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Interviste

Envoy, scienza e musica anologica per un esordio davvero interessante

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Gli Envoy sono, nel linguaggio tecnico, dei nerd. Ora: sappiamo che spesso “nerd” viene usato in modo derogatorio ma la realtà è che, personalmente, invidio profondamente la loro conoscenza scientifica e il talento che hanno per applicarla alla musica. Quindi, ebbene sì: nerd è un palese complimento.
Backwards è il singolo con cui hanno deciso di presentarsi al mondo, ed è già stato definito per similitudine: Radiohead, Massive Attack, U2. Qui però pensiamo che definire per similitudine sia noioso, quindi ecco la nostra definizione: se qualcuno riuscisse a suonare l’immagine delle particelle subatomiche che sbattono una contro l’altra, uscirebbero fuori gli Envoy.

Naturalmente, l’immagine la vogliamo con sfondo nero.

Prima cosa: avete registrato tutto in analogico. Immagino vi abbia dato la possibilità di “toccare” letteralmente la vostra musica. Che sensazione da?

Risposta onesta? Un sacco di ansia! Scherzi a parte, l’adottare un suono analogico non è stata una scelta casuale. Il poter toccare con mano la musica ovviamente ha delle conseguenze profonde in fase di composizione. Si entra in una dimensione fatta meno di monitor e scelte, e una fatta più d’istinto e di “pancia”. In un certo senso permette di raccontare le idee con una maggiore intensità, e forse fare scelte che anche se inconsapevoli, si dimostrano spesso più a fuoco. E poi c’è la parte divertente! Noi siamo dei veri smanettoni! Proviamo piacere nel complicarci la vita;  nostro caso, più le cose possono andare storto e più ci divertiamo.

Seconda cosa: come mai la scelta dell’analogico? Cosa vi ha fatto propendere per nastri magnetici e forbici?

Come detto prima, amiamo complicarci la vita. Ma la vera ragione dietro a tutto questo è data dalla diversa pasta sonora che si ottiene con questo tipo di strumentazione. Ora, si potrebbe parlare per ore dei mille modi in cui il suono analogico si potrebbe dimostrare migliore del digitale, ma per quello ci sono i forum di audiofili. Per noi semplicemente è una questione di sensazioni, di essenza del suono. Semplicemente è diverso in un modo che ci piace, e che ci trasmette un movimento e un calore diverso. Comporre musica è una questione di vitalità e tridimensionalità, non è una cosa che si può descrivere utilizzando termini troppo tecnici. Ci si perde nell’oceano di vibrazioni di una canzone, e si entra in quella dimensione istintuale di cui parlavamo prima.

Avete definito Backwards “il vostro biglietto da visita”. Come mai avete scelto proprio questo pezzo per presentarvi al mondo, e sapete già come è stato ricevuto?

Esattamente per la ragione che hai appena illustrato! Backwards è il nostro biglietto da visita, sia perché è il nostro primo vero sguardo al mondo come band, sia perché è un modo per dire a tutti: hey! Siamo qui, e questa è la nostra musica! Semplicemente è un mezzo per esprimere chi siamo, e quale modo migliore per noi, se non con la nostra musica, e con il nostro sound? E possiamo dire con ragionevole sicurezza, che se ci si vuole fare un’idea del nostro suono, Backwards è l’esempio migliore.

In quanto nostro esordio, e come tutti gli esordi, d’altronde, questa è una fase estremamente delicata; perciò, non ci sentiamo di sbilanciarci in pronostici troppo ottimisti o troppo negativi. Una cosa la possiamo dire però! Abbiamo ricevuto un sacco di messaggi positivi, e questo non può far altro che riempirci di gioia. Siamo dei sognatori noi, e ci piace pensare in grande. Un giorno ci piacerebbe poter viaggiare e portare la nostra musica fuori dai confini italiani. In caso ciò dovesse accadere, potremmo ritenerci le persone più grate e fortunate del mondo. Per questo vediamo questo singolo come un punto di partenza verso quello che speriamo possa trasformarsi in qualcosa di più grande.

Domanda improbabile: siete tre appassionati di scienze, ognuno nel suo campo. Fisica, pianeti, geologia. Leggevo ieri di Gianfranco Chiavacci, artista e fotografo, che ha incorporato i corsi di programmatore e il codice binario, la logica dietro il linguaggio dei computer, nella sua arte. Voi funzionate nello stesso modo? C’è qualcosa, fra le leggi che “governano” il mondo, che finisce nella vostra musica? Alla fine voi sperimentate con gli strumenti, e la scienza va avanti per esperimenti.

In parte è una questione di gusto, e in parte una questione pratica. Siamo da sempre profondamente attratti dalle vecchie e dalle nuove tecnologie, e spesso cerchiamo di incorporarle nella nostra musica. In alcuni pezzi abbiamo pensato: come ricreare la sensazione dello spazio con la chitarra? Come facciamo a dare l’idea di un razzo che parte usando un sintetizzatore? Siamo molto affascinati da tutto ciò che è più grande di noi, e quale miglior esempio dell’immensità del cosmo? Ci sono prospettive che crediamo intimamente necessarie al nostro sviluppo in quanto esseri umani; prospettive che si hanno soltanto quando si è posti davanti alla vera scala dell’universo. Lo studio e la conoscenza portano consapevolezza, ma anche un profondo senso di umiltà, e reverenza verso il mondo. Riguardo questo, qualche tempo fa ci siamo trovati a dover scegliere tra una serie di campionamenti da inserire in una canzone, si tratta di un pezzo che parla proprio di questo, e alla fine abbiamo optato per un certo famoso discorso dello scienziato e divulgatore Carl Sagan, voce narrante che ha talvolta accompagnato i pomeriggi delle nostre infanzie.

C’è poi la parte strettamente pratica, che riguarda il nostro presente più che mai: oltre ad essere grandi smanettoni, siamo anche dell’opinione che ogni cosa possa tornare utile in qualche modo: più conoscenze e maestranze hai in tanti campi, meglio è. Siamo tutti appassionati di fotografia, luce, elettronica di ogni tipo, e ovviamente scienza, e questo ci permette di avere molta libertà in ambito creativo. Non succede di rado che una conoscenza acquisita in un altro campo possa tornare utile in fase di scrittura della musica.

Domanda tecnica: avete già show in programma? Come promuoverete questo singolo?

Scherzi? Ci chiamano addirittura dal Giappone! Restando seri, abbiamo dei concerti programmati per ora a Roma, e stiamo lavorando per portare la nostra musica in giro per il paese, e perché no, in Europa. Inoltre, abbiamo una grande sorpresa in cantiere che uscirà a brevissimo. Tenetevi pronti, perché ne vedrete delle belle!

Grazie!

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