Interviste
Progetto Stellare, l’album Wave è un’eplorazione artistica sottomarina
Abbiamo scambiato due chiacchiere con Raffaele Rebaudengo (Gnu Quartet, Uhuru Republic) che, accompagnato da i produttori FiloQ e Ale Bavo, Federico Dragogna, Francesco Bacci e altri musicisti, ha creato il progetto “Stellare” e l’album “Wave”: un’esplorazione sonora figlia di due residenze artistiche tenutesi presso il Galata Museo del Mare e presso l’Acquario di Genova, all’interno del festival Zones Portuaries. Otto producers hanno lavorato e composto usando i suoni sottomarini in due studi di registrazione appositamente allestiti, sviluppando le composizioni da un database di suoni subacquei di origine sconosciuta all’uomo durante la prima residenza, e lavorando con suoni sottomarini appositamente registrati ai piedi della piattaforma offshore Porto Petroli, al largo del porto di Genova. Il risultato è un’elettronica cinematica che incontra ambient e psichelia.
A suonare nell’album sono il jazzista, produttore e sassofonista tedesco Moritz Schuster, Federico Dragogna, penna e chitarra de I Ministri e produttore, il sound artist Guido Affini, il pianista e compositore Alberto Bof e il producer genovese Francesco “Lowtopic” Bacci, membro degli Ex Otago.
Come nasce il progetto Stellare ? Siete partiti da suoni subacquei e li avete campionati, modificati fino a renderli musica o vi siete lasciati ispirare? O magari entrambe le cose?
Nasce dal sogno di tre produttori di intrecciare i propri percorsi artistici e di farli germogliare attraverso incontri di anime affini. Ogni modulo, ogni brano ha una storia a sé. Alcune registrazioni sono state scomposte fino a diventare banchi di suoni, qualcosa di diverso rispetto a quello che erano in origine. In altri casi ancora, filtrando le frequenze, il rotolare dei sassi ha espresso una vera e propria melodia.
Ci sono suoni che non si sa da dove arrivino: “di natura sconosciuta”. Voi cosa vi siete immaginati dietro quei suoni? Vi siete fatti una sorta di “vostro film” su cosa potevano essere ?
Certo, nella parte di lavoro dedicata ai suoni di origine sconosciuta, ogni suggestione era avvolta dal mistero. Più che cercare di rendere concreto quello che sentivamo abbiamo tentato di mettere l’accento sull’ascolto come se si trattasse di un vero e proprio linguaggio a noi sconosciuto.
Da avida lettrice del National Geographic so che mari e oceani sono per larga parte tuttora inesplorati, credo che con questo lavoro abbiate messo un tassello in più per la conoscenza di questi luoghi. Andiamo sulla Luna, ma non sappiamo cosa c’è in fondo al mare per esempio. Anche i suoni sono un modo per scoprire il mondo, voi che ne pensate?
Le Session di Stellare dalle quali nasce il disco sono nate grazie al festival Zone Portueres Genova che aveva proprio come tema quello di porsi in ascolto del mare, di rovesciare la prospettiva del porto come attracco rispetto a quella del porto come punto di ascolto di un mondo enorme in larga parte sconosciuto.
Sempre sul tema: i suoni di un mondo in cui non possiamo vivere per evidenti limiti naturali, servono a far capire che quel mondo è vivo e degno di rispetto; quindi, credo ci sia anche un possibile risvolto ambientalista in tutto questo. Opinioni?
Per molti secoli l’umanità, specialmente nella cultura occidentale, si è occupata di osservare la natura e l’ambiente circostante e di riportarlo alle logiche e agli schemi che le appartengono. Di spiegare, di catalogare, di indagare e sezionare. Il nostro lavoro esprime la volontà di cambiare il punto di vista e di mettersi in ascolto. L’inquinamento acustico marino è impressionante anche perché in acqua il suono ha la possibilità di viaggiare molto distante dalla sua fonte. Quanti linguaggi sovrasta il nostro urlo tecnologico? Come si parla la natura nella culla della vita?
Stellare continuerà? Da dove vi piacerebbe arrivassero i suoni la prossima volta? Magari dallo spazio?
Wave è il primo tuffo nel mare dei desideri che condividiamo Ale Bavo, FiloQ ed io e Stellare continuerà a proporsi come spazio di sperimentazione e bellezza. Per quello che riguarda le suggestioni sonore, stiamo marcando stretto un vulcano. Spero che possiate sentirne parlare presto. Sinceramente non abbiamo mai pensato di lavorare suoni provenienti dallo spazio ma è un lungo viaggio ed abbiamo appena cominciato ad esplorare.