Interviste

Viagra Boys, da Stoccolma il quintetto punk a novembre in Italia

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Il bello di fare questo lavoro è la possibilità di scoprire sempre nuova musica e imbattersi in progetti interessantissimi.

Questo è sicuramente il caso dei Viagra Boys (già il nome è tutto un programma), cinque ragazzi provenienti dalla fredda Stoccolma che già da qualche anno stanno seminando il caos in giro per l’Europa.

Eccesso, ironia, punk, jazz, questi alcuni degli ingradienti che arricchiscono un piatto sicuramente non facile da digerire al primo ascolto, ma di indiscutibile gusto estetico. Loro sicuramente non si prendono molto sul serio, l’ironia è la chiave del loro stile, ma la sostanza è tanta.

Sebastian Murphy e compagni disseminano i loro testi di mine anti convenzione e clichè sociali. Odiano il machismo, amano i cani, non disdegnano gli abusi psicotropi e scelgono il latex e i tatuaggi. Non potete sicuramente ascoltarli prêt-à-porter se siete animi sensibili, non ne uscireste illesi. O forse si? Forse il trucco è proprio ascoltarli senza dar loro troppo peso ed essere trasportati in un viaggio di suoni in stile Trainspotting.

Il loro ultimo lavoro, Welfare Jazz, è uscito l’8 gennaio, ed è stato prodotto da Matt Sweeney (Bonnie “Prince” Billy, Run The Jewels), Justin e Jeremiah Raisen (Yves Tumor, Kim Gordon, Sky Ferreira) e dai precedenti collaboratori Pelle Gunnerfeldt e Daniel Fagerström (The Hives, The Knife). Sebbene tutto sia intriso di satira, la band torna con il suo marchio post punk pieno del suo scottante rifiuto della normalità, di una società maschilista, misogina e razzista.

A seguito delle nuove disposizioni indicate dal Decreto Capienze, i live show dei Viagra Boys del 28 novembre al Link di Bologna (già sold out), del 30 novembre al Teatro Centrale di Roma e del 1 dicembre ai Magazzini Generali di Milano sono confermati. Il tour è prodotto da BPM concerti.

Ecco la mia chiacchierata con il batterista Tor Sjödén.

Ciao Tor, innanzitutto ci tengo a dirti che, nonostante non vi conoscessi prima di questa intervista, è stato un piacere ascoltare della musica così originale e fuori dagli schemi. Capita sempre più di rado ultimamente. E questo è un sincero complimento.
Grazie davvero!

Nella vostra musica, quanto c’è di ragione e quanto di anarchia?
C’è sicuramente un equilibrio. È 50% caos e 50% stare a casa e prendersi cura dei bambini.

La stampa si divide nel definirvi una band leggera e satirica o, agli antipodi, una band all’avanguardia e sperimentale. Cosa pensi di queste visioni antitetiche e come realmente affrontate il processo creativo dietro la vostra musica?
Sicuramente ascoltiamo un sacco di musica diversa e forse è per questo che le persone fanno a gara nel trovare il maggior numero di riferimenti (ride).
È importante ridere, ma allo stesso tempo siamo molto seri in quello che facciamo. Ci sono sicuramente diversi strati per sperimentare la nostra musica. Potresti entrare nel nostro mondo attraverso una canzone come “Sports”, ma se scavi un po’ più a fondo c’è altro da trovare. Mi piace che queste due cose possano coesistere, che ci sia una dualità nella nostra musica.

Siete considerati tra i rappresentanti più importanti della nuova ondata di punk che sta investendo l’Europa. Il punk è, storicamente, la branca più anticonformista e di rottura nella grande famiglia del rock. Come ti spieghi il ritorno di un genere, che fino a poco tempo fa, era considerato tramontato o per pochi nostalgici?
Penso che ci sia un bisogno da parte delle persone di ascoltare musica fatta da umani e non da macchine. Molta musica è lucidata e perfezionata al giorno d’oggi, suonare le note sbagliate è l’unica cosa che ci è rimasta come traccia di umanità. Penso che ci sia anche una domanda generale di esperienze che sfida lo status quo. Il punk o altri generi simili si adattano perfettamente a questo.

Quale sono, secondo te, adesso gli aspetti della società che davvero andrebbero ribaltati? E può secondo te la musica ancora avere questo potere?
Il movimento di destra in tutta Europa deve essere ribaltato.
Non so se la musica può aiutare a raggiungere questo obiettivo. Ma speriamo e facciamo del nostro meglio.

Presto tornerete in Italia e una delle vostre date è già sold out (quella di Bologna). Che ricordo avete del nostro Paese?
Sarà fantastico tornare, non vediamo l’ora di suonare e andare in tour di nuovo e l’Italia offre sempre un grande momento. Tutti desideriamo un po’ di vero cibo italiano.

Per chi non vi conosce, cosa si deve aspettare da un vostro live?
Un po’ di tutto e un po’ di niente al tempo stesso

www.vboysstockholm.com 

V**GRA BOYS 

28 novembre – Link – Bologna (sold out) 

30 novembre – Teatro Centrale – Roma 

1 dicembre – Magazzini Generali – Milano 
 

info su www.bpmconcerti.com  


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