Dischi
Tremonti – Marching in Time
“Marching In Time“, quinto studio album di Mark Tremonti, è decisamente superiore ai predecessori, fatta eccezione per il bellissimo debutto “All I Was” del 2012.
Si tratta con ogni probabilità del disco maggiormente organico inciso dal chitarrista di Creed ed Alter Bridge, un flusso perfettamente coordinato di emozioni, aggressività, epicità e melodie.
Unanimemente riconosciuto come tra i guitar player più influenti del nuovo secolo, capace di vendere petardate di album nell’epoca post grunge e di re-inventarsi in seguito insieme all’eccellente Myles Kennedy negli Alter Bridge, Mark è probabilmente arrivato all’apice creativo con questo monolitico lavoro.
I primi tre pezzi, tutti singoli già rilasciati nelle settimane precedenti, riassumono perfettamente quanto ascolteremo nelle successive tracce: la furia iconoclasta dell’opener “A World Away” (quanto ci mancava un assalto dritto alla “Radical Change”?), il perfetto gancio melodico nel ritornello del mid tempo – con struttura decisamente metalcore – “Now and Forever” (forse uno dei miei preferiti dai tempi della sottovalutatissima b-side “All That I Got”), le emozioni e la sofferenza della ballad ipervitaminizzata “If Not for You”.
La conferma di trovarci nel posto giusto arriva con “Thrown Further” che annovera un altro ritornello perfetto associato a una struttura hard rock come ai tempi d’oro degli Alter Bridge (per chi scrive dall’esordio fino a “Fortress” incluso). La successiva “Let That Be Us” segue la precedente con un up-tempo incontenibile, mentre “The Last One of Us” mostra quanto Mark possa essere versatile nel comporre brani affatto scontati anche quando non preme il piede sull’acceleratore.
La doppietta “In One Piece” e “Under The Sun” riporta alla mente sia “AB III” sia i tempi dei Creed, con Tremonti che dimostra tutti i progressi vocali compiuti negli ultimi anni, come risultava evidente dopo tutto anche dall’ascolto del precedente “A Dying Machine”.
“Not Afraid To Lose” torna in territori maggiormente pop rock (“Unable To See” di “Dust” potrebbe essere un riferimento azzeccato) in una ballatona che serve a prendere fiato prima di “Bleak” e “Would You Kill”.
La prima è un mid tempo pienamente AB, con tanto di bridge centrale e build up su cui ci aspetteremmo da un momento all’altro di sentire la voce di Myles Kennedy. La seconda è una pagaiata in faccia da circle pit senza compromessi, con una mid section altrettanto “Bridge-iana”.
La conclusione è affidata alla colossale title track, che sicuramente avrete già avuto occasione di apprezzare in precedenza sulle piattaforme streaming.
“Marching In Time” è la chiusura del cerchio, una summa del Mark solista degli ultimi 10 anni con la sua passione per il thrash e l’heavy metal classico, l’innata capacità di fondere pesantezza e alternative rock, il sapere cosa voglia dire comporre il ritornello melodico giusto, e l’intelligenza nel rimanere dentro territori che ben si conoscono da 25 anni, continuando a progredire a livello vocale e parimenti a livello compositivo. Qui non ci sono filler, ogni pezzo ha una costruzione e una struttura a cui prestare attenzione, senza paura di perdersi in qualche tempo morto di troppo. La band può contare sull’ottimo Eric Friedman (chi non vorrebbe in squadra un abile chitarrista capace di fare backup vocals clamorose?) e sull’innesto alla batteria Ryan Bennett, che non fa rimpiangere il martello Whitlock passato stabilmente nelle fila della compagine capitanata da Wolfgang Van Halen (a proposito, se non lo avete fatto date sicuramente un ascolto al suo “Mammoth WVH” uscito a giugno!)
Resta solo una domanda piuttosto amara: sapranno ancora gli Alter Bridge regalare emozioni così come fatto da Mark in questo disco (e da Kennedy con “Year Of The Tiger” tre anni fa)? Se confrontiamo “The Last Hero” e “Walk The Sky” con quanto pubblicato dai Nostri come solisti, è inevitabile accorgersi di come il calo dell’ispirazione denotato dagli AB, sia stato inversamente proporzionale alla contemporanea crescita qualitativa dei rispettivi progetti individuali…
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