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Red Hot Chili Peppers – Unlimited Love

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Ho iniziato ad ascoltare i Red Hot Chili Peppers, volente o nolente, praticamente da quando sono nato. Mi hanno accompagnato nella mia crescita fino a questo momento, sebbene in modo abbastanza marginale: sono sempre stati una sorta di “sfondo” per me. Non sono mai stati il mio gruppo preferito, né una delle mie menzioni d’onore, però in qualsiasi periodo della mia vita c’è sempre stato quel “ah sì, anche i Red Hot”. Solo all’uscita del singolo Black Summer, il 4 febbraio di quest’anno, mi sono reso conto di quanto contassero per me.
Il pezzo mi ha lasciato senza parole, una canzone così semplice all’apparenza ma così densa di significati e contenuti, così moderna e così vintage che se mi avessero detto “è uscita nel 2022” o “è uscita nel 1999” non avrei saputo a chi credere. Vuoi un po’ per la voce da patto col diavolo di Kiedis, vuoi per il ritorno di Frusciante alla chitarra e seconda voce, vuoi per la qualità della band e del loro rock inconfondibile, Black Summer mi ha colpito dritto in un punto che non sentivo colpire da tanto tempo.
Segue l’annuncio del disco Unlimited Love, in uscita il primo aprile. E a questo annuncio seguono altri tre singoli, ognuno araldo di un tratto distintivo del quartetto californiano: la “dolorosamente funky” (così Kiedis definisce la linea di basso del pezzo) Poster Child, inno alle icone pop della storia; la struggente ballad Not the One, dove la chitarra di Frusciante sembra cantare una malinconica nenia; l’american anthem These Are the Ways. Ed infine l’album, Unlimited Love, firmato dalla band e dal secondo glorioso ritorno nella loro carriera: lo storico produttore Rick Rubin si ricongiunge infatti alla formazione dopo undici anni (l’ultimo album con Rubin alla produzione è infatti I’m With You, 2011).

Premettendo che quasi tutti i brani mi hanno colpito in positivo, ce ne sono alcuni che mi hanno veramente fatto sentire la quintessenza dei Red Hot Chili Peppers e, secondo me, sono in pole position per entrare nel pantheon dei loro migliori successi.
Oltre ai quattro singoli che ho apprezzato molto si è distinta subito The Great Apes, un inno alla libertà dell’uomo dove il basso di Flea prende quasi le veci di una chitarra solista o di un pianoforte regalando un tono epico all’intero brano; segue Veronica, un curioso scambio di prospettive per guardare l’amore attraverso punti di vista diversi: il pezzo è caratterizzato da un drastico cambio di ritmo e mood tra la strofa, dinamica e tranquilla, e il lento ritornello da power ballad; infine in un climax finale arrivano The Heavy Wing, la mia preferita in assoluto, il cui ritornello è cantato in via eccezionale solo da John Frusciante (si è notata la mia predilezione verso Frusciante? Spero di no), e Tangelo, una sorta di seguito spirituale per la pensierosa Road Trippin’ (Californication).

Unlimited Love è esattamente il riflesso di ciò che il titolo promette, e penso che assuma per la musica il valore che C’era una volta ad Hollywood ha assunto per il cinema. Il film di Tarantino è infatti un tributo al cinema della Nuova Hollywood, una dimostrazione d’amore per ciò che lo ha adottato, forgiato e accompagnato per tutta la vita. Così Unlimited Love comunica, appunto, un eterno amore alla musica, al perdersi, al farsi salvare, al lasciarsi cullare da essa. I Red Hot sono stati assolutamente onesti con noi: non ci sono banali tentativi di appetibilità, non c’è autocelebrazione fine a se stessa, non c’è accanimento terapeutico al solo fine di vendere dischi e biglietti per i concerti. C’è, effettivamente, un sacco di amore. C’è divertimento, perché l’album sembra il risultato di una sola gigantesca jam session e si percepisce un divertimento, un piacere nel ritrovarsi finalmente insieme a fare la cosa che più si ama fare.

I Red Hot Chili Peppers vogliono divertirsi e vogliono che l’ascoltatore si diverta allo stesso modo dopo un lungo periodo di dolore e incertezze. Vogliono che vada in spiaggia, si rilassi, accetti se stesso e il mondo così com’è, che viva il momento e, ovviamente, che ami.
Un album di cui si sentiva veramente il bisogno e che è arrivato nel momento perfetto. Ascolto caldamente consigliato.

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