Interviste

Fabio Curto, il vincitore della terza edizione di The Voice Italy torna con il seguito di Rive

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È uscito il secondo volume di Rive, album del vincitore della terza edizione di The Voice Italy Fabio Curto. L’artista ha pubblicato l’album il 23 giugno, anticipandolo con il singolo Herman Hesse il 14 dello stesso mese. La prima parte (che avrebbe dovuto essere l’unica peraltro) è uscita nel 2018, iniziando un viaggio tra folk e cantautorato, canzoni dalle tinte bucoliche reminiscenti della terra natìa e osservazioni riflessive.
In questo secondo volume sentiamo 14 brani e vediamo partecipare i Modena City Ramblers (Il Mio Cuore), Cisco e Fry (La Terra dei miei Figli) ed Angelo Branduardi (Madre Terra – Special Edition). Partecipazioni di tutto rispetto che evidenziano ancora di più il talento di Curto che non sfigura affatto di fianco a nomi così importanti nel folk italiano.

Oltre ad aver vinto The Voice of Italy nel 2015 il cantante ha partecipato e vinto al festival Musicultura del 2020 ed è l’unico finalista italiano del Festival Internazionale New Wave di Soči in Russia nell’edizione di quest’anno. Un artista quindi che sa muoversi nel mainstream e nello showbiz come nell’ambiente al polo opposto, fuori dal business e dai talent show.
Un nome destinato a diventare un classico della nostra nazione con un grande talento, un’evidente conoscenza della musica e con una produzione di assoluto rispetto.
Mentre aspetto con ansia le prossime uscite consiglio caldamente l’ascolto di Rive, Vol.2 a tutti!

È uscito il 23 giugno il secondo volume di Rive, il tuo terzo album datato 2018. Era un seguito programmato dall’uscita del primo volume o è stata una scelta successiva?

È stata una scelta successiva, avevo anche pensato di staccare completamente dal volume 1, ma nel team ci si era affezionati così tanto all’idea di un volume 2 che non ho avuto il coraggio di esprimere neppure una perplessità.

Rive Vol.2 ti consacra come cantautore scuola folk, italianissima ma certo non senza vaghi rimandi al folk britannico (prendo ad esempio i Mumford & Sons o, per certi versi, anche Passenger). Hai mai pensato di espanderti anche all’estero con la tua musica?

Fino a qualche anno fa i miei pezzi migliori erano scritti tutti in lingua inglese, pensavo di andare in America per un po’, me lo consigliavano in tanti. Dopo un lavoro lunghissimo fatto insieme all’autrice Andrea Smith per mettere a posto un repertorio di circa 24 brani in inglese è successo qualcosa: ho iniziato a trasportare in italiano qualche brano che pensavo impossibile da far rendere in un’altra lingua e sorpreso del risultato ho cambiato approccio anche con la scrittura in italiano. Negli ultimi anni ho portato la mia musica in diversi angoli del mondo, mi farebbe piacere continuare a farlo.

In Rive Vol. 2 hai collaborato con i Modena City Ramblers, Cisco e Fry ed Angelo Branduardi. Come hai vissuto quest’esperienza? Come ti sei trovato a lavorare con questi autori?

Sono stati incontri bellissimi accompagnati da giornate bellissime. Per me l’incontro artistico è sempre un nuovo inizio perché mi lascia per forza di cose qualcosa di cui ignoravo l’esistenza prima. È stato molto bello per me vedere quante similitudini ci siano tra noi, sia caratteriali sia artistiche e mi sono sentito trattato alla pari da persone che hanno segnato la mia crescita musicale.

Hai vinto la terza edizione di The Voice Italia e l’edizione 2020 del festival Musicultura. Quanto hanno cambiato il tuo approccio alla musica questi eventi?

Sicuramente il talent mi ha fatto capire molto della musica in termini di show business, mentre Musicultura mi ha confermato che c’è ancora la possibilità di fare musica al di fuori dello show business, quindi paradossalmente sono state due esperienze opposte che non hanno fatto cambiare dentro di me il rapporto intimo che avevo con la musica già precedentemente. Tuttavia devo anche ad entrambi queste esperienze, come è giusto che sia, il risultato di ciò che sono oggi.

Sei nativo di Acri, in Calabria. Quanto c’è della tua terra natia nella tua musica?

Molto, porto sempre i bei ricordi della mia terra nel cuore.

Come già detto sembri esserti stabilito nel folk, o se non altro in quell’ambiente. Proseguirai su questo tipo di musica? Ci saranno svolte?

Mi sento molto a mio agio nel genere, riesco a esprimermi bene anche solo chitarra e voce, per ora il mio linguaggio direi che è questo, tuttalpiù tenterò di perfezionare ciò che sto già facendo.

A proposito del futuro: hai già qualche lavoro in porto? Dobbiamo aspettarci un volume 3?

Credo il tempo delle “Rive” sia finito perché lo avevo concepito per un massimo di due sponde tra le quali si muove un mare costante. Per il futuro ci sbizzarriremo con qualche nuovo titolo sebbene in tutta franchezza non mi sia mai interessato molto né dei titoli delle canzoni, né degli album.

Vuoi dire qualcosa ai tuoi ascoltatori?

Vi voglio bene e magari qualche volta, anche per caso le nostre vite si incroceranno.

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