Interviste
Muriel, un fiume di emozioni e un mare lucente
Muriel è un fiume in piena. Arte allo stato puro ricoperta di argento vivo. Raramente si incontra un’artista così appossionatamente fusa con l’essenza della propria arte.
Parlando con lei non si riesce a capire dove finisce la sua vita e inizia la sua musica, dove finisce il sangue e dove inizia l’inchiostro dei suoi testi. Muriel ama la vita, non la spreca e non la delude. Fa tante cose, le fa bene e commette errori. Ma cos’è la vita se non un insieme di successi ed errori?
Nata sotto il segno della bilancia eppure tutt’altro che equilibrata.
Alla costellazione certo è che deve però la sua eleganza, la sua precisione paranoica e la sua severità auto persecutoria. Si è costruita un mondo tutto suo, unica via di fuga quando quello reale le sta troppo stretto. Il suo nome d’arte non poteva non essere quello che i suoi genitori le regalarono una ventina di anni fa. Muriel significa “mare lucente” ed è proprio la luce ciò che più la caratterizza. Anche perché Mitzuko, quello attribuitegli da un maestro buddista poco dopo la sua nascita, corrisponde al concetto di “figlia luminosa”. Impossibili sono la rassegnazione e l’arresa, la sua malinconia e le crisi di ansia le esibisce senza vergogna, e dunque è forse per questo che arranca nel buio con tanta disinvoltura. Perché ci sta bene lì in mezzo.
E’ uscito mercoledì 20 ottobre 2021 (distr. Believe) Gios3, il nuovo singolo di Muriel, il primo e unico brano d’amore della cantautrice pop: una relazione a distanza, la pioggia e i tatuaggi di cui in fondo non ci pente mai abbastanza. Una voce fuori dal coro che porta oggi un brano che parla dell’amore più quotidiano e atipico, facendo a botte col sonno.
Finalmente un brano d’amore che parla di una situazione reale. Hai affrontato forse uno degli argomenti più insidiosi per una storia d’amore: ma se io mi trasferissi tu lo vorresti un rapporto a distanza?
Il brano nasce da esperienze personali?
Partiamo dal presupposto che è raro, per me, riuscire a scrivere un pezzo d’amore.
Pur essendo innamorata. D’amore propositivo, sano, normale, intendo dire.
Il fatto è che noi artisti, voce del popolo, tendiamo al dramma. Storie malate, finite, maltrattate, pane per i nostri denti e guarda caso quello in cui la gente spesso inciampa.
Siamo tutti attratti da ciò che ci ferisce, prendiamo le distanze da cose e persone capaci di migliorarci la vita e di contribuirne alla stabilità.
Scelgo dunque un qualcosa a cui generalmente non sono abituata, propongo un’amore bello anche nelle difficoltà e lo faccio con immagini accessibili a chiunque.
Il motivo?
Perché me lo merito, il mio rapporto se lo merita, Fabrizio se lo merita. Perché sentivo il bisogno di gridare al mondo intero quanto sia entusiasmante amare qualcuno nonostante tutto. Perciò si, chiaramente si tratta di un’esperienza personale.
Inizio la mia relazione a distanza, tuttora pur convivendo h24 parto poi per settimane, mesi.
I miei sogni sono importanti. E siamo felici.
Abbiamo una casa magnifica ed un rapporto speciale, condividiamo tutto.
Ci supportiamo a vicenda, siamo amici ed amanti in perenne simbiosi anche quando i chilometri ci dividono. Per noi non è mai stato un problema. Ed è normale mancarsi, ma forse è proprio questa sensazione che ci rende tanto consapevoli del bene che proviamo l’un l’altro.
Entrambi abbiamo grosse ambizioni, e niente e nessuno, sarà mai abbastanza importante da scavalcarle.
Ci piacciamo per questo, perché ci rispettiamo, rispettiamo le nostre passioni e gli spazi che queste richiedono.
Siamo una cosa sola, ma con due vite parallele, entrambe con la stessa importanza.
Annullarsi per amore significherebbe smettere di amare se stessi.
Secondo te come si fa a stabilire sul momento se devono vincere le aspirazioni personali o l’amore? È sempre una roulette russa oppure si può calcolare un bilancio tra pro e contro?
Qui sarò cinica, vi avverto.
Le ASPIRAZIONI PERSONALI, e lo scrivo a caratteri cubitali, devono vincere sempre.
L’amore è un’esperienza magnifica, che ti fa apprezzare la vita nella sua purezza; ti migliora, ti motiva, ti fortifica.
Tuttavia non può prendere il posto delle proprie ambizioni, in quanto ci si ritroverebbe insoddisfatti, frustrati, e come si può amare un’altra persona se non si ama ciò che si è ?
Che poi, se una relazione ti porta a dover scegliere tra lei ed i tuoi sogni, lascia perdere dico io.
L’amore vero non limita niente e nessuno, mai.
È un qualcosa che aggiunge colore alla vita, non di certo una pennellata di nero in grado di coprire tutto ciò che si è dipinto. Si trova sempre un compromesso, una soluzione.
Ovviamente bisogna venirsi incontro, fare ognuno delle piccole rinunce, come vi dicevo prima, adattarsi. Un equilibrio, ecco ciò che serve e credetemi, lo si può trovare.
Ti porto il mio esempio. Mi sono trasferita nella capitale, rinunciando alla quotidianità milanese (che a livello musicale è avanti anni luce) ma non alla mia musica.
Salgo al nord per ultimare i progetti, per appuntamenti. E poi lavoro da casa tramite sessioni online; lì scrivo, studio. Mi sono creata una piccola realtà anche a Roma.
E si, se fossi single vivrei nella fredda Milano, conoscerei più persone, forse avrei anche già trovato gli agganci giusti per far partire la mia carriera, ma il mio amore merita questi piccoli sacrifici. Sto comunque rincorrendo il mio sogno, sono felice e se davvero valgo, non sarà la città in cui vivo a fermarmi.
Nella tua vita personale ti è mai capitato di fare rinunce lavorative per amore? E viceversa rinunciare all’amore per ambizioni professionali? Con il senno di poi avresti fatto le stesse scelte?
Come vi ho detto, delle rinunce le sto facendo, nei limiti del possibile, perché credo ne valga la pena. Ed anche se la mia relazione dovesse finire domani, non me ne pentirei, perché mi ha dato tanto e continuerà a darmene sempre.
Fabrizio mi rende migliore, mi supporta, mi motiva, mi rispetta. Glielo devo, lo devo a me stessa.
Penso che nella vita sia importante, come si suole dire, mettere sul piatto della bilancia ed analizzare. Nessuno al mondo potrà mai schiodarmi dai miei obbiettivi, ma vi sono delle persone per le quali sono disposta ad incorrere in leggere modifiche. È molto semplice. È naturale. Viene spontaneo.
Non mi ero mai innamorata prima, i miei “uomini” passati sono nella lista delle cose da dimenticare, escluso il fidanzatino dei primi anni di liceo, una gran bella persona.
Rapporti tormentati, tossici, violenti e via dicendo. Tra cui quello che mi ha letteralmente aperto l’anima in due, nulla di cui valga la pena parlare. Perciò no, non ho mai fatto rinunce professionali per nessun altro e ne vado fiera, è sempre stato il contrario, ma ho rinunciato a me stessa per diverso tempo.
Tornassi indietro rifarei tutto quanto, senza cambiarne una virgola. Perché la persona che sono oggi la devo a tutti i miei errori e in parte ai diavoli con cui ho condiviso il sonno per decine di mesi.
So cosa non voglio, chi non voglio soprattutto accanto a me, quali sono i miei obbiettivi, a cosa ambisco. So chi è Muriel, quanto sia speciale. Non permetterò mai più a nessuno di farmi del male, di screditarmi, di umiliarmi, al contrario mi sto impegnando con un uomo che fa tutto l’opposto. E me ne vanto di questo traguardo.
Leggendo un po’ di informazioni sul tuo percorso, ho notato che nel 2019 tu sei rientrata da Londra e hai cominciato a fare musica in Italia. Sicuramente un percorso controtendenza rispetto ai tanti giovani italiani che vedono al UK come il luogo dove fare musica è più facile. Ci puoi raccontare il percorso e le vicissitudini che ti hanno portato a tali decisioni?
La questione estero si lega alla relazione di cui vi parlavo oltre che a quella con la mia famiglia.
Per scappare dal vortice di dipendenze spicce e controversie genitoriali me ne andai dall’Italia. Ibiza durante la stagione estiva, Londra nei mesi invernali.
Dalla padella alla brace, no? D’altronde ero un’adolescente spaventata, cos’altro ci si poteva aspettare?
Di quei tempi la musica non era di certo parte dei miei piani, mettevo i dischi degli altri in qualche locale, tutto qui. (Il che fa comunque parte del mio background musicale perciò tutto di guadagnato).
Il mio rapporto con le canzoni è sempre stato legato a quello con mio padre, gran chitarrista, un rapporto altalenante perciò, un sali e scendi continuo con un commuovente lieto fine.
Iniziai a suonare assieme a lui, lo copiavo, lo accompagnavo sui palchi, ero davvero piccola.
Dopo il divorzio, il nostro rapporto poteva definirsi viscerale. La sua fotocopia.
Durante la scuola media ho avuto la mia prima band. Poi la tanto temuta adolescenza.
Le mie frequentazioni mi allontanavano sempre più dal mio essere, mi portavano su strade buie e piene di buche.
Non è stato facile per la mia famiglia essere spettatrice del mio apparente declino, ma educare un figlio significa anche questo. Dar lui i mezzi necessari affinché possa rimediare agli errori commessi, non di certo impedirgli di farne.
I miei hanno sempre avuto forte fiducia nei miei riguardi, non li ho delusi, in fin dei conti.
Mi sono ripresa alla grande. E lo devo in gran parte alla musica che venne a cercarmi ad agosto del 2019 e mi riportò a casa. Mi ha aiutata a comprendermi, a perdonarmi, ad accettarmi. È la mia cura.
Presi coraggio, lasciai il mio lavoro, i progetti esteri e con il supporto di Fabrizio iniziai la mia nuova vita, la mia vita vera. Londra delle volte mi manca, sono onesta. Parlo diverse lingue, scrivo e canto in spagnolo ed inglese oltre che in italiano, perciò in un futuro mi piacerebbe valutare l’idea di uscire dal territorio nazionale. Al momento però sto bene qui, ho trovato la mia dimensione, sono felice. Sogno in grande, senza limiti, ma sono anche obbiettiva nel dire che per adesso il mio posto è questo.
Il tuo viaggio nel mondo dell’arte è molto interessante. Moda, clubbing, musica: quale è il tuo filo conduttore? Cosa ti fa scattare la scintilla per dire “ok questo mi interessa”?
Ogni mezzo di espressione, da sempre, anche nei miei momenti bui, mi attira. Esteta ferrea, perfezionista, vittima di ambizione persecutoria con l’estrema necessità di sfuggire dal mondo reale e di riuscire ad urlare ciò che sente dentro. Questa sono io.
Perciò tutto quello che è arte, libertà, bellezza, mi appartiene.
Figlia di artisti, padre musicista e madre pittrice, non potevo crescere in altro modo. La moda mi ha cresciuta, mi ha dato lavoro quando mi sono ritrovata sola in una delle città più conosciute d’Europa. Mi ha aperto le porte verso un mondo magnifico, che apprezzo, studio, seguo, ma che non è il mio.
Per quanto riguarda il clubbing, cosa posso dirvi? È parte del mio percorso musicale. Una dimensione unica, dove si instaurano legami assurdi con persone folli. Passavo le nottate intere a ballare e suonare senza mai fermarmi. Mi sentivo viva, mi sentivo io. Un djset per me era come fare un puzzle. Incastrare i suoni, mi soddisfaceva. Ora non vi trovo un senso. O meglio, preferisco scrivere per arrivare alla gente. Lo trovo più sano. Lo trovo più mio.
C’è voluto del tempo per arrivare a questa conclusione, ma sento di essere nata per fare canzoni, non perché mi senta brava, saranno gli altri assieme al tempo a determinarlo, bensì perché è ciò che mi rende davvero felice.
Non mi sono mai sentita così prima.
Il nostro magazine si chiama MusicAttitude, come descriveresti la tua attitude?
La mia attitudine è non arrendersi mai. Sono propositiva, anche quando cado. Sono forte e non mi lascio scoraggiare facilmente.
Nella vita, nel lavoro, la mia attitudine mi ha permesso di raggiungere traguardi perché determinata, perché impavida.
Il mio modo di approcciarmi al mondo in generale, alle sue energie, è essenziale per me, mi caratterizza.
Non chiedo mai il permesso, con estrema educazione prendo a calci la porta sino a sfondarla.
Ed arrivati a questo punto mi sembra scontato dirvi che io sia predisposta a tutto ciò che è artistico.
Sono a mio agio nel raccontarmi, nel far sentire meglio le persone perché automaticamente faccio stare meglio me e cosa se non l’arte può riuscire a farlo ?
Buttatemi dentro un mare di guai e mi troverete sopra un materassino gonfiabile a prendere il sole cullata dalle onde.
Cosa vuoi dire ai lettori di MusicAttitude?
Beh, in primis ringraziarli per avermi dedicato il loro tempo, per avermi letta, è un immenso piacere.
In secondo luogo, amate. Amate voi stessi, amate la musica, amate chi se lo merita ed amate l’amore in ogni sua forma.
Abbiate fiducia, il mondo non è poi così male, è pieno di persone meravigliose, persone buone, persone che sognano fortissimo.
Come nelle relazioni, spesso è più facile legarsi al drammatico, lasciando finire in secondo luogo tutto ciò che è positivo.
La vita è un dono meraviglioso, é un’occasione, un’opportunità che scelgono di darci, sfruttatela. Godetevela. Assaporatene gli odori, le emozioni, i pianti ed i paesaggi, estrapolatene il senso e fissatevelo nella mente sotto forma di promemoria.
Sfamate la vostra curiosità. Imparate a conoscere, a conoscervi.
Sentitevi liberi di sperimentare, di cantare in mezzo alla strada, di tingervi i capelli del colore che tanto vi piace, di partire senza sapere dove andare.
Siate la migliore espressione di voi stessi.
Perché non vi ricapiterà più.