento malissimo per voi ragazzi in Italia. Eravamo a Milano con Boy & Bear poco prima che si chiudesse. Amo molto l’Italia e spero che ad un certo punto la musica possa davvero accendersi e portare un po’ di guarigione.

 

Quali sono gli artisti che ascolti maggiormente?

Ho ascoltato un sacco di musica. Il nuovo disco di Sufjan Stevens, Buck Meek (il chitarrista dei Big Thief), Westerman, Bonny Light Horseman. C’è un sacco di bella roba che sta accadendo ora!

 

A quanti anni hai comprato il tuo primo disco e quale era?

Credo che avessi probabilmente 12 o 13 anni e penso che fosse probabilmente un disco R’n’B di qualche tipo…non un grande inizio di musica per me…

 

So che hai un mix tape su Spotify che aggiorni spesso, quanta importanza dai all’ascolto della musica soprattutto per i nuovi giovani talenti?

Credo che sia una cosa importante. La cosa più importante credo sia non perdere l’amore per l’ascolto della musica. Sento che è una delle più grandi gioie della vita.

 

 

 www.timhart.com.au   

 

TIM HART ‘Winning Hand’ – 19 febbraio 2021
Nettwerk Records/Bertus
tracklist
Steady As She Goes – Atlanta – Cold Comfort – Great Escape – Turn To Salt – White Flag – Without You – Ace of Hearts – See You Soon – Winning Hand – Wild White

photo credit: Jon Hart

 

 

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