Interviste
CAP10100, una realtà internazionale nel cuore di Torino
Il CAP10100 nato il 17 ottobre 2012 e in questo 2022 taglia il traguardo dei 10 anni. Raccogliendo forza e bellezza, in un inizio anno non propriamente con le migliori premesse, il CAP10100 punta a raccontare ciò che ha costruito, accolto e raccolto in quel macrosistema in cui convivono cultura, socialità, intrattenimento e sostenibilità.
Per l’anniversario il team del CAP10100 ha ideato 4 iniziative straordinarie: – dal 9 al 15 maggio, nella settimana in cui la città di Torino ospiterà l’Eurovision, il CAP si trasformerà in un centro servizi in cui accogliere e ospitare giornalisti, addetti ai lavori e curiosi. In quei giorni, in collaborazione con Music Innovation Hub, Linecheck, Keychange e Astarte organizzerà panels e meeting puntando sia sul tema della gender equality, sia l’importanza dell’import/export nel mercato musicale; nella prima metà di luglio, in via di definizione, il CAP10100 organizzerà il suo festival estivo; dal 15 al 18 settembre ritorna La Postura del Consenso, il festival femminista giunto alla sua terza edizione che quest’anno avrà come partner: Equaly, Keychange, The Orchard, Wereading, Music Innovation Hub e Amleta e tantissime altre iniziative.
CAP10100 è una realtà che sin dall’inizio ha ospitato eventi artistici di ogni tipologia: concerti, spettacoli teatrali, dj set, festival, laboratori, meeting con ospiti. Proprio per questo non è facile descriverlo con un solo termine; rientra nella categoria dei live club, dei teatri, dei centri culturali e, di conseguenza, non rientra in nessuna di queste categorie. CAP10100 ha a cuore la sostenibilità, all’interno del luogo e durante tutti gli eventi vengono utilizzati materiali organici o riciclabili. Utilizza un sistema economico che abbia come centro la sostenibilità no profit. CAP10100 ha a cuore la comunità lgbtq+ e la parità di genere organizzando progetti per portare al centro dell’organizzazione (sia interna che esterna) queste tematiche. Non ultimo per importanza, CAP10100 in questi dieci anni è stato, è e non smetterà di essere soprattutto un luogo di condivisione delle proprie idee e del proprio know how in cui essere liberi di essere sé stessi confrontandosi e costruendo insieme un centro culturale e sociale polifunzionale.
I partner sono: Equaly è la prima realtà italiana che si occupa della parità di genere all’interno del music business. È una community composta da sole donne che operano nell’industria musicale, che vogliono unirsi per far sentire la loro voce contro la discriminazione di genere. Music Innovation Hub è una realtà che supporta la crescita dell’industria musicale e dei lavoratori del settore ed aiuta le aziende a realizzare il loro futuro in maniera sostenibile attraverso dei progetti che coinvolgano la musica. Per loro la musica è cambiamento sociale. Negli ultimi anni hanno lavorato a numerosi progetti a favore dell’industria musicale per sostenerla durante il periodo di Covid-19. Sono anche gli organizzatori di Heroes, il primo concerto metà dal vivo e metà virtuale. Keychange è un’organizzazione dedicata alla creazione di nuove e maggiori opportunità per le donne e le minoranze di genere nell’industria musicale. Per raggiungere questo obiettivo, hanno dato vita ad un incontro a cui partecipano festival ed organizzazioni, per elencare i cambiamenti che vorrebbero effettuare e le idee da realizzare. Questo può includere invitare più artistə donne e non-binary, avere almeno il 50% delle donne nello staff ed altre accortezze che aumentino questo tipo di opportunità per le minoranze di genere. The Orchard è la società indipendente leader nella distribuzione digitale di contenuti multimediali e nella fornitura di servizi alle etichette discografiche. Grazie ad un team di professionisti digitali consente agli artisti ed alle etichette di raggiungere i loro fans dovunque essi siano. Astarte è una giovane agenzia di comunicazione con base a Milano, che prende il suo nome dall’ultima storia, purtroppo incompiuta, di Andrea Pazienza (Astarte). Nina Selvini, owner & managing director, uno dei fondatori, si occupa dal 2012 di ufficio stampa musicale. Amleta è un’associazione di promozione sociale fondata da 28 attrici, il cui scopo è contrastare la disparità e la violenza di genere nel mondo dello spettacolo. È un collettivo femminista intersezionale che punta i riflettori sulla presenza femminile nel mondo dello spettacolo, sulla rappresentazione della donna nella drammaturgia classica e contemporanea ed è un osservatorio vigile e costante per combattere violenza e molestie nei luoghi di lavoro. We Reading è un nuovo modo di vivere la parola scritta attraverso la voce e lo stare insieme. Un lettore non convenzionale sceglie secondo il proprio gusto l’autore o il tema dell’incontro e come impostarlo: dalla semplice lettura al dialogo, alla performance. Ogni spettacolo è inedito e crea un’intimità tra l’ospite e il pubblico, che accede gratuitamente agli spettacoli. Django Music nasce dall’incontro di giovani professionisti già attivi nel circuito indipendente, che hanno unito la loro decennale esperienza nell’entertainment musicale nazionale e internazionale. Radar Concerti è un’agenzia indipendente di organizzazione concerti ed eventi che rappresenta diversi artisti molto conosciuti nella scena musicale italiana ed internazionale. L’obiettivo di quest’azienda è trovare i migliori talenti all’interno del panorama indie internazionale. Rappresenta artisti di generi anche molto diversi tra loro e spazia da location molto piccole a palchi prestigiosi.
Siamo riuscitia fare due chiacchere proprio con Valentina Gallo la fondatrice di tutto questo progetto.
10 anni dopo, 2012/2022 questo sogno è diventato una realtà bella solida, vogliamo provare a tracciare i momenti salienti? Cos’è stato più semplice e cosa è stato veramente difficile?
In realtà la cosa semplice è stato posizionarsi, perchè per quanto noi non ce lo aspettassimo, Torino è effettivamente una città piena di spazi storici, per la musica, per la danza, per il teatro, noi avevamo bisogno di uno spazio con un concetto, alla base europeo, anche se adesso è sorpassata questa definizione, ma più multidisciplinare e innovativo ed è forse il motivo per il quale quasi immediatamente c’è stata un’esplosione di collaborazioni dal basso e interventi dei cittadini e delle organizzazioni del territorio, prima cittadino poi regionale e infine nazionale, diventando un po’ il punto di riferimento dell’innovazione culturale dei giovani. Dopo ci si è strutturati man mano, nello strutturarsi sicuramente la cosa più difficile di questi dieci anni è stato far portare questo racconto, cioè far imparare a raccontare queste cose alle istituzioni o agli enti che in qualche modo, da una certa misura in poi devono poi sposare i progetti o comunque battezzarli come importanti per il tessuto cittadino regionale o addirittura nazionale della cultura e dell’innovazione culturale. Quindi sicuramente imparare a dialogare varie lingue: una con il pubblico e una con le istituzioni è stato il pezzo più complicato perché non c’è nessuna scuola che te lo insegni e quindi è così, proprio riassunto ai minimi termini questa è la cosa più facile e più difficile. In mezzo c’è una storia, anche una chiusura data da un ripensamento (dopo i fatti di Piazza San Carlo) delle concessioni limitrofe a questo palazzo che è concesso anche ad altre attività e quindi una chiusura burocratica di due anni che poteva risolversi in un paio di mesi che chiaramente aveva all’interno anche una volontà politica poco chiara, e poi le riaperture con il covid, anche una storia di resistenza che però ha dato i suoi frutti e continua a darli e questo è un po’ il riassunto dei punti facili e difficili di questi dieci anni.
Quindi secondo lei le istituzioni in Italia sono ancora uno scoglio, la cultura, la musica e l’arte non riescono a scivolare via come altre iniziative, trovano sempre qualche intoppo burocratico?
Io non credo che sia una questione di cultura, o per meglio dire, di una questione di fattore culturale, io credo che sia una questione che riguarda l’innovazione, un po’ proprio nel termine innovare vuol dire rinnovare qualcosa di preesistente e quindi l’innovazione quando diventa poi usuale non è innovazione, diventa regola, diventa buona pratica. Diciamo che nel territorio piemontese e soprattutto Torino che è il luogo dove ho più lavorato, ma ho lavorato anche in Emilia a Bologna, per dire che ci sono sicuramente dei luoghi in Italia dove quanto meno esiste un dialogo e si può ragionare sull’interazione con le istituzioni che sono sempre ostiche all’inizio, ma non tanto per le persone ma perché si ha sempre a che fare con regolamenti vecchi e vetusti. Io credo che ci sia una volontà di ascolto quanto meno qui in Piemonte ma che manchino proprio gli strumenti per essere più agili con l’innovazione culturale. L’altra cosa che penso è che a livello nazionale facendo una media delle regioni e delle leggi regionali siamo indietro anni luce.
In questo momento, quindi, il covid ha potuto semplicemente peggiorare qualcosa che fa fatica ad andare liscio come il dialogo, adesso si è un po’ inasprito tutto. Si sta cominciando a ragionare o secondo lei siamo ancora bloccati su determinati nodi con la paura che ci richiudano di nuovo o che ci blocchino visto che siamo stati i primi ad essere stati chiusi e gli ultimi a riaprire…
Io ho una sensazione, che però è proprio una mia sensazione, io credo che il covid abbia fatto una tragedia non ci sono tecnici, operatori, non c’è più lavoro, il lavoro è stato distrutto, addirittura non c’è il ferro per i palchi quest’anno, siamo a questo livello. Io ho partecipato per il coordinamento stadio alla quinta commissione cultura della città di Torino dove noi facevamo una domanda chiara insieme a “Bauli in Piazza” ovvero perchè si accettano volontari al posto di 300 assunzioni o 300 contratti ,perché non usiamo gli operatori, chiaramente in quell’ambito abbiamo fatto delle chiacchiere, probabilmente non ci sarebbero neanche state 600 domande di lavoro perchè sul serio la gente ha cambiato lavoro, però dall’altra penso che ci sia stata per la prima volta una presa di coscienza da parte di tutto il settore culturale. Io ricordo che a inizio pandemia molti nostri artisti ci chiamavano per farci delle domande assurde. Sicuramente tutti, a più livelli abbiamo imparato qualcosa sui nostri diritti, abbiamo imparato a parlare ma la lotta è solo all’inizio perché dall’altra parte dobbiamo insegnare ad ascoltare. L’altra cosa che trovo è che per quanto in Italia il campo generazionale sia molto lento, io ho 40 anni non sono esattamente una bimba, però inizio a sentire che finalmente è giunto il momento di un cambio generazionale sulle dirigenze di quelli che hanno 40/45 anni che è sempre meglio di quelli che ne hanno 70/75, con tutto il rispetto per i settantenni, che questo poi si traduca in soluzioni assolutamente no, anche per la professionalizzazione, certo non si può dire che non sia stata fatta una scrematura, chi questo lavoro lo prendeva come un dopolavoro o un hobby sicuramente ha mollato.
Ho visto che avete in tabellone un bellissimo programma, ne parliamo un pochino; facciamo girare le notizie di questo bellissimo cartellone?
Come no! Noi abbiamo un programma che è strutturato un po’ in modo diverso quest’anno perché facciamo 10 anni e quindi abbiamo iniziato ripartendo con i concerti al 100%, abbiamo un aprile ed un maggio pienissimi, abbiamo delle produzioni di cui vado molto fiera perché sono locali, abbiamo la presentazione del disco degli Atlantic che sono una band di cui sentirete parlare secondo me. A maggio un po’ di internazionali come gli Slift, Water in your eyes e Owen. Abbiamo anche un programma aperto per l’apertura porte durante l’Eurovision dove avremo 2 talk specifici in inglese perché ci piacerebbe attirare tutti e poi una serie di eventi gratuiti, avremo momenti di grande festa durante quei giorni anche perché noi siamo a 200 metri a piedi dal palco dell’Eurovision Village.
So che, infatti, avete organizzato qualcosa durante tutta la settimana dell’Eurovision giusto?
Noi dentro abbiamo collaborato con il territorio per portare dei contenuti proprio sul palco, all’interno invece del CAP ci sarà questo programma che si chiama exchange e si altereranno feste, talk, dibattiti e concerti gratuiti. Diciamo che la stagione indoor dei concerti si chiude il 28 Maggio con i Melancholia per poi partire verso un estivo che però a causa di ritardi sui bandi ancora non possiamo annunciare con esattezza quello che dovrebbe essere un ampliamento del festival che abbiamo fatto l’anno scorso.
Poi si approda a settembre con il festival femminista…
Esatto stavo proprio per chiederti questo, una cosa che mi interessa molto, secondo me molto bella e anche originale in questo paese.
Allora in realtà è anche un aneddoto divertente perché noi abbiamo un team di figure apicali completamente femminile, uno dei più stretti collaboratori invece è un ragazzo, maschio eterossessuale classico, proprio lui, però, ha avuto l’idea due anni fa, “un posto con tutte donne e non fate un festival femminista” ci siamo guardate e ci siamo dette “effettivamente non hai tutti i torti”. Intanto la partenza con dei piccoli accorgimenti che abbiamo tutto l’anno, come gli assorbenti gratuiti nei bagni, security per stare più tranquille, cortili e dintorni sorvegliati. E’ un festival che vuole raccontare, nella sua terza edizione, partendo sicuramente dai settori della cultura e del music business, il concetto di leadership applicato al mondo femminile, non leadership al femminile, ma leadership delle donne, che cosa succede ad essere un capo ed essere donna, senza mai porci un punto di giudizio ma sempre rimanendo con la porta aperta per rispetto di tutte le opinioni anche quelle più distanti dalle nostre, e collaboriamo con Amleta che si è occupata di fare la campagna “apriamo le porte delle stazioni barba blu” sulle violenze o abusi di qualsiasi genere all’interno dei casting teatrali, poi abbiamo tantissime altre collaborazioni. Cercheremo di attirare con questa edizione anche una serie di servizi, che in realtà localmente esistono e che forse è un po’ complicato per le ragazze intercettare attraverso una comunicazione istituzionale, parlo di servizi alla salute, servizi contro la violenza o servizi di orientamento. Poi ci saranno sicuramente concerti, sicuramente parleremo di musica, sicuramente parleremo di teatro, ci saranno spettacoli ma il grande focus sarà la leadership.
Mi sa che c’è un altro tema per voi molto importante, quello della sostenibilità mi sbaglio?
La sostenibilità in ambito ambientale è una lotta difficilissima perché noi siamo in uno spazio anche protetto dai beni culturali, la facciata del palazzo risale al 1900, poi è del comune e non nostro, noi stiamo spingendo perché si possa fare un piano energetico interessante anche perché la nostra sala ha un’altezza di 12 metri, è un problema anche riscaldarla. Abbiamo deciso di non raffreddarla per non sprecare energia Abbiamo anche noi delle accortezze, quando si può usiamo il vetro, per fare eventi il più possibile sostenibili. Per noi sostenibilità è anche un luogo che si basi sulla gentilezza, le nostre magliette dietro hanno la scritta “sorridi anche agli stranieri” perché per noi è importantissimo avere un ambiente di lavoro in cui si sta bene, anche perché si guadagna poco almeno stiamo bene! E poi sicuramente l’attenzione per quelle che sono proprio le sostenibilità economiche non solo in entrata, garantire dei contratti, garanzia sul lavoro, garantire un minimo di diritti a 360 gradi. Non è sempre semplice perché non possiamo farci le leggi, abbiamo anche pensato a farci uno stato perché il posto si presta, uno stato nello stato, ma sarebbe stato complicato (si ride)
Se qualche band volesse venire a esibirsi ai vostri concerti gratuiti a chi dovrebbe rivolgersi?
Mi ero dimenticata di raccontarti una cosa, visto che siamo pieni di richieste ed è brutto non rispondere abbiamo deciso di uscire con quattro bandi, due riguardano la musica, uno riguarda i collettivi che partono dal minimo comune denominatore della musica elettronica che poi diventa un’esperienza a 360 gradi, l’altro bando è per tutti gli artisti e per tutte le band, no cover band, ma quelle che hanno un progetto creativo musicale, poi ci sarà un bando sulle nuove drammaturgie e una sulle arti visive.
Questi bandi si trovano sul nostro sito www.cap10100.com e risponderemo a tutti, per ogni bando ne selezioneremo un tot e alcune di queste avranno un premio in denaro.
Vi consiglio di consultare il loro sito , il programma è molto ampio e davvero molto interessante!