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Nutronic – Futures

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Tra il 2008 e il 2011 c’è stato un momento in cui i Pendulum sembravano pronti a conquistare ogni tipo di audience. Nel 2010/11 Rob Swire e soci suonavano prima degli Iron Maiden ai festival, si esibivano a Glastonbury così come al LovEvolution Dance Festival & Parade, oltre ad aprire il tour dei Linkin Park in America.

Un successo trasversale che, parlando di drum and bass, avevano conosciuto (e poi mantenuto) solo i Prodigy in precedenza. “Immersion” era la summa del loro pensiero e la chiave che aveva aperto alla band le porte della popolarità di massa. Di botto, agli inizi del 2012, i Pendulum si fermarono e lasciarono aperti molti discorsi trasversali (Knife Party, reunion qua e là).

Questa mega intro per dire che i Nutronic sono la cosa più vicina a quei Pendulum che si sia mai sentita da un decennio a questa parte. “Futures” è una collezione di drum and bass, dubstep, rock, elettronica e via discorrendo che non potrà lasciare indifferente chi ha amato quel periodo. E lo capirete semplicemente ascoltando “Code War” e “Moth Wings”, il modo migliore di iniziare e fare in modo che ascoltiate tutto il disco. Anche perché poi arriva “Icon”, di sicuro un altro brano simbolo del lavoro.

Jeremy Strickland e Nick Dyson hanno trovato la quadratura del cerchio e, pur senza innovare o trovare soluzioni clamorose, riescono a intrattenerci tra up-tempo e melodie perfette nell’economia delle 12 tracce. Si va dai pezzi più impattanti come “Somniac”, “Empathy” (singolone perfetto grazie al quale li trovai in qualche playlist di certo non viral qualche mese fa, ndr) e “Destroyer”, a momenti più atmosferici come la title track o da club come “Kerberos”.

Non sarà un successo negli streaming e tanto meno un lavoro che otterrà visibilità a Times Square (anche perché nessuna label gliela acquisterà) ma i Nutronic hanno inciso uno degli album più godibili che potrete ascoltare quest’anno. Mica poco. Qui si va sul sicuro, fidatevi.

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