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Interviste

Loren, sono qui e sono vivi con il nuovo singolo Viva la paura

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A tre anni di distanza dalla pubblicazione di LOREN, l’album di debutto, l’omonima band pubblica prima due singoli (Uniti e Stendhal) nel 2021, annuncia un disco in uscita questa primavera e pubblica ancora un singolo per inaugurare il 2022. Quest’ultimo, Viva la paura, è uscito il 2 febbraio è un potentissimo inno alla vita in collaborazione con il coro gospel Vocal Blue Trains: perfetto per celebrare un grandissimo stile il ritorno dei Loren dopo il silenzio causato dalla lunga gestazione del lockdown.

Viva la paura però non è “solo” questo: è un ricordarci dell’esistenza della paura, accettarla, apprezzarla in quanto parte integrante e fondamentale delle nostre vite che purtroppo tendiamo sempre di più ad annegare e nascondere. Viva la paura a fine ascolto sembra metterti una mano sulla spalla per dirti “va bene così”.

In attesa dei prossimi singoli e, di conseguenza, del disco, abbiamo intervistato i Loren per parlare di questi singoli, di paura, di lockdown e live.

Il 2 febbraio è uscito il vostro nuovo singolo Viva la paura, il terzo ad anticipare l’uscita del vostro secondo album. Già il titolo imposta un clima celebrativo che viene poi confermato e amplificato dalla potenza del brano: quindi, perché “Viva la paura”? Perché celebrare la paura?

Perché la paura è un sentimento incompreso e rifiutato, vogliamo tornare a dire quanto la paura sia utile. Inoltre è scappando di fronte alle nostre paure che mentiamo meglio a noi stessi.                                                                                           Se lo guardiamo da questo punto di vista il nostro mondo è pieno zeppo di cose che si voltano dall’altra parte, che mettono la testa nella sabbia: le piattaforme ospitano una paura del tempo che scorre, della vita che si fa, silenziosa, negli atti, la si vorrebbe imbalsamare continuamente e, allo stesso tempo, renderla sempre “parlante”.                                                                                      

Non abbiamo più il coraggio del flusso, del silenzio, invecchiamo passando il tempo a restaurare le nostre immagini pubbliche, a renderle seducenti, siamo tutti intenti a sabotare il nostro privato per “pubblicarlo”. Il risultato è che stiamo distruggendo entrambe le sfere: il pubblico è diventato il luogo del diario intimo e non abbiamo più parole condivise per costruire un “insieme”, il privato non è più il luogo della creazione ma della videosorveglianza perenne; in entrambi i casi uno stillicidio di vita per non guardare in faccia la paura. Ecco perché invitiamo ad abbracciare le cose che ci terrorizzano, per esempio, la paura di essere ordinari. Celebrare la paura significa per noi accettare di essere fallibili senza smettere di buttarsi nella mischia.

Come detto prima Viva la paura è un singolo potente, esplosivo e pieno di vita: questo sicuramente grazie alla dirompente strumentale rock, ma soprattutto con l’aggiunta rispetto ai singoli precedenti di un coro Gospel. Come mai questa scelta? E come mai proprio per questo singolo e non per uno dei precedenti?

Da band, o meglio ancora, da gruppo abbiamo sempre creduto nell’unicità della pluralità, dell’insieme, e questo si riflette anche nelle canzoni. Quando più persone si mettono insieme a suonare, quello che viene fuori è sempre un qualcosa di unico. Anime, personalità e caratteri diversi che si fondono, per qualche minuto, in una sola entità. In questo album siamo riusciti a stringere alcune collaborazioni (che non vi anticipiamo adesso ma scoprirete con l’uscita dei prossimi singoli!), però sì, il coro Gospel è soltanto in questo brano. Quando abbiamo cominciato a pensare all’arrangiamento di Viva La Paura l’idea di poterlo realizzare con un coro c’è stata fin da subito.                                                                                     

La canzone è venuta fuori, un po’ di pancia, proprio durante la pandemia, quando tutto il mondo e, soprattutto, il mondo musicale, si stava fermando.                                        L’idea del coro, quindi, non l’abbiamo vissuta come una semplice scelta stilistica di arrangiamento. Nonostante non fosse facile vedersi e poter registrare in presenza, tutti insieme, abbiamo fatto in modo di poter realizzare tutto dal vivo. Avevamo veramente bisogno di stare insieme ad altre persone, e l’opportunità di poter fare musica insieme, non ce la siamo fatta scappare. Ne avevamo davvero bisogno e, infatti, quei giorni a registrare le voci, tutti insieme, rimangono tra i momenti più belli ed emozionanti durante la realizzazione di questo album.                                                                                               Poi, a dire il vero, i ragazzi e le ragazze del coro (Vocal Blue Trains) sono stati – e sono – talmente bravi, che abbiamo realizzato una sessione live dove li potrete sentire cantare anche in Stendhal, oltre che in Viva la Paura!

Viva la vita è il vostro primo singolo del 2022: Uniti e Stendhal sono usciti nel 2021, a tre anni dall’album eponimo. Tre anni che hanno visto lo scoppio della pandemia e il susseguirsi di lockdown e restrizioni. Cosa è successo a Loren in questo periodo? Come avete vissuto questi tre anni?

Cosa è successo ai Loren in questi tre anni? Di tutto!  Purtroppo la pandemia ha colpito chiunque e anche i Loren hanno avuto i loro grattacapi. Prima di un gruppo musicale, noi siamo amici. Questo ci ha mantenuti uniti e non abbiamo mai smesso di vederci e stare insieme.                                           

I lockdown e le restrizioni fanno soffrire, e fanno sentire sicuramente più soli. A questo aggiungiamo che, per un musicista, come per tutti gli operatori che gravitano nel settore, non sapere se e quando si potrà ricominciare a fare concerti significa anche non sapere se e quando poter ricominciare a lavorare. Insomma, è stato un periodo complicato e difficile, soprattutto per mantenere lucidità e unità.                                                                                                Senza entrare nella sfera personale di ognuno, possiamo dire, che essere un gruppo ci ha aiutato a farci sentire meno soli e affrontare, insieme, tutte quelle paure che ci sono state scaraventate in faccia all’improvviso.                                            E mai come in questo periodo, forse, ci siamo resi conto di quanto sia importante stare e vivere la vita insieme alle persone. Diciamo che noi Loren, in questi tre anni, abbiamo cercato di vivere il più possibile!

Quest’anno uscirà il vostro nuovo disco: potete anticipare qualcosa? Qualche spoiler?

Il disco uscirà a primavera inoltrata, verso l’estate. Purtroppo, essendo in uscita altri due singoli prima dell’album, non possiamo anticipare gran ché, altrimenti l’effetto spoiler potrebbe rovinare la sorpresa! Ma più che altro, ci sono tante novità che stanno accadendo ogni giorno! Ci sono collaborazioni con musicisti che per noi erano dei miti inarrivabili quando eravamo al liceo, o con realtà corali, come i Vocal Blue Trains appunto, che hanno messo un pezzo di sé nei nostri brani. Altri artisti, non musicisti, hanno messo il loro contributo nell’album, e non vediamo l’ora di svelarvi tutto quello che hanno fatto.

È un disco che racconta di noi, dei nostri ultimi 3 anni. E c’è di tutto, il bello e il cattivo tempo” (come si dice a Firenze), dalle certezze che si sono sgretolate, a quelle che si sono confermate e rafforzate, dalle persone che hanno preso strade diverse fino a quelle che sono rimaste. È un disco che racconta di ognuno di noi, delle nostre vite, ma invece che da soli, abbiamo deciso di farlo insieme al maggior numero di persone possibile.

Avete già portato i nuovi singoli sul palco? Come state vivendo la situazione live? Restrizioni permettendo, è previsto un tour per quest’anno?

Purtroppo non abbiamo più suonato in un concerto live con l’arrivo della Pandemia. 

A dire la verità il covid è arrivato non appena concluso il precedente tour. Ci stavamo prendendo una pausa per scrivere questo album e con l’evolversi della situazione, già nei primi mesi del 2020 avevamo scelto di non riprendere a suonare in concerti live finché non sarebbero tornate le condizioni per poterlo fare nel modo più naturale e libero possibile. Ciononostante non abbiamo mai smesso di suonare, e lo abbiamo fatto, tantissimo, nella nostra sala prove. 

La mancanza di poter suonare dal vivo, tuttavia, ci ha portati a scegliere di produrre un album “più suonato”, con meno programmazioni elettroniche, e più parti suonate da musicisti umani. Ci mancava la dimensione del live a tal punto che, in qualche modo, le prove durante la settimana erano diventate l’unico momento in cui poter suonare per  – e insieme a – delle persone.

Non vediamo l’ora di suonare dal vivo un disco che, in un certo senso, nasce proprio con questo obiettivo, ovvero, portarlo alle persone nella sua forma più autentica e naturale. È proprio nei live, infatti, che la musica esprime tutta la sua magia, funge da collante per chiunque viva quell’esperienza, che si trovi sul palco, dietro le quinte o tra il pubblico. Abbiamo già qualche data fissata e contiamo che se ne possano aggiungere altre al tour che, senza dubbio, avrà inizio proprio questa estate.

Volete dire qualcosa ai vostri ascoltatori?

Ai nostri ascoltatori, prima di tutto, vogliamo dire grazie. 

Nonostante siano passati tre anni dall’ultimo album le persone hanno continuato a seguirci e, i nostri fan, sono pure cresciuti. Quando qualche mese fa abbiamo pubblicato Uniti e abbiamo annunciato l’uscita del nuovo album, è stato bello ricevere l’affetto, prima di tutto, di chi ti aveva seguito e sostenuto da sempre. 

Per noi è stato importante ricevere questa conferma da chi ci conosceva da tempo (qualcuno da sempre) proprio perché, in questi ultimi tre anni, la paura era un po’ che questo legame si fosse perso. 

Non vediamo l’ora di trasformare ogni live in una festa, e speriamo di rivedervi tutti a cantare e ballare insieme!

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