Interviste
Tener-A-Mente il festival della bellezza, della musica ricercata e della cornice perfetta
Nella sontuosa ambientazione dell’Anfiteatro del Vittoriale, affacciato sul Lago di Garda si completa il cartellone dell’undicesima edizione del festival Tener-A-Mente dal 26 giugno al 26 luglio. Saranno 14 gli appuntamenti musicali più la serata poetico-performativa Più Luce! Il festival tornerà a far vibrare il palco vista lago dell’Anfiteatro del Vittoriale. Oltre agli artisti di fama mondiale già fortemente attesi per via dei posticipi forzati causa pandemia – l’unica data italiana di Beck e quella di Beth Hart, e poi James Blunt, Michael Kiwanuka e Fantastic Negrito – Tener-a-mente annuncia molti nuovi ospiti nazionali e internazionali: Paolo Nutini , l’unica data italiana di H.E.R., Jeff Beck (atteso con very special guest), Diana Krall, The Tallest Man on Earth, Steve Vai, Roberto Vecchioni, Calibro35 e Manuel Agnelli. Come ogni anno, si rinnova anche l’appuntamento poetico con Più Luce!, con la curatela artistica di Paola Veneto, i cui dettagli e contenuti verranno svelati nelle prossime settimane. Tener-a-mente, organizzato da Ripens’arti con la direzione artistica di Viola Costa che gentilmente ci ha dedicato un pochino del suo prezioso tempo per una breve intervista
Partiamo da questo festival che torna. Siamo all’undicesima edizione con un cartellone favoloso, mi piacerebbe sapere cosa accade ogni volta che si torna sul “luogo del delitto” per ricominciare ma continuare nello stesso tempo un Festival così longevo. Quanta strada avete fatto e quanta ce n’è ancora da fare?
È una bellissima domanda, strada ne abbiamo fatta davvero tanta e ce ne accorgiamo guardandoci dietro, non ce ne accorgiamo a livello di percezione perché grazie al cielo abbiamo la fortuna di lavorare in un luogo talmente pieno di bellezza che ogni volta che si arriva ci toglie il fiato, noi siamo una società di Milano per cui in realtà non godiamo di questo paesaggio tutti i giorni e grazie a questo, non corriamo il rischio dell’abitudine, perciò, arrivare al vittoriale e vedere l’anfiteatro con quel lago… Ogni anno è un’emozione che davvero si rinnova e davvero è come fosse sempre come la prima volta. Questo ci conserva una freschezza di sguardo, di energia, di voglia di fare che è sicuramente salvifica, non solo per il nostro lavoro ma credo per qualunque lavoro. Tuttavia, è innegabile che poi quando scendiamo in camerino e nei camerini che sono semicircolari e si cammina lungo questo lungo corridoio e lì si vedono tutti i cartelloni delle precedenti edizioni, diventa evidente la strada fatta. É evidente anche in termini artistici perché il festival è nato nel 2011 raccogliendo l’eredità di una rassegna storica, perché il festival è stato inaugurato nel 1952, è stato palcoscenico di riferimento in Italia negli anni ’70-‘80 per la prosa e per la danza. Noi siamo arrivati e abbiamo ricevuto la consegna di mantenere la trasversalità del cartellone. In quegli anni c’erano molti appuntamenti di prosa e di danza che affiancavano le date musicali. Poi, piano piano abbiamo sempre più focalizzato la nostra azione sulla musica e sulla musica contemporanea trasformandolo ormai in un festival musicale che mantiene una trasversalità dei linguaggi. Si spazia dal rock al jazz al anche al fusion al blues al contemporaneo, insomma, ci sono sicuramente tanti linguaggi però è un festival prettamente musicale. Alcuni cartelloni di inizio di Tener-a-mente mi sembrano, oggi, molto ingenui. In realtà c’è un filo rosso che è sempre stato quello di rivolgersi all’eccellenza internazionale, non nel senso necessariamente di esterofila ma che guardasse anche fuori dai nostri confini e che quindi ci portasse, dal mondo, gli artisti più rappresentativi, che hanno qualcosa da dire, che un’urgenza espressiva di quello che fanno. Da noi, per esempio, non c’è mai stata e non c’è una musica di puro intrattenimento, senza nessun tipo di giudizio, è semplicemente una scelta. Poi ci sono tanti sogni nel cassetto che probabilmente sono quelli che tratteggiano l’orizzonte futuro, piccoli desideri di riuscire a portare su quel palco determinati artisti e che magari vengono poco qui in Italia o molto spesso che vengono ma sono abituati a platee molto più numerose e che, fortunatamente, soprattutto negli ultimi 4- 5 anni rinunciano ad una parte di pubblico pur di esibirsi in un luogo che ha un fascino particolare.
Mettendo un attimo da parte la sezione artisti della quale parleremo, la cornice in questo festival è davvero così importante che quando un’artista si esibisce su quel palco tutto diventa magico e anche l’artista stesso subisce il fascino di questo luogo incantato?
Assolutamente si. Noi sapevamo che si definiva uno spettacolo nello spettacolo, ovviamente per gli spettatori, in particolare, perché si trovano davanti il palco e alle spalle del palco il lago e godono di una vista meravigliosa hanno un effetto sorpresa tipo “wow!”, quello che toglie il fiato dalla bellezza. La stessa sensazione che coglie, quasi tutti gli artisti nel momento in cui arrivano all’interno del Vittoriale, ci sono poi quelli che si limitano a frequentare la zona dell’anfiteatro e ci sono quelli invece ci chiedono proprio di fare poi una visita del parco monumentale o anche alcuni casi dentro la casa di Gabriele D’Annunzio. Pensiamo che è la casa del vate, quella che è stata la sua dimora negli ultimi anni della sua vita: In particolare mi ricordo alcuni come i Counting Crows salire sul palco la sera dopo essersi naturalmente goduti il giorno il palcoscenico e il panorama tutto il giorno, però, è chiaro che il soundcheck viene fatto quando ancora c’è chiaro poi salgono sul palco, la sera quando è buio e soprattutto quando c’è la luna. Ricordo perfettamente il leader Counting Crows salire sul palco e rimanere a bocca aperta davanti a questa luna piena che si specchiava del lago. Ha girato immediatamente le spalle al pubblico e ha fatto una foto alla luna, neanche un selfie ma proprio una foto alla luna sul lago. Poi ci sono quelli, appunto, come Patty Smith che tutte le volte in cui è venuta al vittoriale ci ha chiesto di fare una visita ad ambienti sempre diversi del museo e addirittura, forte della passione della fotografia, ha fatto anche molte mostre. A New York pochi anni fa ha esposto all’interno di una sua mostra personale un particolare della Stanza del Lebbroso che fece durante l’ultima visita in occasione di un suo concerto a Gardone Riviera. David Byrne venne nel 2014 insieme a Saint Vincent e restò molto impressionato dal Museo D’Annunzio segreto che è questa sala espositiva realizzata dal Presidente Giordano Bruno Guerri poco prima che noi inaugurassimo il festival e dove sono stati esposti tutta una serie di capi ed indumenti e oggetti privati di D’Annunzio che fino a quel momento erano chiusi nei guardaroba del poeta e questa ha fatto sì che venissero messi in rilievo per esempio la famosissima vestaglia con il buco o il mocassino dalla forma fallica, si sa che era un personaggio abbastanza eccentrico e David Byrne restò talmente impressionato da queste parti espositive che confinano con i camerini, sono proprio dietro le pareti dei loro camerini, che tornando poi negli Stati Uniti, sul suo blog personale dedicò un lunghissimo articolo ricco di foto al vittoriale. In qualche modo, questi artisti contribuiscono anche a diffondere il verbo e della conoscenza di quello che, può piacere o meno, è stato sicuramente un genio della cultura italiana.
Torniamo agli artisti. I vostri cartelloni sono, appunto come lei mi ha anticipato, sempre ricchi di qualità e di internazionalità però oltre a quello che può essere un cartellone studiato su un tavolo, da un da un’organizzazione come la vostra sicuramente ci deve essere della pancia, nel senso che io anche solo leggendo il cartellone di quest’anno vorrei solo trasferirmi direttamente lì! Quanta pancia ci mettete quando scegliete ogni anno gli artisti da presentare sul palco del festival?
Lo chieda al nostro commercialista…forse troppa… (si ride). Noi siamo tra l’altro un’organizzazione privata, il Festival vive con il 90% delle sue economie che ottiene dalla vendita dei biglietti, un 10% dai contributi del comune di Gardone Riviera e da alcuni partners privati. É chiaro che la proporzione del sostegno del pubblico è altissima, ma anche proprio se lo paragoniamo a tanti altri Festival italiani senza parlare di quelli all’estero. Questo, ovviamente, dovrebbe viziare la scelta degli artisti e sicuramente un po’ la condiziona perché è chiaro che le economie debbano tornare e contemporaneamente che il pubblico venga e apprezzi le scelte però non è mai il nostro criterio guida. A tavolino si fa veramente poco. Quest’anno ne abbiamo almeno tre che hanno un costo tale che probabilmente anche con il teatro esaurito e triplicando i prezzi non ripagheremo quell’evento, però erano artisti così importanti per noi, talmente significativi, tali anche perché perfetti per la nostra cornice, che sono stati assolutamente voluti, difesi con le unghie e con i denti. Jeff Beck è uno dei concerti di artisti riprogrammati dal 2020 e finalmente ci sarà. Aveva programmato tre o quattro date in Italia, è riuscito a salvarne una sola e grazie anche all’aiuto dell’agenzia italiana che organizzava il suo tour italiano siamo riusciti a salvare proprio quella del Vittoriale. Quest’anno c’è Jeff Beck che si esibisce con un ospite straordinario, non sappiamo ancora il suo nome ma pare che la prossima settimana riusciremo a farlo, se ne parla dal 2021 di questo tour e quando ci hanno detto di questo tour non abbiamo neanche chiesto il costo: questo progetto deve essere al Vittoriale. Quindi c’è tantissima pancia ma veramente tanta, però, devo dire che proprio perché c’è questa pancia, c’è un’anima dentro questo cartellone anche nel suo essere eterogeneo, c’è evidentemente, una cifra artistica, un’anima, una personalità nel pubblico riconosce perché c’è un aspetto che ci emoziona sempre. Noi quando annunciamo gli artisti, lo facciamo di solito con dei piccoli giochi sui social, sulla pagina Facebook che è quella più seguita dal nostro pubblico e lo facciamo lanciando un indovinello con cui vorremmo che il pubblico indovinasse l’artista di cui stiamo parlando. Molto spesso gli indovinelli sono anche l’occasione per il pubblico per fare delle proposte, esprimere lì i propri desiderata, beh, capita 9 volte su 10 che gli artisti che vengono citati dal nostro pubblico siano artisti che stanno nel nostro ordine di senso. Perché effettivamente sono artisti sui quali stiamo lavorando da anni e che ci piacerebbe invitare e questo la dice lunga, significa che il nostro pubblico in qualche modo ci assomiglia ed è, secondo me, il segno di un piccolo successo, si è creata una micro comunità che si riconosce nelle scelte che vengono fatte e se ci si riconosce, ad esempio, nelle scelte c’è comunque un’identità e quindi un’anima. Un ultimo commento che ci viene dai social, questa mattina una spettatrice ha inserito un commento facendoci dei grandissimi complimenti precisando che anni fa l’organizzazione l’ha aiutata a risolvere un suo problema personale con umanità, ha proprio usato questa parola, veramente rara e preziosa per cui lei ci sarà grata tutta la vita. É una testimonianza ed è una, per carità, però questo lato molto umano che emerge spesso e che fanno emergere anche i nostri spettatori ci fa felici. Sarà che siamo due donne, perché poi io parlo e sono un po’ il volto del festival come direttore artistico però siamo due sorelle, Rita che è appunto mia sorella e l’altra socia si occupa più della parte a contatto dell’artista, poi c’è una curatrice artistica che si occupa del percorso poetico facciamo che è Paola Veneto, insomma c’è uno spirito femminile che forse più votato all’accoglienza, al sentimento e quindi ecco che l’anima, la pancia sono protagoniste.
Proprio alla fine della sua risposta ha anticipato una mia piccola domanda. Voi siete unicamente un’organizzazione questo vi può agevolare o ostacolare. Sappiamo che essere donne nell’imprenditoria a volte può penalizzare. Vi siete mai trovate penalizzate in questo campo o state riuscendo senza incontrare nessun problema?
É una domanda complicata, nel senso che non me la sono proprio mai fatta e se non me la sono mai fatta significa che non ho percepito la difficoltà legata al genere. Sicuramente l’essere delicata, essere poco aggressivi non aiuta nel mondo dell’imprenditoria ma in generale l’essere poco competitivi non aiuta. Vogliamo dirci che l’aggressività e la competitività sono caratteristiche più maschili? Forse però non l’ho mai pensato in termini di genere. Sicuramente, penso, che noi abbiamo molto garbo e abbiamo quella grazia che si ispira un po’ al principio d’annunziano che diceva “Il nostro compito è preservare l’eterno grembo della grazia” e già definirlo grembo, in qualche modo, evocava la femminilità come custode ideale di tanto garbo. Ecco, io credo che noi abbiamo questi tratti e che questi siano tratti che in generale non aiutino nell’imprenditoria, però sono tratti a cui non rinunceremo mai e ripeto non abbiamo mai sentito che siano fatti collegati all’essere donne e che quindi l’essere donne non c’entra sicuramente, semplicemente non aiuta l’essere delicati. Però, pensandoci, io sto rispondendo per me stessa. Credo che, invece, sia più penalizzante per Rita che è la mia collega e che ha un rapporto con un mondo molto più maschile, fatto di tecnici, artisti, entourage degli artisti, facchini. Tutto quello staff che è più di produzione che non organizzativo.
E qui casca l’asino…
Sicuramente ha dei modi diversi e soprattutto tende a vedere una figura femminile un po’ così, anche adesso che non siamo più giovanissime, però quando abbiamo iniziato a fare il festival eravamo abbastanza giovani in questo settore, essere alla direzione di un festival, giovani e donne è stato difficile. Rita spesso deve lottare per imporsi ma ha sicuramente la personalità giusta e riesce a tenere testa però mi rendo conto della sua fatica quotidiana.
Torniamo al cartellone. Chi può essere la punta di diamante in questa edizione?
Per le punte di diamante, forse, ho già citato qualcosa. Sicuramente Beck del quale siamo molto orgogliose perché manca dall’Italia da 17 anni, è uno è uno di quegli artisti che avremmo desiderato dal 2011 quindi della nostra prima edizione, tutti gli anni ci abbiamo provato, finchè ci è stato detto va bene. Farà un tour europeo e potrebbe fare una data in Italia e a questo punto ci siamo dette, una data deve essere al Vittoriale. L’altro è il duo di Jeff Beck con il suo ospite speciale e poi sono tutti figli un po’ miei quindi sicuramente l’appuntamento con Diana Krall imperdibile, quello con Paolo Nutini per il semplice fatto che in sei minuti di orologio sono terminati i biglietti. Anche su di lui avevamo lavorato da molti anni poi e stato qualche anno in pausa, adesso torna e siamo molto felici di averlo ospite. Sono anche felice di alcune piccole chicche, quindi di alcune scelte che sono scelte più coraggiose, se vogliamo rispetto ai nomi che abbiamo fatto fino adesso perché non ti sento una talent-scout, però, ci sarà Fantastic Negrito ancora non molto popolare in Italia, un’artista ancora un pochino di nicchia che è però una star internazionale. Anche Miwanuka un altro sul quale puntavamo da anni, abbiamo atteso un pochino appunto diventasse più conosciuto in Itala e ci siamo detti è l’anno giusto.
Le faccio l’ultima domanda e poi la lascio, è una domanda che amo fare a chi è dietro a tutto questo ben di Dio che ci viene donato. Quando si spegneranno i riflettori e quando si sono già spenti in questi anni passati cosa rimane dentro e che cosa avviene nella vostra anima?
Prima di tutto una grande pienezza e un grande senso di gratitudine per tutta la bellezza ricevuta, rimane anche tanta stanchezza. Il festival è molto succoso e proprio perchè siamo un’organizzazione privata non siamo tante persone: poche ore di sonno, noi abbiamo 15 concerti concentrati tutti quanti in un mese, abbiamo otto giorni consecutivi di artisti internazionali che arrivano alle sei della mattina e se ne vanno dal teatro verso l’una e la mattina dopo alle sei arriva un’altra produzione. Sono giorni di grandissima fatica, però, sono giorni che accade di tutto e accade tanta di quella bellezza che alla fine sono sempre all’insegna della pienezza e della gratitudine per quello che facciamo. È la stessa cosa che succede anche ogni sera quando inizia il concerto, cioè, chi lavora nell’organizzazione lavora affinché si creino le condizioni ideali perché il momento dell’esibizione sia davvero un incontro meraviglioso tra l’artista e il suo pubblico e quindi tutti devono essere messi nella condizione di goderne appieno, il pubblico e l’artista. Quando l’artista sale sul palco e parte il primo applauso io tutti gli anni ho le lacrime agli occhi ma puntualmente per 15 sere di concerto alle 21:20. I concerti sono annunciati alle 21.15, io arrivo dall’ufficio, Rita dei camerini e stiamo lì a lato della platea e come parte il primo applauso è un’emozione enorme e sono lacrime di commozione e di gratitudine per quello che facciamo, per il privilegio di farlo.
TENER-A-MENTE FESTIVAL 2022
Anfiteatro del Vittoriale, Gardone Riviera (BS)
26 giugno BECK, unica data italiana
27 giugno JAMES BLUNT
5 luglio STEVE VAI
8 luglio THE TALLEST MAN ON EARTH
9 luglio PIU’ LUCE! con la curatela artistica di Paola Veneto
10 luglio ROBERTO VECCHIONI
14 luglio MICHAEL KIWANUKA
15 luglio PAOLO NUTINI
16 luglio DIANA KRALL
17 luglio MANUEL AGNELLI
18 luglio JEFF BECK plus VERY SPECIAL GUEST
19 luglio BETH HART unica data italiana
21 luglio FANTASTIC NEGRITO
23 luglio CALIBRO 35
25 luglio H.E.R. unica data italiana
biglietti in vendita al sito www.anfiteatrodelvittoriale.it
info e riservazioni telefoniche al 340.1392446, da lunedì a venerdì dalle ore 10 alle ore 15