Interviste

Gimbo – tra montagne, boschi, cascate e miliardi di stelle

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È uscito l’8 luglio il videoclip del singolo Tra miliardi di stelle dell’artista romano Giampietro Pica, in arte Gimbo. La canzone è contenuta nel disco Come l’uomo della luna, uscito il 26 febbraio di quest’anno.
Il video, adattandosi alla perfezione all’atmosfera creata dal testo del brano, ritrae il cantautore che fa da cicerone all’ascoltatore accompagnandolo in ambienti naturali dalla bellezza ineffabile situati in centro Italia, tra i comuni di Norcia, Cittareale ed Amatrice. La scelta non è casuale: questa zona è stata infatti colpita dal violento sisma del 2016 e il video funge in un modo o nell’altro da dedica a tutte le persone coinvolte nel disastro.

La sezione strumentale segue un ritmo jazz-folk accattivante, arricchito dalla presenza del musicista Javier Girotto al sax e al flauto.
Il genere resta più o meno lo stesso anche nel disco: tra tinte patchanka, folk, jazz, fino al reggae ed al country, Gimbo racconta il suo profondo rapporto con la natura e con il mondo circostante: le musiche gitane, i canti folkloristici andalusi, le Ande e il Sudamerica… anche da casa siamo trasportati in queste mete lontane grazie alla miriade di sensazioni e richiami. Ideale per questo periodo di incertezza.

Dall’8 luglio è disponibile per la visione il videoclip del tuo singolo Tra miliardi di stelle, tratto dall’album pubblicato il 26 febbraio Come l’uomo della luna. Il video si svolge in mezzo alla natura tra i comuni di Amatrice, Cittareale e Norcia, zona colpita nel 2016 da un violento sisma. Com’è nata questa iniziativa?

Il video è il secondo pubblicato per l’album “Come l’uomo della luna” ed in questa occasione volevo trasmettere un senso intenso di libertà e benessere. Così ho pensato di farlo raccontando visivamente alcuni posti cui sono molto legato e che a me danno quelle sensazioni. È stato tutto molto istintivo.

Il testo e il mood del brano si posano perfettamente nel quadro naturale del video. La scrittura di Tra miliardi di stelle è stata influenzata da scenari di questo tipo o l’ispirazione è arrivata da qualcos’altro?

Tutto il disco “Come l’uomo della luna” è stato influenzato da questo rapporto con la natura. “Tra miliardi di stelle” racconta la Via Lattea vista da casa mia, in montagna, come un’autostrada del cielo che mi ha portato all’altro capo del Mondo. I riferimenti che seguono raccontano di voli intercontinentali, di notti lunghe il doppio, di sogni che diventano realtà, di spazi immensi e di una natura che ti cambia.

Al sax e al flauto nel singolo vediamo la partecipazione del musicista jazz Javier Girotto. Com’è stato collaborare con lui? Come vi siete trovati? Lavorerete nuovamente insieme?

È stato emozionante. Durante le registrazioni abbiamo parlato un po’ ed ho avuto modo di raccontargli tanti aneddoti legati al disco e a questo brano. Così, improvvisamente si è creata un’empatia che raramente ho vissuto. Un grande artista che ha dedicato non “semplici” note a quell’occasione. Se si ascolta “Tra miliardi di stelle” o anche “Nel mondo di Satià” si rivivrà il respiro dei nativi del Rio Ucayali o il saluto degli indios delle Ande. A modo nostro siamo stati compagni di viaggio… di un viaggio che ancora continua…

L’album rappresenta un ideale di viaggio, di esplorazione, che sia di generi musicali o del mondo effettivo. Hai mai desiderato portare la tua musica all’estero?

Assolutamente si. Alcuni brani del disco sono stati ispirati dalla musica andalusì, da esperienze di vita tra Granada e Tarifa, da serate a suonare in piazza con i gitani o gli artisti provenienti da tutto il Mondo. “Adentro” è stata scritta proprio grazie a questo incontro.

Hai avuto qualche ispirazione in particolare durante la produzione del disco?

Consideriamo che il disco ha 11 tracce ma che almeno altre sette sono rimaste fuori e non perché le trovassi in difetto ma semplicemente perché nate con un’ispirazione. L’identità o il motivo di ciascuna le ha portate altrove. Quando le riascolto lo percepisco nettamente.

Vuoi dire qualcosa ai tuoi ascoltatori?

… che li ringrazio per aver avuto la curiosità di ascoltare un disco così. Non è un disco “immediato” anzi direi che bisogna entrarci dentro con il tempo. Ma a quanto pare sta avvenendo proprio questo.

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