Interviste

BLIND, il rapper perugino ci racconta Triste uscito oggi in collaborazione con Giaime

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Fuori oggi, venerdì 30 luglio, “TRISTE” (Epic Records Italy/Sony Music Italy), il nuovo singolo di BLIND & GIAIME, disponibile in streaming e digital download al link https://epic.lnk.to/triste. Prodotto da SIXPM, il brano ci conquisterà con le sue sonorità estive, ma nasconde nelle parole la delusione e il dolore di una storia d’amore finita da poco. 

Franco Rujan, in arte Blind, ha 20 anni e vive a Perugia. Vuole riscattare il suo passato attraverso la sua musica. Ha deciso di chiamare il suo progetto Blind perché l’unica cosa che vede davanti a sé è il suo obiettivo di fare musica. Ha partecipato all’edizione di X FACTOR 2020 nella categoria Under Uomini, dove ha colpito da subito giudici e pubblico: su YouTube, la clip della sua audition dove ha presentato per la prima volta davanti ai 4 giudici “Cuore Nero” ha superato le 3 milioni di visualizzazioni. Arrivato in finale, Blind pubblica insieme agli altri finalisti il suo primo EP, dal titolo “Cuore Nero” (Sony Music Italy), che contiene i brani eseguiti durante i live di X Factor 2020 e ”Hola”, un inedito prodotto da Frankie Watch. L’EP riscuote un grande successo e in particolare l’omonimo singolo conquista la certificazione di disco di platino. A febbraio 2021 esce il singolo “Promettimi” feat. Guè Pequeno e Nicola Siciliano, mentre ad aprile partecipa al brano “Non cambi mai” di Mameli, firmandone il featuring con Nashley. Blind non si è fermato ai testi delle canzoni per raccontare il suo passato, ma ha deciso di mettersi a nudo in “Cicatrici”, libro autobiografico pubblicato a giugno di quest’anno, in cui racconta le sue debolezze e paure di una vita che sta trovando finalmente il modo di riscattarsi attraverso la musica. 

Ciao Franco, come stai?

Tutto bene, dai.

Parliamo di questo brano che è uscito oggi e che ti ha visto collaborare con un altro grande artista come Giaime.

Triste è nata poco dopo la fine di X Factor ma sentivo che al brano mancava ancora qualcosa e, dato che apprezzavo molto Giaime ma non lo conoscevo, ho provato a farglielo ascoltare e gli è piaciuto molto. Ha scritto quindi la strofa e siamo andati insieme in studio per ultimarlo. Da lì è nata anche una grande amicizia!

Questo pezzo è il secondo singolo uscito dopo Promettimi, che hai inciso praticamente subito dopo il programma e con il tuo artista preferito Guè Pequeno, e ovviamente con Nicola Siciliano. Come nacque quella collaborazione?

Il brano è nato in pochissimo tempo, l’ho scritto insieme a Paolo Antonacci insieme a Andy66DM, che ora sta a New York, non è qui in Italia. E’ piaciuto subito a Guè, che ha messo anche una strofa da paura rendendolo anche più bello e più ruvido. Anche con Nicola c’è stato l’attimo: ci siamo trovati in studio, a lui è piaciuto tantissimo e in una giornata più o meno abbiamo chiuso il brano. E’ stato bellissimo lavorare con loro perché Guè è uno dei miei artisti preferiti e lanciare il mio singolo insieme a lui, dopo il programma, è stato un sogno. Non riesco ancora ad esprimerlo.

Natale, Pasqua e Pasquetta tutto insieme.

Tutto insieme, capito? Tutto insieme! Anche Nicola è giovane, è un fenomeno: lo seguivo da prima del programma, siamo diventati anche amici ed è stato bellissimo tutto quanto. Promettimi è la storia di chi ha paura di perdere la persona giusta, che è al suo fianco: la persona che ti capisce, che non ti giudica. Credo capiti a tutti un giorno di dire questa cosa: “Promettimi che non vai via: qua se ne vanno un po’ tutti ma tu promettimi che non vai via”. E’ questo il senso del brano ed è importantissimo per me perchè è stata la prima cosa che ho fatto senza l’aiuto della spinta televisiva.

Di cui non credo tu abbia più bisogno!

Grazie! (ride)

Come dico sempre, è molto complicato essere originali nelle domande con voi di X-Factor, perché avete un tale livello di esposizione che il pubblico vi conosce come dei big. Tu in particolar modo hai messo tantissimo in gioco di te.

Mi sono presentato al pubblico com’ero e come sono adesso, con tutto quello che ho passato, per dimostrare che qualsiasi ragazzo come me può realizzare il proprio sogno se ci crede. Non che io l’abbia raggiunto ancora, il mio sogno è diventare grande, grande grande, ma lo sto vedendo, quindi ci credo ancora di più. Promettere è importante: vuol dire che tu dai la parola a un’altra persona che ti ascolta. Quindi se fai una promessa la devi mantenere, sennò è una presa per il culo.

E ultimamente credo che la parola data, anche nei rapporti, abbia perso un po’ di valore.

La promessa per molta gente è scontata: te lo prometto e poi i fatti  non ci stanno. Sulla musica e su tutto: rapporti sentimentali e tutto quanto.

Tu hai fatto vedere il tuo rapporto con l’amicizia: i tuoi amici ti sono rimasti sempre accanto, tu li chiamavi sempre!

Ecco, loro me l’hanno promesso. Quella è una promessa mantenuta, come io l’ho fatta a loro.

Adesso voglio una risposta ipersincera: da quando è finito il programma ti sarai sicuramente reso conto di alcune delle insidie che nasconde il diventare famosi. Non hai paura che alcune di queste lusinghe ti facciano rimangiare le promesse fatte a te stesso e ai tuoi amici?

E’ insidioso e difficile, perché è tutto nuovo. Anche l’ansia per la canzone: non dovrei avere l’ansia, perché la canzone mi piace. E invece ho l’ansia perché trasmetto delle emozioni. E’ tutto diverso da cosa facevo prima, da come vivevo prima: la mia vita è cambiata a 360°, da prima che mi conosceva solo il quartiere, i ragazzi del posto, a ora che mi conosce tutta Italia…è tutto diverso, quindi è difficile. Però la promessa l’ho fatta, di credere nel mio sogno, quindi supero tutte le difficoltà.

Forse è anche più lusinghiero di un amico vero, questo mondo: l’amico vero dovrebbe arrivare a volte diritto nei denti o negli stinchi, mentre questo mondo un po’ ti accarezza, almeno all’inizio, e ti dice “vai che hai ragione” quando magari non ce l’hai.

Non mi sono mai fatto dire cosa fare o cosa fosse meglio fare: se voglio fare una cosa, anche se è sbagliata e la capirò dopo, la faccio e sbaglio per conto mio. Non voglio arrivare al punto di dire “Cacchio, se facevo di testa mia era maglio”. Per fare le tue scelte devi essere te stesso: se poi sbagli la prossima volta non lo rifarai. Una frase che mi piace è “Non farti mai dire da nessuno ciò che devi fare”.

Anche perché così se devi tornare indietro sai dov’è il punto di partenza.

E non arrivi al punto di dire “se avessi fatto di testa mia era meglio”. Molte volte capita che, anche i più esperti ,ti dicono di fare in un certo modo. Tu lo fai, sbagli, scopri che invece la tua strada era quella giusta e ci rimani male. Ma non perché hai sbagliato, perché non hai seguito il tuo istinto.

Una cosa che sicuramente hai fatto è stato portare un lato motivo nel tuo genere musicale, e non si era mai visto un rapper piangere così tanto.

Ma vai, va! (ride) Quella si chiama sincerità e aver passato realmente le cose che dico, aver davvero sofferto nella mia vita. E arriva il punto il cui si esplode, che uno non si tiene più le cose dentro. Sennò uno è tutto chiacchiere, can che abbaia non morde, invece io ho dimostrato davvero di essere quello che ero, di essermi sfogato davanti al pubblico: ma non perché mi piace piangere davanti alla gente, ma per poter trasmettere quelle emozioni che provavo in quel momento.

Infatti è quello che mi è piaciuto più di te, perché è una cosa che personalmente ho passato anch’io: quando non riesci a trattenerti più indipendentemente da dove ti trovi. Si vedeva che eri in balia di emozioni che volevano uscire da tanto tempo, sia belle che brutte.

Come l’errore che ho fatto in semifinale: non è che io mi sono scordato la canzone, è che non capivo più un cazzo, stavo male veramente (ride).

Una cosa che io morivo dalla voglia di chiederti fin dall’inizio, ma non ti offendere: ti sarà ricapitato di vedere il video di presentazione, quando ti sei presentato da duro e bullo di quartiere da Emma, che ti ha zittito in due nanosecondi. Cosa ti passava per la testa?

Era quello che volevo: volevo che qualcuno mi levasse la maschera, la corazza che avevo. Sono arrivato, io volevo puntare alto e trovare chi poteva tenermi testa dato che sono una testa calda pure io, volevo far capire che volevo levarmi quella corazza. Lei mi regalò un libro, Il piccolo principe, e mi ha lasciato una dedica sulla prima pagina prima dei Live: “spero di riuscire a levarti tutte le corazze che hai intorno”, una cosa del genere, perché io veramente sono arrivato da duro, lei mi ha risposto, e quando ho cantato con lei che mi ascoltava ho capito che dovevo essere me stesso, perché se restavo me stesso mi piacevo. E mi ha dato ancora più forza per essere ciò che ero.

Il piccolo principe è un capolavoro che può essere letto e riletto, e ne esce sempre qualcosa che non avevi colto la volta prima. Tu hai partecipato, forse, a quella che sulla carta poteva essere l’edizione più sfigata di X-Factor, senza pubblico e senza eccessive grandiosità. Alla fine, però, credo sia stata l’edizione qualitativamente più alta.

Si, l’edizione con più numeri, e il Disco d’oro nel programma non era mai successo.

Quanto hai gongolato da uno a dieci?

Eh, alla fine un pochettino…non vedevo l’ora finisse la puntata (ride). Non vedevo l’ora di uscire dal palco, tornare a casa e divertirmi perché ho lavorato veramente tanto.

Da prima di X-factor, da quanto ci stavi lavorando?

Dal 2016 – 2017. Ho iniziato a fare le aperture degli artisti qui a Perugia, nei locali, scrivevo da indipendente e pubblicavo le canzoni su YouTube affiancandomi a un sito di deposito, quindi depositavo le canzoni anche su Spotify, e poi mi sono iscritto a X-Factor e ora sono qui a parlare con te.

Che è la parte più importante del percorso, devo dire! (ride)

Se fossimo in un anno normale tu adesso saresti già in tour, lo sai vero?

Si, certo.

Questa cosa quanto ti sta bruciando dentro?

Mi brucia tanto: sono molto legato alle persone che mi ascoltano, perché vuol dire che comprendono i miei messaggi e questo mi fa molto piacere, davvero molto piacere. Trasmettere ciò che vuoi dire tramite canzoni è bello, ma farlo dal vivo è ancora più bello. E’ ciò che non ho mai provato, perché la situazione è questa e prima non facevo date: quindi non vedo l’ora di salire su un palco e far cantare il pubblico.

Per uno come te, che sta dando un messaggio forte, il rap usato per passare emozioni e vissuto, non avere il contatto coi fan che ti dicono se stai cannando o se stai facendo bene dev’essere una sensazione brutta.

Si. Brutta però onestamente non ho fatto nessun live. Come mi posso sentire…fa strano, perchè sono anche curioso di sapere come mi sentirò o quanta gente potrò portare. Ma sono sicuro che al mio live ci verranno mamme, figli, ragazzi…un pubblico ampio.

Di solito non mi piace fare domande tipo “progetti futuri”? Anche perché che cazzo vuoi progettare quest’anno?

No, ce l’ho un progetto! Sto mettendo in cantiere nuove bombe con altri artisti, altre collaborazioni, producers con cui non mi sarei mai aspettato di collaborare.

Senza che mi dici i nomi: c’è stato qualcuno che si è fatto pregare e qualcuno che mai ti saresti aspettato che venisse da te?

Che si è fatto pregare no: abbiamo presentato il progetto e ci dicevano si o no senza problemi. Ma ho visto anche artisti che conoscevo da anni che come mi hanno visto sono venuti a presentarsi: “piacere, spacchi” e questa cosa mi ha dato un sacco di forza, un sacco di coraggio.

Pensando al momento che stai vivendo adesso, tre parole per dirmi cosa rappresenta la musica nella tua vita.

Riscatto, sincerità e futuro.

Futuro adesso è una parola tosta da usare.

Si deve guardare sempre avanti!

Che ne pensi di quelli che dicono che se guardi nel futuro ti perdi il presente?

No, se guardi nel futuro vivi il presente! Per arrivare dove vuoi devi fare determinate cose nel presente.

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