Interviste

Davide Shorty, dal Premio Lucio Dalla Sanremo 2021 all’uscita del suo nuovo album.

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Davide Shorty è un artista a tutto tondo che semplicemente ascoltandolo ci porta, con la sua musica, in un mondo fatto di sonorità che lui stesso definisce una fusione di diversi generi musicali.
Impegnato sul palco di Sanremo in gara con le nuove proposte dove ha presentato “Regina”, un brano che mi ha davvero conquistato e mi lascia con la curiosità di ascoltare il suo nuovo album in uscita il 30 aprile con il titolo di “fusion.” Il singolo “Regina” che Davide ha presentato sul palco dell’Ariston è una canzone d’amore che racconta la storia di una giovane donna che si fa forza di fronte ai traumi e gli ostacoli che la vita le ha posto, e le pone, davanti. Una storia che ci viene raccontata attraverso lo sguardo innamorato dell’artista che, ci ricorda che la vita ci coglie sempre di sorpresa, nel bene o nel male. E proprio quando impariamo ad ascoltare e amare la nostra stessa bellezza, l’universo ci darà, in un modo o nell’altro, le risposte giuste. Sono andata a conoscerlo meglio.

Intanto complimenti per il tuo percorso musicale che fino ad oggi ho seguito, visto che adoro la tua musica, un percorso che ti ha portato sul palco dell’Ariston. Credi che l’impatto di essere senza pubblico possa essere vissuto come una situazione pesante o paradossalmente possa andare, in qualche modo, ad enfatizzare l’attenzione per la musica stessa?

È sicuramente strano il fatto che non ci sia pubblico e penso che possa essere un motivo per incentrare l’attenzione più sulla musica. Personalmente non ci sto pensando molto, non ci sto facendo troppa attenzione proprio perché, sono molto concentrato sulla musica e subirmi questa esperienza al 100% nel modo più presente possibile. É chiaro che sarebbe una cosa bellissima avere l’energia del pubblico nel teatro ma è un sacrificio necessario in un momento come questo.

L’avventura di Sanremo ti vede tra le nuove proposte ma tu non sei esattamente di primo pelo e lo dimostrano le molteplici collaborazioni che hai avuto e che ancora hai con tantissimi artisti stranieri e non, chi è riuscito a lasciare un’influenza sulla tua vena compositiva?

Sicuramente tutte le mie collaborazioni hanno lasciato una bella impronta sulla mia vena compositiva e credo che lo scambio tra esseri umani giovi tantissimo all’arte. Mi piace da impazzire collaborare, specialmente quando trovo chimica con altre persone. Devo dire che tra le collaborazioni più determinanti della mia carriera, sicuramente posso citare Daniele Silvestri, una persona da cui ho imparato e la cui pacatezza e calma mi ispira veramente ogni giorno a cercare di essere simili a lui perché lo vedo centratissimo. Mi piace da impazzire quello che fa musicalmente e cerco di poter estrapolare qualche qualche trick di scrittura per poter aggiungere alla mia di scrittura.

Hai detto che ogni canzone è stata scritta e prodotta per urgenza e che tutte le collaborazioni sono nate grazie ad una connessione spirituale tra esseri umani, come manifestazione tangibile di tale connessione, trovo che sia una bellissima immagine, quanto conta per te la spiritualità?

Negli ultimi due anni e mezzo ho fatto un percorso spirituale abbastanza intenso, ho iniziato a meditare, a conoscermi e soprattutto a curare la mia salute mentale di conseguenza il mio spirito ne ha giovato. Credo che la spiritualità sia fondamentale per l’arte proprio perché lo spirito di aiuta a prendere controllo di quelli che sono i tuoi mezzi del tuo corpo e delle tue capacità. Ti da, anche, una consapevolezza che in realtà siamo uno e siamo frammentati in quello che conosciam,o in questa esistenza se vogliamo. L’unione è il risultato finale, è quello che succede quando si va oltre la vita. Ricongiungersi.

Hai precisato che hai scritto, rappato e cantato per necessità, quanto e cosa muove la musica nella tua vita?

Tutto muove la musica nella mia vita. Ogni singola esperienza persona e fatto. Mi basta guardarmi intorno e in un modo o in un altro trovo musica.

Il 30 aprile uscirà il tuo nuovo album “fusion.” ma il 5 marzo ci regali un’anteprima con “fusion a metà” la prima parte del tuo nuovo lavoro. Una tracklist di 7 brani che vedono collaborazioni davvero importanti, hai voglia di svelarci qualcosa a riguardo?

Ho deciso di chiamare l’album “fusion.” dopo che qualcuno mi ha mi ha detto in televisione che io sono fusion. In realtà non sono fusion dal punto di vista del genere musicale ma sono una fusione di generi musicali. Non solo, sono anche una fusione di culture diverse in quanto siciliano, in quanto trasferito a Londra, in quanto mi piace mescolarmi e cercare di celebrare la diversità e vederla come ricchezza. Penso che “fusion.” potesse essere il titolo più azzeccato. Ho deciso di tenere il titolo tutto minuscolo con il punto alla fine, intanto perché sai che il caps lock è come se tu urlassi, quindi, tutte le lettere minuscole ti danno un senso di pacatezza e di calma nell’espressione del messaggio e il punto vuole essere proprio categorico: fusion punto senza bisogno di altre spiegazioni. È una fusione.

Come tutti ci auspichiamo, speriamo che la musica live possa ritornare presto, io ti ho visto e fotografato live e sei pazzesco! Quanto ti manca il rapporto diretto con il tuo pubblico?

Va da sé dire che mi manca da impazzire e che mi auguro veramente si possa tornare presto. Ogni tanto ho fatto delle dirette Instagram, dei live, ho fatto un po’ di freestyle ma ovviamente non sarà mai la stessa cosa e ne abbiamo bisogno. Spero che le istituzioni comincino a dare un po’ più peso alla nostra categoria e al nostro lavoro, che ci possano dare una mano ci possono lasciare fare il nostro lavoro in sicurezza e spero, soprattutto, che si possa tornare alla vera normalità quanto prima e non darla mai più per scontata.

 

Foto di Alberto Romano

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