Report Concerti
My Chemical Romance, il report del concerto a Bologna del 4 giugno 2022
Un mio personale metodo di valutazione (che non ha niente a che vedere né con la scienza né tantomeno con il giornalismo) valuta la bontà di un concerto in base alla perdita o meno della voce. Se prendiamo come buono questo assunto, il live dei My Chemical Romance è stato da 10. Aggiungiamo l’attesa spasmodica, a quasi da tre anni dall’annuncio della reunion e del relativo tour, con in più una pandemia di mezzo, insomma, una combo micidiale per chi vive con ansia certi appuntamenti con la musica dal vivo. Ma penso di poter affermare con un buon margine di sicurezza che il 4 giugno 2022 sia stata una data attesa non solo dalla sottoscritta, ma anche da qualche migliaio di altri fan.
L’Arena Parco Nord di Bologna era gremita fin dal mattina da un pubblico di tutte le età, sia ex tardoadolescenti segnati a vita dal movimento emo che i Nostri, pur essendo molto di più di “semplici” esponenti della corrente in questione, hanno contribuito a sdoganare ovunque nel mondo, sia da un elevato numero di giovanissimi, segno di quanto forte scorra ancora nel substrato underground questa falda nascosta ma sempre in fermento. Lo notavo anche qualche giorno fa, riascoltando dopo tanti anni dall’ultima volta la discografia dei MCR. Un mucchio di band attuali (emocore e non solo) devono tantissimo a Gerard Way e compagni, e per alcuni versi sono stati talmente seminali da giustificare tutto questo entusiasmo, sebbene siano trascorsi dodici anni dall’ultimo disco in studio e nove dallo scioglimento ufficiale. Un lascito enorme, sia a livello di sound che lyrics. C’è anche da dire che durante questo iato i Nostri non sono stati di certo con le mani in mano, e tra carriere soliste (mi riferisco soprattutto al chitarrista Frank Iero), progetti che esulano dalla musica tout court (e se vi dico The Umbrella Academy, dovreste capirmi), i My Chemical Romance hanno trovato sempre il modo di ricordare al proprio seguito di quanto fossero ben lungi dall’essere scomparsi, alimentando quelle speranze che fino al 2019 sono rimaste vane.
Detto questo, il racconto dello show del Bologna Sonic Park viene da sé. Pur iniziando anche in questo caso con la nuova di zecca ed estremamente efficace in sede live “The Foundations of Decay”, la setlist proposta durante l’unica data italiana dei MCR è stata piuttosto atipica rispetto alle precedenti tappe del Reunion Tour, (per esempio “I’m Not OK (I Promise) ha guadagnato diverse posizioni, posizionandosi a un inconsueto secondo posto), regalando ai fan un vero e proprio greatest hits a ritmo serrato, un compendio della propria carriera discografica, o meglio, di quella che conta (se escludiamo il bistrattatissimo esordio del 2002, “I Brought You My Bullets, You Brought Me Your Love”).
Gerard Way e soci sembravano in stato di grazia, oltre che grati a un pubblico molto caloroso, a volte anche troppo, e la forma ritrovata dopo tanti anni di stop ha spazzato via la ruggine lasciando il posto a una band che di grinta e di fame (e di fama) ne ha ancora da vendere. Parlavo del pubblico un paio di righe sopra, uno spettacolo nello spettacolo, gente che non si è limitata a tirare fuori mascara e ombretto nero da un cassetto dimenticato da tempo, ma che cantava spesso non solo sopperendo alle (poche) mancanze di Way ma sovrastandolo addirittura, andando a sostituirsi anche a una scenografia pressoché inesistente (il colpo d’occhio delle migliaia di torce dei cellulari durante “The Ghost of You” è stato davvero toccante).
Ovvio, chi ha già avuto modo di assistere a un concerto dei My Chemical Romance molto probabilmente avrà trovato banale la selezione in scaletta, ma sono convinta che in fin dei conti sia stata una scelta vincente con un’audience del genere, così ricettiva e partecipe, considerando anche il fatto che per molti, se non per la stragrande maggioranza dei fan presenti, questo fosse stato il primo live in assoluto della band. E infatti, “Welcome to the Black Parade”, da buon inno ormai quasi transgenerazionale contando che è stato pubblicato nel 2006, la urlavano anche gli alberi intorno all’Arena.
E’ da quando è finito il concerto che una domanda mi ronza in testa, ma chi saranno mai i “Kids from Yesterday” (citando il brano tratto da “Danger Days: The True Lives of the Fabulous Killjoys”)? Siamo noi, sono i My Chemical Romance, poco conta: ciò che importa è uscire dai cancelli della venue, e mettersi a dormire con il sorriso un po’ ebete di chi la voce l’ha persa ancora una volta, alla faccia dell’età anagrafica.
foto credits: Luigi Rizzo