Connect with us

Interviste

Bassi Maestro – tra North of Loreto, live e Twitch

Published

on

Bassi Maestro parteciperà venerdì 17 settembre all’evento Tessuti Culturali a Villa Spada, Bologna. Porterà un vinyl dj-set, un “ritorno alle origini” per il produttore, dj ed ormai ex-rapper milanese. Sarà un live diverso da quelli del suo nuovo progetto North of Loreto, principalmente incentrato sull’elettronica: il vinyl dj set infatti spazierà tra funk, pop, soul, break classici e parentesi elettroniche. Un’esplorazione a 360 gradi del vissuto e dell’esperienza dell’artista, che in trent’anni milita nella scena e calca palchi in Italia.

Bassi ha ormai rotto con la sua precedente carriera da rapper e porta ora avanti una “doppia identità”: il Bassi dj e producer e North of Loreto (talvolta abbreviato in NoLo); quest’ultimo un  progetto ambizioso ed interessante che strizza l’occhio all’elettronica americana degli anni 80, la cassa dritta dell’house music, l’elettro-funk ed il sampling. Un nostalgico ritorno al ventennio 80/90 però risultante in un lavoro fresco, professionale e di assoluto livello nel panorama elettronico.

Raggiungibile ora anche su Twitch e Patreon, Bassi ha rinnovato il suo stile portando (specialmente tra il 2019 e oggi) una marea di nuovi contenuti e dj-set esplosivi, purtroppo diminuiti per colpa del lockdown ma – si spera – pronti a tornare anche con nuova musica.
Da Bandcamp a Spotify, da Twitch a Patreon, fino ai palchi delle città italiane, Bassi continua a portare al pubblico il suo amore per la musica, la sua professionalità e il suo indiscusso genio produttivo.
Ascolto consigliato a tutti!

Parteciperai all’evento “Tessuti Culturali” a Bologna il 17 settembre. Come funziona l’evento? Suonerai come North of Loreto?

No. Suonerò proprio come Bassi Maestro, farò un dj set in vinile. Come Bassi mi sto muovendo esclusivamente nel djing, non faccio più rap da circa quattro anni, quella parte del mio percorso artistico è terminata. Da qualche anno metto dischi in vinile, un po’ per tornare alle origini come modalità di lavoro, e poi volevo creare un procedimento più creativo che in base al tipo di location o evento diversifica il dj set. Sono contento di fare questo evento perché mi permette di suonare in un contesto ufficiale con qualcosa che ha richiesto molto lavoro per essere portata al livello di quel che facevo prima. Ho iniziato storicamente come dj ma la gente mi conosce come rapper, quando ad un evento mi vedono nel calendario sospettano sempre che ci sia qualcosa di relativo al mio percorso come rapper, e purtroppo non sarà più così. Ma il fatto che questo aspetto del mio progetto sia apprezzato ufficialmente dopo tutto il lavoro mi fa sentire molto a mio agio. Venerdì vengo a fare questa cosa in modo spontaneo, libero, con un set a 360. Da break originali a classici del funk, pop e soul, per passare a cose elettroniche più legate al progetto North of Loreto. Posso spaziare a tutto ciò che è la mia crescita musicale negli ultimi 30 anni, non faccio niente che non mi riguarda, non provo a sperimentare su ambienti su cui non ho lavorato.

Invece per quanto riguarda North of Loreto, come nasce? In cosa consiste?

Bisogna distinguere il Bassi Maestro come producer, dj, artista a tutto campo dal progetto North of Loreto che è indirizzato ad un sound elettronico e molto più anni 80. Il progetto North of Loreto nasce come rottura dal mio percorso artistico precedente e si basa principalmente sulla mia passione per gli anni 80, considerato che ho iniziato a fare il dj in quel periodo. Tutta una sonorità elettro-funk, soul più elettronico/plasticoso o addirittura prima house music. I dischi usciti come North of Loreto rappresentano questo percorso. Il primo è un esperimento, legato al funk californiano, determinati synth e tastiere, molto vocoder, strizza un po’ l’occhio all’america. Il secondo è più house e spazia fino ai primi anni 90 anche per il discorso del sampling, ci sono molti sample, mi riporta in veste di producer sì elettronico ma anche più classy, uso tanti sample e faccio roba a cassa dritta house music, 808, 909, elementi che ritornano sempre. Questo per dare un’infarinatura su quello che è il mio percorso in live che si è interrotto prima del lockdown.

Per quanto riguarda il live, come lo gestisci? Cosa è cambiato dal pre-lockdown ai recenti live?

All’uscita del primo disco abbiamo fatto col gruppo una serie di live, cinque o sei, belli, bei festival. C’erano visual, batteria, tastiere, vocoder, un set come doveva essere. Si è purtroppo ridotto ad una cosa più piccola in attesa che non esca qualcosa di nuovo. Come al Jazz Refund normalmente sono in giro con un dj set con qualche macchinetta in giro e con eventualmente l’ausilio di tastiere e parti elettroniche complementari al dj set. Ti posso anticipare che a metà ottobre sarò di nuovo a Bologna per uno spin-off che faremo per il RoboFestival io e Godblesscomputer, ci incontriamo per un progetto ed un set in esclusiva. Dovrebbe essere sabato 15 ottobre. Lì sarò ovviamente più North of Loreto che Bassi, sono in un contesto elettronico, quindi emergerà questo aspetto fatto di remix, ri-edit, rivisitazioni. Queste sono un po’ le mie due facce artistiche.

Mi hai detto che hai suonato al Jazz Refund. Com’è andato? Hai portato brani da entrambi i dischi di NoLo o anche qualcosa di esterno?

Sì, ho portato roba mia. Certamente c’era qualcosa da entrambi gli album più una serie di inediti: ho portato materiale dai due volumi di NoLo edits, che ho pubblicato su Bandcamp, e anche dal mio ultimo EP Changes, sempre pubblicato su Bandcamp. Sono tre tracce, le ho portate live fondamentalmente per avere un feedback. E il feedback c’è stato, è stato una specie di test ed è andata bene, è andata molto bene perché comunque vedevo il pubblico che si divertiva. Ne avevano bisogno, specie dopo il lungo periodo che abbiamo passato tutti. 

Per quanto riguarda invece il contatto con il pubblico, so che hai aperto un profilo sulle piattaforme Twitch e Patreon.

Guarda, con Patreon ho appena iniziato, l’ho aperto da poco, ma sta andando bene. Gestisco anche dei Workshop online, li facevo già prima dal vivo nelle scuole di musica e in realtà continuano ad essere orientati verso quel mondo, verso chi studia musica. Per Twitch il discorso è che si va nella direzione in cui la gente vuole andare. Capisco che il pubblico è affamato di ascoltare musica che magari non ascolta da altre parti e cerco di confezionare dei dj-set, dei contenuti in linea con quanto richiesto dalla gente. E funzionano. Tant’è che stanno nascendo da Twitch dei format, come può essere il Vinyl Brunch della domenica, che poi porto in giro. Ho già fatto due volte dal vivo, adesso cominceranno appuntamenti nella stagione invernale, e la gente viene perché sono cose che vedono nei set, un po’ come il dj-set che farò venerdì. Ho aperto il canale un anno fa e alla fine la gente mi ha visto per un anno fare queste cose online, il canale ha seguito, gira bene, ad un certo punto puoi vederlo dal vivo. Le due formule funzionano bene, il fatto di avere un pubblico live che ti segue un po’ dappertutto visto che sono contenuti internazionali, e anche poter arrivare dal vivo. Dire “ok, abbiamo suonato, ora ci sarà un dj-set dal vivo in zona, se ci siete venite”. Ho cercato di sfruttare a 360 gradi dei contenuti che sarebbero sacrificati altrimenti solo in un posto. È impegnativo, è stata una sfida e credo di essere l’unico in Italia a portare questo contenuto almeno a questo livello, però mi ha dato tante soddisfazioni Twitch e la cosa sta continuando a crescere, spero continui ad avere un seguito anche dopo che la gente uscirà di casa. Ho ottime prospettive per l’inverno.

DISCHI

Tag