Interviste

Cimini: esce dal 2021 vittorioso ed entra nel 2022 con il nuovo “Limone”

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Dopo un densissimo 2021, carico di esperienze e possibilità, Cimini inaugura il suo 2022 con il nuovo singolo Limone. L’accezione è quella di un bacio, ma non uno di quei baci da storia d’amore romantica. Un bacio sospeso, un bacio anonimo, un bacio che poteva essere di più ma forse non è stato. È proprio questo il tema dell’ultimo singolo del cantautore indie, uscito l’11 marzo, a nove mesi dall’ultima pubblicazione Gelosia; l’amore – non amore in provincia, le storie che non escono dai confini della città e lì restano chiuse, che nascono e muoiono per noia.

Per la costruzione del brano Cimini si avvale della collaborazione di due colleghi: Jacopo Et per la scrittura del testo e Alessandro Cianci per l’arrangiamento. Il risultato è una ballad indie, veramente e naturalmente indie: outcome vincente considerato che l’artista stesso afferma che gli “piace pensare che [la canzone] parli della musica indie italiana”.

Cimini si fa quindi interprete di questa vicenda raccontandocela in prima persona, così che chiunque possa immedesimarsi in questo “giro della morte nel paese dell’amore”.
Un amante del genere non può che apprezzare questo dipinto iperrealista. Ascolto consigliato.

“Credevo fosse amore e invece era un limone”: così comincia il tuo ultimo singolo, Limone appunto. Il concetto che fa luce sull’apparente ballad d’amore che è il pezzo. Di cosa parla veramente questo brano?
Di base è una storia di provincia, ho immaginato un appuntamento al buio tra due persone che si incontrano per noia in un paese dove non c’è niente e in cui le uniche luci che escono dalle case sono quelle delle tv. Poi il brivido di un bacio e di un momento che forse finisce là, ma non ne conosco il finale. Però mi piace anche pensare che parli della musica indie italiana, perché la morale mi sembra la stessa.

La realizzazione di Limone avviene anche grazie a due nomi molto interessanti: Jacopo Et (Jake la Furia, Annalisa, Gaia, Max Pezzali) alla stesura del testo e Alessandro Cianci (Mecna) per l’arrangiamento. Come ti sei trovato a lavorare con loro? Può iniziare un sodalizio per progetti futuri?
Jacopo Et è un cantautore bravissimo con cui condivido la stessa etichetta, il suo disco mi è piaciuto molto, tanto che gli ho chiesto di collaborare a Limone. Cianci l’ho conosciuto per caso l’estate scorsa: il giorno dopo siamo diventati amici, dopo due giorni abbiamo deciso di collaborare, e ancora oggi continuiamo a volerci bene. Stiamo scrivendo e arrangiando molto.

Sei reduce da un anno, mi permetto di dire, abbastanza prolifico: il 1° aprile 2021 è uscito il tuo disco Pubblicità, seguito dal singolo Gelosia a giugno e, di conseguenza dal tour estivo di Pubblicità; in più, in inverno, ti sei lanciato nel Karaoke Tour, con la partecipazione anche di Lodo Guenzi e Ziliani. Come hai vissuto quest’anno? Che impatto hanno avuto tutti questi eventi sulla tua carriera e sul tuo modo di approcciare la musica?
La musica accompagna da sempre la quotidianità delle persone e della società. Io ho vissuto l’ultimo anno un po’ come tutti, e anche artisticamente è stato un ritorno alla normalità: all’inizio ho pubblicato un disco senza crearmi aspettative, infatti Pubblicità voleva essere un disco d’attesa di tempi migliori. Ho avuto la fortuna di portarlo in giro in un’estate strana. Poi con il Karaoke Tour è cambiato tutto: le nuove regole ci hanno permesso di dare sfogo a tutto quello che il pubblico ed io ci tenevamo dentro da due anni. Ne esco col sorriso e con la voglia di suonare.

A proposito di Lodo Guenzi: hai collaborato in diverse occasioni con lo Stato Sociale, penso ad esempio alla vostra partecipazione al progetto Faber Nostrum con il brano e alla loro fatica Attentato alla Musica Italiana, nel disco ALBI. Come nasce questo rapporto? Come vi siete trovati? Lavorerete ancora insieme?
Nasce da subito, perché è stato Lodo a girare i miei primi provini ai ragazzi di Garrincha. Con Lo Stato Sociale è nato subito un bel rapporto. All’inizio mi hanno spinto molto e da allora continuiamo a collaborare ogni volta che ci va. Per me sono delle persone speciali.

Sei entrato in Garrincha Dischi nel 2016, sei anni fa. Cosa è successo in questi sei anni? Se potessi confrontarti con il te stesso del 2016, cosa gli diresti?
Sono passati in fretta perché mi sono divertito molto. Ho anche pianto molto in realtà. Però se mi guardo indietro vedo tanta gente, che poi è la stessa che guardo in faccia durante i concerti e questa è la soddisfazione più grande. Al me del 2016 direi “che culo”.

Vuoi dire qualcosa ai tuoi fan?
Già lo sanno.

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