Interviste

Fabryka, Perspectives è un viaggio onirico che apre la mente e il cuore

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Partiamo con il parlare di Perspectives, un ritorno in grande stile dopo 6 anni di silenzio. Un album concepito in un periodo di stravolgimento e nato da un lavoro a distanza. Nasce in questo modo e in quel periodo per impegni presi pre-COVID o perché il periodo vi ha, come dire, ispirato e stimolato a creare qualcosa di nuovo? Potete raccontarci il percorso pre e durante che ha portato alla nascita di questo gioiello?

TIZIANA: Ciao Luigi, prima di tutto grazie, sono felice che il disco ti sia piaciuto! Perspectives è nato quasi tutto durante la pandemia. Eravamo fermi da un po’ per varie ragioni, ma nel 2019 avevamo ricominciato a vederci in sala prove e avevamo iniziato a buttar giù delle idee per un nuovo disco; nessuno di noi si aspettava che saremmo rimasti bloccati per così tanto tempo in casa. Tra dicembre 2019 e febbraio 2020 sono uscite Contro e Out of the moon: dovevano essere un’anticipazione di un nuovo album da pubblicare in estate, invece la pandemia ci ha sconvolto i piani. Ormai però eravamo partiti, quindi dopo lo spaesamento iniziale ci siamo rimboccati le maniche e ci siamo inventati un nuovo modo di lavorare.

Abbiamo recuperato bozze e idee dalle note audio del telefono, ci siamo scambiati materiali, idee compositive e di arrangiamento nei modi più impensati. Solo due o tre brani erano stati già abbozzati in sala prove, tutto il resto del disco è stato composto e arrangiato a distanza. A febbraio 2021 siamo andati in studio da Marco Fischetti, organizzando i turni per rispettare il limite di presenze e il coprifuoco; ti dico solo che il primo giorno di registrazioni nevicava di brutto, e tu che sei pugliese come noi sai quanto sia raro! Se il destino stava cercando di dirci qualcosa, non l’abbiamo voluto sentire 😀

Lavorare forzatamente da casa è una cosa non insolita per molti musicisti, ma per noi è stata davvero una novità; ha fatto scaturire in noi ancora di più la voglia di esprimerci, di suonare e di raccontare anche quello che stavamo vivendo in quel momento. Abbiamo studiato nel dettaglio suoni e parti perché tutto ci convincesse davvero. Per i Fabryka è stato un nuovo modo di vivere la musica e devo dire il risultato ci ha stupito molto.

Il genere di musica che fate e il vostro approccio vi hanno portato ad essere molto internazionali. Partite dalla Puglia che, come molto Sud, da sempre ha un gusto particolare per l’elettronica e la sperimentazione in genere, e viaggiate verso il mondo; vi siete mai sentiti incompresi in patria? Come vivete il fatto che l’industria discografica italiana ha sempre dimostrato una certa reticenza a far uscire l’elettronica fuori da certi ambienti e da certe nicchie?

TIZIANA: Siamo pugliesi e ne siamo davvero orgogliosi. Credo ci siano tantissimi artisti e talenti nella nostra regione, in ambito pop rock ed elettronico, che fanno fatica ad emergere. Certa discografia, ahimé, va sempre di pari passo con il commercio e il commercio segue le mode; poi le mode passano, e gli artisti che il giorno prima erano acclamati come la nuova rivelazione dell’anno finiscono nel dimenticatoio. È un tritacarne che finisce per distruggere tutta la scena musicale, si livella tutto al basso, non è possibile proporre niente di nuovo, diverso, più complesso. È un sistema che si taglia le gambe da solo. Credo che le case discografiche dovrebbero pensare di più a ciò che veicolano e producono, creare degli spazi e opportunità per nuovi artisti, sperimentatori, per far ascoltare anche la “diversità” e la “stranezza”, e questo non solo perché il compito di chi fa musica sarebbe prima di tutto fare cultura, ma perché ne va della stessa sopravvivenza del settore.

Il vostro modo di lavorare e la natura stessa del synth portano all’immaginazione di un suono a volte algido e industriale; voi stessi vi rifate ad un concetto di musica inteso come catena di montaggio in stile fabbrica e il risultato è un suono perfetto e puro. Non pensate che questa perfezione possa essere confusa con manierismo e si possa non percepire l’“anima” dell’arte stessa?

RAFFAELE: Se con “manierismo” intendi “fare musica di maniera”, quindi in un certo modo imitativa, con riferimenti e rimandi molto espliciti a generi del passato, no, non credo. La musica (l’arte in generale) deve suscitare emozioni, pensieri, idee: per fare questo non deve essere sempre e necessariamente di rottura col passato, più o meno ragionata o estemporanea, può anche essere imitativa e risvegliare comunque molto in chi la ascolta. È capitato a tutti, una volta esaurito il catalogo della propria band preferita, di ricercare dischi di altri artisti che hanno lo stesso tipo di sound, le stesse caratteristiche: spesso più sono simili e più ci piacciono, più ci emozionano.
Anche il processo creativo funziona un po’ allo stesso modo: spesso si va alla ricerca, anche inconsciamente se vogliamo, di un tale suono, di una successione armonica che era in un disco, in un brano che abbiamo amato. È un fatto a parer mio inevitabile, anche nelle sperimentazioni più estreme, perché non si è mai completamente puri da qualsiasi influenza nel processo creativo. L’importante alla fine è avere qualcosa da dire e trovare qualcuno che la comprenda, indipendentemente dal modo in cui lo si fa: se accade questo l’“anima dell’arte stessa”, come la definisci tu, non sarà mai compromessa.

Recentemente la band ha visto l’ingresso di Onny Allegretti. Come è nato questo incontro e cosa, oltre al livello artistico, ha portato questo cambiamento al risultato finale? Da un punto di vista stilistico/artistico è cambiato qualcosa rispetto a sei anni fa?

RAFFAELE: Onny ha sostituito il batterista precedente che, come spesso accade nelle band, a un certo punto ha deciso di intraprendere un percorso musicale differente. Con Onny siamo amici di vecchia data e qualcuno di noi Fabryka ha condiviso con lui in passato anche delle esperienze musicali. Abbiamo deciso di chiedergli di unirsi a noi perché ci piaceva molto il suo modo di suonare, il timbro che riusciva a tirar fuori dal suo strumento e lui – cosa niente affatto scontata – è stato da subito entusiasta e propositivo. Il suo arrivo ha generato inevitabilmente dei cambiamenti stilistici in tutto il sound del gruppo, non solo della batteria, ed è stato un ottimo spunto per esplorare dei territori musicali che fino a quel momento non avevamo battuto. Ci siamo molto divertiti durante la registrazione del disco a sperimentare delle tecniche, anche molto “artigianali”, percuotendo qualsiasi superficie per ottenere esattamente i suoni che avevamo in testa, e la sua ricerca e il suo entusiasmo ci ha permesso di farlo nel modo più stimolante possibile.

Il vostro progetto è forse uno dei più esportati a livello globale e siete arrivati in festival in ogni angolo del pianeta. C’è una location o un festival nel vostro cuore nel quale non siete ancora riusciti ad esibirvi? E se sì perché proprio quello vi sta a cuore.

TIZIANA: Beh, sì, siamo stati un po’ in giro 😀 E speriamo di viaggiare ancora con questo disco, sia in Italia che all’estero. La sensazione di meraviglia e entusiasmo quando ti trovi su un palco internazionale, fianco a fianco con grandi artisti, è qualcosa di indescrivibile. Diciamo che alcuni dei nostri “sfizi” ce li siamo già tolti: sognavamo il Primavera Sound e il SXSW e il destino e la caparbietà di Gigi (il nostro manager) ci hanno accontentati. Adesso ci manca solo il Coachella! (ride) Più che in termini di festival ci diamo obiettivi in termini geografici, e il Giappone è da sempre una delle nostre mete musicali dei sogni. Speriamo di arrivarci con questo disco!

Il titolo del vostro nuovo lavoro, Perspectives, è di sicuro adatto al periodo. Da un punto di vista personale e umano come si sono modificate le vostre prospettive dopo gli ultimi 2 anni? Siete più aperti verso le occasioni da cogliere o più rivolti verso una valorizzazione di quello che già si ha?

TIZIANA: Il 2020 ha dato un bello scossone a tutti noi, a livello personale e professionale. Ognuno di noi ha rimesso in discussione molti aspetti della propria vita e intrapreso grandi cambiamenti: c’è chi ha comprato casa, chi è andato a convivere, chi ha ritrovato amicizie e riscoperto vecchi interessi. Secondo me adesso siamo arrivati a una giusta via di mezzo, e questo disco un po’ lo dimostra. Musicalmente eravamo abituati a fare e disfare di continuo, cambiare sempre le carte in tavola buttando via ciò che non ci convinceva, invece mi sembra che con Perspectives abbiamo imparato a rielaborare, raccogliere dal passato prima di lanciarci a capofitto verso il nuovo. Adesso guardiamo tutti alle novità in modo più equilibrato. Siamo aperti a nuove occasioni da cogliere, non dimenticando mai quello che siamo stati e che abbiamo.

Volete lasciare un messaggio ai lettori di MusicAttitude?

TIZIANA: Grazie per aver letto questo articolo fino alla fine, non era una cosa così scontata visto che siamo dei chiacchieroni 😀 Speriamo di avervi incuriosito abbastanza da ascoltare il nostro disco. Fateci sapere che ne pensate! E ovviamente vi aspettiamo ai nostri prossimi concerti.

Posso aggiungere una cosa? Grazie Luigi e MusicAttitude per questa bella chiacchierata.

Grazie per il vostro tempo e complimenti per il bellissimo album

CREDITI
Scritto, composto e registrato dai Fabryka
Testi: Tiziana Felle
production: Marco Fischetti e Fabryka
mix e mastering: Marco Fischetti at Death Star Studio (BA)

Artwork di Francesco Palmitessa
Foto di Simona Ardito

I Fabryka sono:
Tiziana Felle (voce e synth)
Raffaele Stellacci (Synth, piano Rhodes)
Alessandro Semisa (Chitarra)
Agostino Scaranello (Basso)
Onny Allegretti (Batteria)

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