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Interviste

Effenberg, amore e rivoluzione mentale nel suo ultimo singolo Atto di rivolta

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Effenberg ci riporta prepotentemente nel suo mondo con l’uscita, a dicembre 2021, del suo nuovo singolo “Atto Di Rivolta”. Un brano d’amore ma con un cuore sovversivo. Una rivolta sentimentale contro lo sfruttamento dell’uomo dall’uomo, contro l’inquinamento, l’arrivismo, l’ipocrisia e l’odio tra le persone. Effenberg è il nome d’arte di Stefano Pomponi, cantautore lucchese che prende il nome da un ex calciatore tedesco degli anni ’90. Nel 2017 con il disco “Elefanti per Cena”, si fa conoscere alla critica e si esibisce in diversi concerti, dal palco del Lucca Summer Festival, fino ad arrivare a condividere il palco con artisti del nuovo circuito pop indipendente tra i quali Selton, Eugenio In Via Di Gioia e Dente. Da sempre sensibile ai temi sociali, nel luglio 2017 si esibisce assieme alla propria band dentro il penitenziario di San Giorgio (Lucca) presentando il disco “Elefanti Per Cena” alla popolazione carceraria. In occasione della campagna di Legambiente relativa all’economia circolare scrive per La Gaudats Junk Band il brano intitolato proprio “Economia Circolare”, che lo porterà ad esibirsi al concerto di Radio Italia Live in Piazza del Duomo a Milano, condividendo il palco con i più grandi nomi della musica italiana e internazionale: Sting, Tiromancino, Ermal Meta, Loredana Bertè etc.

Atto di Rivolta è il nuovo singolo, il terzo, uscito sul mercato nel 2021, c’è una cronologia ben precisa nella scelta di questi brani oltre che un’eventuale filo conduttore?
Non Proprio. Avevamo programmato le uscite dei primi due singoli (Sirene Alate e Mini Universo) ma per il terzo non avevamo ancora le idee chiare. C’era l’ipotesi di fare uscire un altro brano, ma “Atto Di Rivolta” è più attuale. Racconta proprio il periodo che stiamo vivendo.

Il tuo brano ha la rivoluzione dentro, c’è qualcosa di forte, un pugno allo stomaco che arriva forte e chiaro. Quando lo hai scritto?
L’ho scritto nel febbraio del 2021. La situazione era più o meno la stessa.  Cadeva un governo e si faceva spazio al nuovo capo. Le inquietudini erano le stesse di oggi, le persone erano e sono numeri e ogni sciagura sembra risolvibile solo con l’arrivo del salvatore di turno.

Scrivere musica e farlo cercando di denunciare ciò che non funziona, ciò che fa male all’umanità sembra che per te sia un’esigenza. È sempre stato così o è un sentimento che si è manifestato con il tempo?
Direi che si è manifestato con il tempo. Inizialmente mi concentravo di più sulle relazioni sentimentali. Probabilmente è un processo naturale. Crescendo ci si allontana un po’ dalla poesia, si diventa più analitici e di conseguenza più critici.

La rivolta, la rivoluzione è davvero un’attitudine mentale o ci sono elementi esterni che possono scatenare l’atto di rivolta?
Sicuramente ci sono elementi esterni che possono scatenarla ma secondo me il primo passo è mentale. L’uomo si abitua a tutto, quindi è fondamentale mantenere un pensiero critico, un’identità di essere umano che non si concretizzi nell’esclusiva ricerca di un vantaggio personale.

Ponendo l’amore innanzi a tutto, dichiari che l’amore è l’unico vero atto rivoluzionario, sarebbe fantastico se potessimo toccare con mano questa immagine poetica. Trovi che, con la situazione che il mondo sta vivendo, l’uomo stia comprendendo questo concetto?
Purtroppo no, anzi tutto il contrario. Ho l’impressione che l’uomo si stia staccando sempre di più dall’amore.  In questo senso intendo l’amore come armonia e consapevolezza o almeno intuizione dell’esistenza di alcune leggi universali. Sembrano discorsi retorici ma secondo me queste leggi universali sono reali, tangibili e chiare. La paura e la ricerca di sicurezza ci allontanano dalla vita.

In questo brano c’è una rivolta sentimentale contro l’inquinamento, l’arrivismo, l’ipocrisia e l’odio tra le persone. Quale di questi argomenti ti sta più a cuore tanto da farti stare male?
Ultimamente l’odio tra le persone è la cosa che mi dà più fastidio.  Tutti arroccati nelle loro posizioni, tutti arroganti. Nessuno ha dubbi, sanno tutti cosa fare. A me piace la gente che non sa niente.

L’amore è davvero caos?
Secondo me si, l’amore e l’altruismo vanno contro il mercato. Sono antieconomici e quindi fuori dalla logica moderna. Siamo sempre a valutare le situazioni, a bilanciare rischi, benefici, guadagni. Ecco, con l’amore tutto questo è impossibile, vai e basta. Sei meno controllabile perché ti muovi con logiche incomprensibili al sistema economico.

“Io vorrei che i tuoi sogni non dovessero svegliarsi la mattina quando ti alzi” una frase del tuo nuovo brano che mi ha colpito molto. Quale sogno non si sveglia quando ti alzi?
Io sogno ad occhi aperti, altrimenti non proverei neanche a fare questo “mestiere”, però la realtà a volte è disarmante, scoraggia i sognatori. Mi piacerebbe che non succedesse.

Il tuo nome è il nome da un ex calciatore tedesco degli anni ’90 e tu ha dichiarato in un’intervista che era un nome che non ti faceva capire che tipo di musica facessi e che sarebbe anche potuta sembrare una band metal tedesca. Tu che musica fai davvero?
Do molto spazio al testo, in passato avremmo detto cantautorato. Oggi non saprei, c’è chi dice indie ma sinceramente non mi ci ritrovo tanto in questa definizione, soprattutto vista la recente evoluzione della scena.

Dove vuoi che ti porti il tuo Atto di Rivolta?
Mi piacerebbe che mi portasse in giro, a suonare dal vivo per tutta Italia.

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