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Interviste

Starship 9, tornano con un nuovo EP in uscita il 9 giugno

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A due anni di distanza dal loro omonimo esordio, gli Starship 9, ovvero Ernesto Cornetta e Fabio Fraschini, tornano a pubblicare materiale inedito a tre anni dal loro primo album. Il duo romano confeziona un EP dal titolo “Hot Music” edito dalla storica Cinevox Record (vedi Ennio Morricone, Nicola Piovani, Goblin etc). All’interno dei 4 pezzi troviamo sonorità synth-pop e una ricerca della melodia con sofisticate atmosfere cinematiche condensate nelle aperture strumentali. “Hot Music” è un’originale miscela sonora senza data di scadenza. Questo lavoro è l’anteprima del loro futuro secondo album e crea un ponte tra i due lavori degli Starship 9.
Ernesto Cornetta e Fabio Fraschini sono entrambi di Roma,  amici da sempre, condividono esperienze musicali in studio e dal vivo. Starship 9 nasce dalla comune passione per temi e melodie delle musiche da film, da cui traggono ispirazione, soprattutto nel versante romantico e nelle derive easy listening.
Sono andata a conoscere loro e le loro bollenti composizioni più da vicino.

Un disco che viaggia attraverso gli ultimi decenni, le sonorità portano lontano e poi prepotentemente diventano presenti e attuali, parliamo di questo nuovo progetto davvero molto travolgente.

Si tratta di un Ep di quattro brani che vuole essere un assaggio del secondo disco full length su cui stiamo lavorando. Queste tracce sono significative dell’ultimo periodo ed è stato naturale volerle pubblicare subito nella loro freschezza!  Le sonorità derivano dalla bella sensazione di totale libertà data da un non-progetto che vive diversi momenti, pur avendo il denominatore comune nella ricerca delle atmosfere cinematiche che caratterizzano la nostra produzione, così come l’impronta retrò nella scelta dei suoni e nel missaggio. È stato divertente lavorare in questo modo e ritrovare subito l’intesa – anche se spesso a distanza, visti i tempi – e la disponibilità – per non dire entusiasmo – degli altri fantastici musicisti che ci hanno dato una mano.

Quanto si discosta dai vostri lavori precedenti?

È sicuramente un lavoro più eterogeneo dei precedenti… siamo sempre noi con un paio di anni di più, anche perché le situazioni di vita vissuta, da cui parte qualsiasi cosa, e le fonti di ispirazione sono in continua evoluzione, e noi con loro. Ogni periodo toglie o aggiunge qualcosa.

So che avete e vi ispirate a diverse influenze musicali, come rendete omaggio ai vostri artisti di riferimento nelle vostre composizioni pur rimanendo molto originali?

L’omaggio, a meno che non sia un tributo o dichiarato nelle intenzioni – come è stato nel nostro rapporto con Stelvio Cipriani – deriva dall’involontario assorbimento di alcuni pattern di arrangiamento o impronte sonore che poi vengono riconosciute ex post, dopo aver sentito il risultato finale. È tutto un “mi ricorda gli Air, è morriconiano, è pinkfloydiano..” perché i musicisti appassionati tendono a sentirsi un po’ tutti gli artisti che stimano! Le influenze arrivano proprio dal benessere ricavato dall’ascolto di capolavori, si tratta di scintille di ispirazione, ma nulla più. Un lavoro sincero come il nostro è di per sé originale, perché il tutto viene processato da esseri pensanti, col proprio stile e le proprie esperienze di vita. 

Quando siete in fase compositiva vi aiuta guardare vecchi e nuovi film per trarre ispirazione anche dalle immagini?

Lavoriamo molto di immaginazione, amiamo dire, in tono leggero, che la nostra musica è ispirata da un film ancora da girare.

Sono romana come voi e so quanto pesa una città eterna sempre presente, ma quanto è presente Roma nei vostri brani?

Roma è ciò che ci circonda, è la nostra casa, è il nostro patrimonio di ricordi e di esperienze, musicali e non. C’è questa indolenza del “ci pensiamo domani”, è davvero senza tempo, non ti lascia via di scampo. Abbiamo intitolato lo strumentale iniziale “Roma Inferno e Paradiso”, tributo al maestro Piero Umiliani – ma solo nel titolo – per riprodurre in salsa quasi western le sensazioni contrastanti della nostra città, che sa essere anche spietata. Dopo “Cinema Roma” del precedente album e dopo questa, abbiamo deciso che in ogni uscita ci sarà un pezzo dedicato a Roma, se lo merita, e c’è sempre qualcosa da dire.

Ho avuto l’occasione di ascoltare in anteprima i brani contenuti nella vostra ultima fatica musicale, mi piacerebbe me ne parlaste nello specifico.

 “Hot Music” esce ancora con la storica etichetta Cinevox Record, con tutto l’immaginario che ne deriva… e siamo onorati di farne parte. Per quanto riguarda i quattro brani, si parte da “ROMA INFERNO E PARADISO”, una cavalcata cinematica strumentale  “poliziottesca” ma anche romantica, piena di riferimenti per gli amanti del genere; “MAYA GIRL“ è il pezzo più leggero musicalmente, potenziale singolo, ma con un testo piacevolmente“pesante” perché è la dedica di un padre a una figlia che ha generato forti attacchi di commozione all’autore;  “FAVOURITE WOMAN” è una storia d’amore dal sapore lounge/easy tempo  cucita su un personaggio femminile, con la voce di Marjorie Biondo; “LIGHTS OUT” ha un’anima più elettronica rispetto agli altri brani, mantiene la voce vocoderizzata dalla chitarra – un po’ un nostro marchio di fabbrica se parliamo di elementi originali  – e alterna momenti acustici a spunti synth-pop, sempre rigorosamente sognanti. Diciamo che complessivamente è una playlist che sintetizza bene il nostro campionario musicale.

Riuscite a tenere una linea unica, musicalmente parlando, o ci sono dei momenti in cui il gusto di uno o dell’altro vorrebbe emergere?

Ci dispiace deludere i lettori più curiosi, ma siamo in completa sintonia su tutto!

Come nasce la vostra collaborazione musicale? Siete amici da molto?

La nostra amicizia è pluridecennale, dai tempi della nostra prima band. Nel corso degli anni non c’è stato un solo momento in cui ci siamo persi, siamo partner musicali da una vita, e questo forse è proprio il “timeless sound” che ci piace citare spesso e volentieri.

Le vostre sonorità non hanno barriere geografiche, la vostra musica può arrivare ovunque, avete pensato anche ad un mercato internazionale?

La musica in sé non ha barriere geografiche, soprattutto di questi tempi, è un linguaggio universale, e bla bla bla, ma è proprio così, e certo che abbiamo pensato a un mercato internazionale, anche se è necessario finire nelle orecchie giuste, e non dipende solo dalla nostra volontà o capacità. D’altronde c’è un mare di perle sommerse che reclamano spazio ma anche iper-produzione in giro, tutto pronto nei servizi di streaming musicale. Dalla nostra parte, c’è una proposta che esula dai circuiti commerciali usa-e-getta, e proprio in questo risiede il suo valore. Insomma, dopotutto, insieme alla Cinevox, ci sentiamo portatori sani dell”italian touch” nel mondo e ce la metteremo tutta a farci conoscere, e se non si creeranno le condizioni c’è un altrettanto italianissimo “pazienza” per non dire altro (alla romana) J… in ogni caso, al primo posto c’è sempre il privilegio di potersi esprimere in una forma d’arte e lasciarsi avvolgere dai suoni.

Avete già previsto dei video o dei corti per presentare il vostro nuovo disco?

Stiamo lavorando su un lyric video abbastanza originale per “Maya Girl”, non ci resta che attendere fiduciosi…

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