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Interviste

Cecco e Cipo, il duo toscano torna Con Permesso per la svolta di maturità

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Cecco e Cipo hanno pubblicato il loro quinto disco “Con permesso”, il 21 gennaio appena passato: il duo toscano ha suonato in lungo e in largo per la penisola, collezionato ascolti su Spotify e si è fatto conoscere, anni fa, per essere saliti sul palco di X-Factor. Il disco è uscito, anticipato dai singoli “Ancora un’altra volta” e “I due eschimesi dell’Isola di Baffin”, ma non fatevi ingannare: anche se nel video sembra estate, faceva un freddo cane.

Siete al quinto disco, l’ultima volta che vi ho visto eravate a X-Factor a cantare Vacca boia. Che è successo in mezzo?
Cipo: Sono successe un po’ di cose: abbiamo girato tantissimo e abbiamo fatto disco. Ne abbiamo fatto uno, poi un altro, poi un altro e poi questo.

Non mi tornano I numeri.
Cecco: No, neanche a me. No aspetta, ha ragione. Prima due, poi tre poi quattro.
Cipo: A X-Factor avevamo già due dischi fuori, poi X-Factor, un altro disco che ci ha fatto girare un po’, e un altro che ci ha fatto girare di più e poi questo.

Con questo e la pandemia girate o siete fermi?
Cecco: Noi siamo molto fermi poi si vedrà, per primavera ed estate, di fare un bel giro. Chi di dovere sta già lavorando ma è ancora tutto nebuloso.
Cipo: Soprattutto I club non sanno quando ripartono, si spera per aprile.

Voi eravate al Viper per L’Ultimo concerto: è passato un anno preciso da quando c’è stato il flash mob e speravamo ripartisse qualcosa, ma per ora niente. Anche voi siete fermi.
Cecco: Si, siamo un po’ fermini e ci siamo dovuti reinventare. Cipo è andato a fare addirittura un po’ di comparsate in qualche serie TV o film, ci sta che lo becchiate in televisione.
Cipo: Più facile mi vediate negli spot pubblicitari. Non sono un attore, quest’estate mi sono dilettato un po’ nel cinema e negli spot perchè avevo bisogno di un po’ di movimento e stavo morendo, sia dentro che fuori, e non avevo più un euro.
Cecco: Io invece siccome non si suonava sono andato a fare il cameriere, perché l’attore non lo so fare.

In realtà la maggior parte dei musicisti che conosco o hanno lavorato o lavorano nei ristoranti.
Cipo: E’ una regola, se fai il musicista devi lavorare nella ristorazione.

C’è un video, Gli eschimesi dell’isola di Baffin, e ho visto che su YouTube ci sono state una serie di ipotesi improbabili su dove eravate in bicicletta. Quindi: dove eravate in bicicletta?
Cipo: Ti illumina Cecco perché io non mi ricordo bene i posti.
Cecco: Erano diverse location. Abbiamo fatto le prime al parco delle cascine a Firenze.
Cipo: Si, una piccola scena, un momento di una scena di un film di Francesco Nuti, poi ci siamo spostati…continua Cecco.

Cecco: Si, ci siamo spostati in montagna, non mi ricordo dove.
Cipo: So solo che mi sono venute le placche per due settimane, a letto col febbrone. Era febbraio, marzo e c’era freddo, eravamo in camicetta.

Ma sembrate estivi e gioiosi.
Cecco: Faceva freddo, a un certo punto c’era la neve.
Cipo: Ma c’era freddo anche dove non c’era la neve, ho sofferto tanto.

Perchè vi hanno maltrattato così tanto, cosa avete fatto?
Cipo: E’ il retroscena dei videoclip: sembra sempre tutto bello e caldo e invece c’è sempre un gran freddo. Anche nei film, me ne sono accorto quest’estate: in pieno agosto doveva essere febbraio, roba fatta in inverno doveva essere estate piena.
Cecco: Se notate bene quando sono in bicicletta sulla canna un po’ soffro, perché non era una posizione così comoda. E credo si veda.

Questo è il quinto disco, voi siete…com’è X-Factor, che vuol dire suonare a X-Factor?
Cipo: O bene bene o male male, e la cosa che fa paura è che non dipende da te. Puoi andare li e fare l’esibizione più bella del mondo, essere tecnicamente bravissimo e talentuoso ma la verità è che loro decidono il tuo spazio e come farti passare. Se fai il provino più bello del mondo ma ti vogliono far passare da imbecille passi da imbecille. Noi per fortuna eravamo il gruppo strano, sul filo del rasoio fra essere due imbecilli ed essere mandati tra gli idioti ed essere quelli particolari, stravaganti, strani…è andata meglio così, perché siamo passati per quelli simpatici.

Ma è servito?
Cecco: Si, è servito molto. Dopo X-Factor abbiamo fatto…l’anno dopo 100 date.
Cipo: La verità è che se siamo ancora vivi è per X-Factor. Il nome ha girato e si è consolidato un pubblico che ci permette di lavorare e ci segue. Ce lo siamo coccolato, ce lo coltiviamo e coccoliamo da anni, ma il pubblico l’abbiamo preso da li.

Infatti ho visto che ci sono persone che fanno le vostre cover, ci sono anche su YouTube.
Cipo: Si, è roba.

Che effetto fa vedere qualcuno che non conosci che suona quello che hai scritto tu?
Cecco: Prende bene, insomma, è una cosa che non te la sai neanche spiegare.
Cipo: Il trucco è fare canzoni con accordi semplici, sennò le cover non te le fanno. Il disco nuovo è più complesso a livello di accordi, ci sono accordi jazz, roba strana, quindi ci saranno meno cover.

Magari vi stupiranno.
Cecco: Infatti noi diciamo che gli accordi sono difficili e sfidiamo la gente a farli.
Cipo: Non lo so, i musicisti che sanno suonare non fanno Cecco e Cipo.

Dici?
Cipo: Si si, i musicisti non amano Cecco e Cipo. Forse con questo disco potrebbero apprezzare la struttura più importante, ma un musicista non si mette a fare le cover di Cecco e Cipo.

Quindi avete fatte un disco più complicato.
Cecco: Si, ci abbiamo lavorato un bel po’.

A parte che ho letto che in pandemia eravate chiusi in casa e vi siete arrovellati sui pezzi: è anche per questo?
Cecco: In fase di lockdown abbiamo scritto un sacco, eravamo anche fermi coi concerti e abbiamo concentrato tutte le forze sul fare un bel lavoro anche a livello di arrangiamento. Per le pre-produzioni ci siamo trovati spesso col nostro chitarrista, Federico Gaspari, e abbiamo sviscerato un po’ tutti i pezzi, sistemato gli accordi, cercato di rendere le canzoni più belle possibili, e questo ha voluto dire lavorare intensamente agli accordi e fare qualcosa che non avevamo mai fatto ma che ci sembra sia servito.

Tipo?
Cipo: Accordi e strutture nuove, ci abbiamo dedicato più tempo e sperimentato di più, ci sono anche delle situazioni un po’ jazz. La verità poi è che abbiamo lavorato tantissimo nelle pre-produzioni, cosa che non avevamo mai fatto, e l’abbiamo fatto perché avevamo più tempo. Questo ci ha permesso di andare in studio più settati e lavorare più velocemente e Samuele Cangi, il nostro produttore artistico, ci ha aiutato molto a livello di suono e arrangiamento.

Però tutto questo lavoro l’avete fatto a distanza?
Cipo: La struttura dei brani è avvenuta a distanza, ognuno per i cavoli suoi, quando si è potuti tornare a uscire di casa e non ti arrestavano se camminavi ci siamo visti con Federico Gaspari per le pre produzioni e, quando hanno detto che si poteva andare al lavoro, siamo andati in studio e  abbiamo lavorato tutti insieme.

Quindi fare musica è il vostro lavoro.
Cipo: Lo era fino a due anni fa. Perché non ci pagano da due anni. Dal momento in cui non siamo più ripartiti, ma vedevamo che il mondo lo era e che c’era gente che poteva lavorare ci siamo resi conto che i musicisti sono stati proprio gli ultimi, come l’arte in generale, ad essere presi in considerazione. Però potevi fare le messe, e c’erano le discoteche aperte quando noi potevamo solo fare concerti con 50 persone, distanziate. È stato molto strano: ho avuto un periodo in cui sono stato molto giù e poi è arrivato un periodo di incazzatura. Quindi ora mi girano parecchio le palle, la verità è quella.

Meglio essere incazzati che depressi.
Cipo: Si, meglio essere incazzati che depressi.

Mi sono messa a spulciare tutti i commenti sotto il video, e c’è chi chiede perché non portate la canzone a San Remo.
Cipo: E’ vero Cecco, perché non si porta la canzone a San Remo, scusa?
Cecco: Perchè non ci vogliono: ci s’è provato in tutti i modi ad andarci, ma non ci vogliono.
Cipo: In realtà ci abbiamo provato una volta, tantissimi anni fa, e ci abbiamo provato l’anno scorso ma non c’è stato verso, con un pezzo che è nel disco nuovo. Diciamo come Guccini: che Guccini non vuole San Remo e San Remo non vuole Guccini. In realtà però se c’è la possibilità io ci vado volentieri, e anche di corsa.

Poi magari vinci l’Eurovision.
Cipo: Non credo, però ci vado. Però è più facile vincere l’Eurovision che San Remo! A San Remo il livello è sempre stato abbastanza basso, ma all’Eurovision ci sono cose terribili. Poi oh, io ho visto San Remo e non sono riuscito ad arrivare alla fine. Te Cecco?
Cecco: Non ho superato Morandi.

Poi c’è uno che sotto il video ha scritto “non i divertivo da decenni, grazie”, poverino, e mi ha fatto una tenerezza assurda.
Cecco: (ride), si fa tenerezza.
Cipo: E’ roba strana! Abbiamo trovato persone, gente di 20 o 25 anni, che viene al nostro concerto e ci dice che è il loro primo concerto della vita. È stranissima questa cosa, ma ti senti importante per 5 secondi, poi ti riprende male di nuovo. Ma vorresti adottarli, li per li.

Ok, una domanda che faccio a tutti: se poteste suonare dove, come, con cosa e con chi volete, cosa esce fuori?
Cipo: Te Cecco che rispondi?
Cecco: Io voglio suonare in un pub in fondo al mare.
Cipo: Io….guarda, ieri eravamo a Roma e abbiamo trovato Silvestri per strada, e siamo dei grandi fan, quindi ti direi che mi piacerebbe suonare con Silvestri in un kebab. Per dieci persone, dentro un kebab, Cecco e Cipo e Silvestri.

C’è qualcos’altro che ci tenete a far sapere a tutti, con l’intervista?
Cipo: Puoi dire semplicemente la verità, che il disco che è uscito è uno dei dischi più belli della musica italiana degli ultimi decenni, la svolta di Cecco e Cipo.

Ma è vero o mi prendi in giro? La cosa della svolta, dico.
Cipo: E’ la svolta a livello di suono, è un disco un po’ più maturo, e si spera che ci porti ad aumentare un po’ il pubblico. Puoi dire quello che vuoi, basta che ne parli bene!

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