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Lorenzo Kruger, la ripartenza con Singolarità, il suo nuovo progetto solista

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Lorenzo Kruger, cantautore ed ex frontman del gruppo alt-rock Nobraino, ha pubblicato il primo album del suo percorso solista: Singolarità.
Il disco è stato preceduto da due singoli, entrambi usciti quest’anno, Con me Low-Fi e il più recente Il Calabrone. Il primo brano parla di un rapporto non canonicamente passionale tra due persone, più simile ad un’amicizia tra alti e bassi, che nel video trova i due perfetti attori nei figli del cantante ripresi mentre giocano insieme in casa.
Il secondo nasce da un gioco, un post di Facebook dove Kruger chiedeva ai suoi follower di suggerirgli frasi di circostanza: queste farsi hanno successivamente costituito interamente il testo della canzone.

Oltre ai due singoli Kruger ha cominciato una campagna promozionale per l’uscita di Singolarità, costituita fondamentalmente da una serie di eventi live in giro per l’Italia dove brani presenti (e non) nell’album vengono performati solo voce e piano, intervallati da chiacchiere sul disco, commenti e interventi di ospiti.
L’album è uscito alla mezzanotte del 9 settembre ed è disponibile per l’ascolto: cogliete l’occasione o, meglio ancora, andate agli eventi per un’esibizione ancora più interessante!

Come prima domanda, banale ma non troppo, volevo chiederti di parlarmi del tuo ultimo singolo Il Calabrone. Ha un antefatto? Qualche storia dietro?

Guarda, stavo pensando alle presentazioni dei brani per l’evento di stasera e per questo mi viene da dire che non sono contentissimo del testo. Non so se hai seguito la questione ma il brano è stato assemblato da un post di Facebook dove chiedevo suggerimenti su queste frasi da inserire per le quali, tra l’altro, non ho nemmeno una definizione precisa perché non sono proprio luoghi comuni o modi di dire, ma più frasi di circostanza. Non sono contentissimo perché appunto ho dovuto sceglierle bene per farle stare in metrica, e in più temo di aver usato quelle più banali, quindi è un banale al cubo. La mia idea sarebbe quella di riscrivere il brano, un Calabrone 2 sulla stessa armonia e metterlo nel prossimo disco.

Invece l’altro tuo singolo da solista, Con me low-fi, è uscito su YouTube con un video fatto in casa in tutti i sensi. L’hai fatto durante la quarantena?

L’ho fatto parzialmente durante la quarantena. Parte del video era proprio materiale “di repertorio”, con i bambini abbiamo effettivamente passato del tempo insieme. Mentre pensavo al video stavo ragionando su questi due soggetti che non rappresentassero un amore passionale, pensavo a due amici/amiche, poi mi sono reso conto del fatto che avevo gli attori lì in casa e quindi avevo molto materiale. In un po’ di mesi abbiamo accumulato il tutto, poi è bastato montare e il video era pronto.

Stasera invece ci sarà questo evento per promuovere l’uscita del disco, Singolarità.

Il disco esce stanotte, si parte con una serie di presentazioni da Milano per poi andare a Firenze, Roma, Napoli e via fino a quando si potrà girare. Saranno presentazioni piano e voce dove faccio anche chiacchiere e commenti sui pezzi anche con ospiti, stasera per esempio ci sarà Divi dei Ministri che viene a fare due parole con me sul disco. Così inizio a farlo sentire.

Quante tracce ci saranno nel disco?

Dieci brani. Non so se li suonerò tutti, dipende da quanto tempo ho a disposizione e quanto me ne mangio parlando. Ho messo in scaletta anche una serie di brani che nel disco non sono entrati.

E questi brani che sono rimasti fuori li lascerai lì o conti di utilizzarli in futuro?

Per chi fa questo lavoro avere dei brani nel cassetto è sempre utile, anche perché i produttori sono soggetti particolari e imperscrutabili, non sai mai, magari quello che non è piaciuto a uno piace ad un altro. Ce li ho lì, avranno il loro percorso. A male non vanno.

Con me low-fi è uscita nel 2021 mentre l’ultimo album del tuo ex gruppo, i Nobraino, è uscito nel 2016. Quanto ti senti cambiato da quel momento all’uscita di Con me low-fi?

Paradossalmente questi cinque anni da solo mi hanno collegato di più agli altri, quelli che mi circondano. Prima invece ero più concentrato su di me, in quanto membro di un gruppo. Il gruppo ti protegge, ti dà un ruolo, una sua identificazione, rischia di confonderti. Da solo sei più scoperto, hai più bisogno di interfacciarti con chi incontri, di aprirti. Mi sono umanizzato.

E questa umanizzazione la senti in qualche modo riflessa nell’album?

Oddio, me lo auguro. Credo che troppa autoanalisi sia nociva alla spontaneità delle cose. Tendo a fare senza farmi troppe domande. Però sì, è naturale che ci sia dentro qualcosa di quel che sono diventato.

Senti la mancanza di qualcosa dei Nobraino? Qualcosa che senti che ti manca?

Onestamente non lo so. Ho sempre suonato da solo in questi anni, non è un confronto alla pari, sono due cose diverse. Aspetto di tornare sul palco con dei musicisti, tornare sul palco con una band – che accadrà in inverno –  e lì dire “ah! confronto”. In linea di massima sarà diverso e in ogni caso tendo a non guardare indietro, non mi sembra molto interessante. Di solito sono proiettato in avanti.

Ascoltando i tuoi ultimi singoli mi è risultato difficile posizionarli in un genere musicale. Ora, non so quale sia la tua posizione sui generi musicali, però ti riconosci in qualche genere in particolare?

Non sono bravissimo a catalogare i generi musicali. Non ne ho mai avuto uno di riferimento, tendo ad essere un po’ crossover. Il disco è così, ha le sue linee che congiungono, ma se vai brano per brano al di là della coerenza ci sono generi diversi. Credo che oggigiorno sia abbastanza un trend non essere legati ai generi musicali.

Il titolo Singolarità ha qualche significato in particolare per te?

Singolarità è una parola che porta diversi significati. Inizialmente si gioca sul significato di singolo, di “status single”, indagato nella title track Singolarità appunto, che parla della difficoltà nel riconoscere le anime gemelle. Ha però anche a che fare con il mio essere uscito da solo. Però assume significati in matematica e in fisica, per esempio la singolarità è il centro di un buco nero, un punto dove le leggi non funzionano come nel resto del sistema.

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