Interviste
Filo Vals, ragazzo dell’Europa. Giovane cantautore romano dallo spirito raffinato e cosmopolita
Filo Vals, giovane cantautore romano è uscito con il suo primo omonimo album il 22 gennaio, scritto in quattro lingue e ci accompagna in un viaggio musicale. Le tracce che troviamo nel disco, tutte scritte dall’artista, sono il frutto dell’esperienza, personale e professionale, che ha maturato in questi anni, muovendosi in lungo e in largo per l’Europa. Ne consegue un album con sonorità e stili differenti, che spaziano dal rock al pop, dal funky al reggae, Filo diventa un esploratore musicale, mettendo e mantenendo la sua personalità in ogni brano: «Se ci ripenso adesso, mi rendo conto che fare un disco con canzoni in lingue diverse per me era probabilmente inevitabile Viaggiare è sempre stata la mia passione e studiare il francese, l’inglese o lo spagnolo è stato il modo migliore per conoscere gli altri e superare quei muri che tanti vorrebbero costruire. Ho imparato che il senso profondo del viaggio è proprio questo: capire che siamo allo stesso tempo tutti uguali e tutti diversi. E senza la diversità e senza il confronto non si cambia, non si impara, si rimane fermi, chiusi nelle nostre piccole certezze e nei nostri grandi egoismi. Invece ora più che mai, disorientati e impauriti da un presente difficile, abbiamo bisogno di creare ponti, legami, connessioni. Per questo ho immaginato le canzoni del disco come le tappe di un viaggio, come quando si incontrano persone di altri paesi, ci si scopre a poco a poco e si capisce che ognuno di noi da vicino è diverso e vale la pena di conoscerlo.».
L’album era stato anticipato da alcuni singoli usciti la scorsa estate come “Bellissima Noia” un brano che porta dentro tutta sensibilità e la carezza della vecchia scuola cantautorale italiana, ma l’intero lavoro possiede una notevole raffinatezza non comune. Mi è venuta la voglia di saperne di più e siamo andati a cercarlo per farci raccontare la sua storia e la sua musica.
Un album d’esordio ricco ed internazionale, c’è la canzone d’autore italiana e il pop inglese, sembra che tu abbia due radici che sorreggono la tua vena creativa in maniera paritetica e parallela, c’è una delle due correnti che prevale in te?
A dire il vero nessuna delle due prevale: mi lascio trascinare da ciò che mi entusiasma a seconda di quello che suono e l’atmosfera che si crea componendo.
Esordire con un disco in inglese e in italiano credi potrà aiutare l’album ad essere apprezzato da fruitori di diverse nazionalità oppure, per un momento, hai avuto paura che lo potesse penalizzare?
Mi auguro che com’è già successo in passato, la musica continui ad essere apprezzata da diverse nazionalità. Mai come oggi, la distribuzione digitale ha abbattuto i confini dei vari mercati nazionali. Mi piace pensare di aver fatto un disco che prova a stare al passo coi tempi.
Trovo il tuo lavoro molto completo, in “Occasionale” mi è sembrato di intravedere un brano della cara vecchia scuola cantautorale italiana, è una canzone che potrebbe cantare anche la mitica Ornella Vanoni e contemporaneamente ha le nuove sonorità indie ed è attualissimo. È stato difficile scegliere i brani da inserire nel tuo primo album?
Grazie per il generoso complimento! Per fortuna è stato facile, è stato più difficile escludere i vecchi singoli da questo progetto, ma ritengo facciano parte di un capitolo antecedente a questo.
L’album sembra un viaggio sia per le sonorità che spaziano dall’indie al reggae ma anche per le diverse lingue che incontriamo, ho avuto l’impressione che tu sia riuscito a viaggiare pur non potendolo fare causa pandemia, ti è mancato il viaggio e ciò che ti porti a casa tornando?
Mi manca da morire viaggiare e arricchirmi umanamente e artisticamente scoprendo nuove culture.
In “Insonne” e “Il Fiore e l’Ape” c’è una leggerezza estremamente piacevole che incarna perfettamente la nuova musica italiana, c’è qualcuno della scena musicale di oggi in Italia che apprezzi particolarmente?
Mi piace molto Andrea Laszlo de Simone per il suo approccio e stile musicale.
La tua vena inglese invece rispecchia molto gli artisti che ami ma in “Bellissima Noia” c’è un coro che mi ha immediatamente richiamato quello in “Simpathy for the Devil” dei Rolling Stones, so che sei un grandissimo fan degli Stones ma anche del reggae e di Paolo Nutini. Quanta Gran Bretagna porti dentro la tua musica?
I riferimenti agli Stones non potevano mancare visto che sono cresciuto ascoltando le loro canzoni. C’è abbastanza Gran Bretagna ma non solo, il disco spazia dal Rock alla Bossa Nova Brasiliana! Mi sono dato la libertà di sperimentare con tanti colori.
Raccontami dei tuoi esordi e di come la tua musica ha preso il volo attraverso le varie piattaforme.
Ero l’amico che dopo una cena e qualche bicchiere di vino tirava fuori la chitarra e cominciava a cantare insieme agli amici. Mai avrei pensato di essere all’altezza di questo lavoro. Poi, laurea in tasca con l’estate alle porte decisi di pubblicare un mio brano che avevo registrato in camera, Mr.World e di montare un video con dei vecchi video di viaggi fatti con il cellulare. Pubblicai il tutto su Youtube e su Spotify usando le piattaforme di distribuzione fai-da-te e incredibilmente divenne virale, prima fra i miei amici, poi fra gli amici degli amici e poi arrivò la radio e la Ford…
“Mr. World” ti ha fatto conoscere al pubblico, adoro questo brano, ti aspettavi il successo che ha avuto?
Assolutamente no, l’ho pubblicato perché a me piaceva da morire ed ero sicuro che avrebbe fatto piacere anche a qualche amico averlo ed ascoltarlo. Non pensavo sarebbe andato così lontano!
In casa hai sempre respirato il significato di notorietà ma ora l’attenzione è puntata su di te e sulla tua musica, come la stai vivendo?
In maniera molto tranquilla, rimanendo molto concentrato in ciò faccio e sul mio lavoro, che poi alla fine è la mia passione.
Mi piacerebbe conoscere cosa altro hai nel cilindro, un artista talentuoso come te, sono certa, che ha un milione di idee in testa.
Ho tantissimi progetti in questo momento, posso solo dire che sto continuando a scrivere e comporre canzoni ma c’è anche tanto altro che sta bollendo nella pentola.
Sei romano e Roma non te la puoi scrollare di dosso facilmente, te la senti dentro o riesci a non sentirne il richiamo?
Me la sento dentro e non posso farne a meno. Roma ti vizia educandoti al gusto e all’estetica circondandoti dall’Arte e dalla Bellezza.
Hai inseguito la tua passione e hai raggiunto il tuo primo obiettivo, hai addirittura fondato una tua etichetta discografica, ti vedi anche come produttore per altri giovani talenti per riunirli sotto la tua etichetta?
Sto cominciando in punta di piedi ad aiutare altri giovani talenti, per ora in chiave amicale. Spero un domani di avere le spalle grosse abbastanza per poter dare un vero aiuto nel portare visibilità a progetti che lo meritano con il supporto della mia etichetta.