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Interviste

Bengala Fire, parola d’ordine rock ‘n roll

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Capaci di unire alla perfezione influenze brit-rock a una scrittura contemporanea e raffinata, i BENGALA FIRE sono pronti a farci sentire nuova musica: Jack (Non Sa) è il loro nuovo singolo, uscito questo venerdì (15 aprile), a pochi giorni dalla prima data del loro attesissimo tour.

Jack, protagonista del brano, è il simbolo di una forma di smarrimento che forse ognuno di noi, prima o poi, ha provato. L’esasperazione di Jack non è un lieto fine, o una soluzione, ma rappresenta un punto oltre il quale deve succedere qualcosa, un punto di non ritorno, che sia esso positivo o nero.

I Bengala Fire ci hanno già dimostrato, infiammando il palco dell’ultima edizione di X Factor con le loro esibizioni dal sapore rock’n’roll, che la loro dimensione naturale è quella live e non vedono l’ora di tornare sul palco per il loro TOUR 2022, che li vedrà protagonisti in alcuni dei club più importanti d’Italia!

Queste le prime date del loro TOUR 2022, organizzato da Kashmir Music:
22/04 BRESCIA, Latteria Molloy
24/04 ROMA, Traffic Club
27/04 MILANO, Tunnel Club
30/04 RONCADE (TV), New Age Club
14/05 MODENA, Vibra Club
19/05 TORINO, Hiroshima Mon Amour
20/05 GENOVA, Crazy Bull 
21/05 FIRENZE, Viper | + Mutonia 
27/05 VERONA, The Factory

Avete da poco annunciato il vostro ultimo singolo Jack (Non sa) e tra pochi giorni partirà il primo tour. Come state in questi giorni. Immagino che siano dei giorni molto impegnativi. Come la state vivendo?
Jack (Non Sa) è il primo brano in italiano che facciamo. L’esigenza di scrivere nella nostra lingua madre è nata grazie a Manuel Agnelli che, durante il nostro percorso ad X Factor 2021, ci ha esortati più volte a tentare. Abbiamo scoperto che cantare in italiano ha su di noi un impatto emotivo totalmente nuovo, coinvolgente e trascinante.
Per quanto riguarda il tour siamo molto contenti, non vediamo l’ora di iniziare e siamo entusiasti di vivere, finalmente, tutto questo come un lavoro. Sicuramente quando la musica diventa un discorso serio e non si limita ad essere più il passatempo del finesettimana tutto diventa più teso, aumentano gli scazzi anche tra di noi e la cosa non può più essere vissuta con la leggerezza con cui l’affrontavamo prima quando non avevamo nulla da perdere. Purtroppo fare musica a questo livello prevede anche tanti altri aspetti burocratici e organizzativi che di sicuro non sono il lato piacevole di questo mondo. Ma fanno parte del gioco e va bene così.

Mi sembra che stiate affrontando tutto già in un modo molto professionale e maturo. Voi, a differenza di altri ex concorrenti, vi siete presi anche del tempo prima di annunciare qualcosa.
Abbiamo preferito valutare con calma tutte le offerte che ci sono state fatte e ci siamo presi il tempo per analizzare quale facesse al caso nostro, nonostante avessimo un gran voglia di uscire con qualcosa.
Al momento stiamo collaborando con Kashmir music per quanto riguarda l’organizzazione del tour e, ad esempio, con loro abbiamo trovato subito una grande affinità perché è un team di ragazzi giovani che stanno crescendo un sacco nell’ultimo periodo. Forse non sono la realtà più grossa e importante in Italia, ma di sicuro ci accomunano la passione e gli intenti e questo per noi è stato fondamentale.
Ovviamente ci sono anche le preoccupazioni in questi giorni che precedono il tour, però penso che siamo anche abbastanza positivi, dobbiamo essere positivi soprattutto per il fatto che noi suoniamo insieme da quasi 12 anni. Quello che facciamo lo vogliamo fare davvero, altrimenti avremmo smesso o cambiato stile da un pezzo.

È vero, non siete arrivati al palco di X-Factor da novellini.
Noi abbiamo visto x Factor come una grande opportunità per farci conoscere e da quel punto di vista siamo anche molto grati al programma perché non abbiamo mai avuto problemi o contrasti. Ci siamo trovati veramente molto bene, anzi vorrei fare un appello perché so che magari i programmi televisivi non sono visti così bene. Lo dico da persona che aveva un grosso pregiudizio prima di fare questo programma. Non sono cose stupide, anzi sono cose che possono essere davvero d’aiuto perché in 2 mesi di programma abbiamo imparato veramente tanto, sia musicalmente, conoscendo varie persone, sia comunque umanamente.

Negli ultimi 3 anni X Factor ha sicuramente cambiato pelle trasformandosi da talent show a vetrina per giovani artisti con esperienza. Ora come ora non è più così fondamentale vincere il programma quanto mettersi in gioco e farsi notare più a lungo possibile.
Io credo che siano fondamentali lo spirito con cui si affronta questo tipo di esperienza e la motivazione che ti sprona. Per trarne il meglio devi volerti mettere in discussione e affidarti ai consigli delle persone che ti guidano cercando di assorbire e imparare il più possibile Noi ci siamo fidati di Manuel e di Rodrigo quando ci hanno proposto delle scelte musicali che non conoscevamo o che non apprezzavamo al 100%, perché se Manuel diceva “no ragazzi invece che questa cosa qua provate a fare cosi” oppure ad esempio alla terza puntata del live abbiamo fatto un brano degli AC/DC che non avevamo mai nemmeno sentito, per noi rappresentava una sfida e i loro consigli ci hanno aperto un mondo che non ci immaginavamo. Noi avevamo sicuramente un’idea molto chiara di quello che sapevamo fare e di quale fosse il sound che apprezzavamo di più, ma non eravamo andati li per impuntarci e dire “noi facciamo solo questo”. Sarebbe stato davvero stupido da parte nostra. Ora abbiamo una consapevolezza diversa di quello che facciamo e siamo molto migliorati anche su quello che pensavamo di sapere fare già abbastanza bene.
Sicuramente per noi è stato importantissimo e di grande aiuto fare questa scelta proprio in questo preciso momento del nostro percorso. Secondo me la nostra età che va dai 24 ai 29, ci ha consentito di affrontare la trasmissione con i giusti mezzi per viverla al meglio senza sprecare nulla di quello che ci veniva offerto. Prima di entrare a X Factor tutti noi avevamo un lavoro e qualcosa da perdere se non ci fossimo impegnati abbastanza. Magari un ragazzino di 16 anni affronta tutto più facilmente ma allo stesso modo potrebbe non avere le giuste basi per trarne il massimo.

Vi faccio una domanda un po’ cattivella. Pensate che ora che si è alzata l’asticella riuscirete ad affrontare le decisioni, anche tra di voi, con la stessa spensieratezza? Ora non è più un gioco e avete qualcosa da perdere.
Più che altro è una domanda stronza (ride). È ovvio che quando c’è in gioco così tanto c’è più pressione, però bisogna stare attenti a viverla serenamente altrimenti non riesci a fare un cazzo. Questo ce l’hanno insegnato Manuel e Rodrigo che hanno cercato sempre di trasmetterci il modo di rimanere sereni nell’affrontare le cose.

Il 22 aprile partirà il vostro tour da Brescia e in 9 date toccherà molte regioni. Nei vostri 12 anni vi era mai successo di uscire fuori dalla vostra regione?
Raramente, abbiamo fatto parecchi concerti negli anni, abbiamo fatto più di 100 concerti però la maggior parte in Veneto; abbiamo fatto qualche piccola uscita ma nulla di significativo.

Quale sarebbe un luogo dove sognate di suonare?
In Italia sicuramente ci piacerebbe un sacco suonare al Forum di Assago. Ovviamente per noi è già un sogno pensare di esibirci nei club che visiteremo con il nostro tour. Noi vogliamo suonare il più possibile e magari, un giorno, arrivare anche all’estero. Abbiamo sempre sognato di arrivare ai mega festival come il Coachella e tanti altri.

Beh sicuramente, dopo il successo planetario dei Maneskin, la partecipazione ad X Factor Italia rende il sogno non così improbabile.
Assolutamente! E noi siamo contentissimi di vedere dei ragazzi italiani come noi che hanno fatto questo percorso arrivare così in alto. Non vogliamo pensarci però perché potrebbe essere solo una pericolosa illusione. Certo che ci speri però noi non ci pensiamo tanto, manteniamo i piedi per terra.

Da artisti come ve lo spiegate questo ritorno prepotente e quasi non immaginabile del rock sulla cresta dell’onda e tra i generi seguiti dai giovanissimi?
Io penso che sia il normale andamento delle cose. Si può paragonare alla moda secondo me, nel senso che sono tornati di moda gli anni 80/90 così come ritornerà la moda degli anni 2000. In questi anni generi come il rap e la trap hanno avuto un enorme impatto sull’industria musicale. E ad essere onesto anche a me che faccio rock non dispiacciono, se fatti bene. Tra i giovani ci sono sempre appassionati alla musica rock e ora sta tornando anche tra coloro che magari prima non la conoscevano ma che iniziano a sentire l’esigenza di ascoltare qualcosa che per loro è nuovo.

La nostra rivista si chiama MusicAttitude, nella vostra vita qual è la vostra music attitude, come la musica entra nella vostra vita aldilà di quello che è il vostro lavoro?
Domanda interessante, io ti dico la prima cosa che mi viene in mente, tipo quando ti fai la doccia con un pezzo che ti gasa un sacco e ti dico anche la canzone, Knights of Cydonia dei Muse mentre ti fai la doccia è qualcosa si speciale.
A parte gli scherzi, io sono molto fedele a quel termine che ultimamente è stato forse inflazionato, che mi fa anche tenerezza perché noi lo usiamo da parecchi anni che è rock n’roll. Mi ha fatto davvero sorridere quando i Maneskin hanno vinto l’Eurovision e Damiano ha detto “Rock n’ roll never dies”. L’ho guardato e ho pensato “guahda questo che in un attimo dice una cosa e noi ci stiamo sbattendo tutti questi anni con questo termine”. Il rock n’ roll non è un genere ma è l’emozione che ti può dare solo ascoltare la musica. Rock n’ roll  è anche quella vibrazione che senti dentro quando ascolti la musica techno e che ti fa stare bene. Questa è l’attitudine che voglio dalla musica. Anche una canzone triste ti può far pensare “cazzo io ce la posso fare”. Questa per me è la rock attitude.

Instagramhttps://www.instagram.com/bengalafire/

Prevendite al link: kashmirmusic.it/tour/bengala-fire-tour/

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