Interviste
Tananai, parte il tour estivo 2022
Dopo l’enorme successo post Sanremo con il platino SESSO OCCASIONALE ed il doppio platino BABY GODDAMN e la fine del tour nei club a maggio, Tananai ritorna sui palchi d’Italia con il tour estivo 2022 (e, momentaneamente, cinque appuntamenti nel 2023 a Napoli, Roma, Firenze, Padova e Milano). Il tour ricoprirà per la maggior parte i festival dello stivale tra giugno e settembre: è partito il 2 giugno allo Straborgo Festival di Livorno e terminerà il 7 settembre al Castello di Santa Severa a Santa Marinella (RM).
L’ultima data di giugno si svolgerà il 21 all’Oltre Festival di Bologna, dove l’artista ha già suonato in passato per un pubblico ancora limitato rispetto a quello che lo attende a questa data.
Il tour è per il giovane cantautore milanese un’occasione per portare live, oltre ai suoi successi, anche il nuovo brano in collaborazione con Mara Sattei e Fedez La Dolce Vita, uscito il 2 giugno e confezionato alla perfezione per la stagione estiva.
Dopo le date nei club (tutte sold out) di maggio è ufficialmente cominciato il tour estivo 2022. Suonerai ai principali festival italiani tra giugno e settembre. Come ti senti? Avevi mai intrapreso un tour di questo tipo?
Sono felicissimo di continuare a suonare, ho un lungo tour estivo appena iniziato e voglio fare più date possibili! La musica dal vivo è ogni volta diversa, quindi ogni data sarà un’esperienza unica e differente dalle altre. Avevo già suonato nei festival, ma in contesti molto più piccoli e con molte meno persone ad ascoltarmi, è la prima volta che mi approccio a un calendario così ampio e in luoghi così grandi.
Sembra che si stia molto lentamente tornando ad un concetto di normalità ai concerti, e questo ovviamente vale anche per festival e club. Questo ovviamente comporta un rapporto diverso con il pubblico rispetto a 2020 e 2021. Come stai vivendo il rapporto con i tuoi fan?
La cosa che mi rende più felice di suonare live è avere la possibilità di incontrare il mio pubblico che sto conoscendo ora, per la prima volta. Ogni città ha un pubblico diverso, ma il denominatore comune di chi mi ascolta è l’affetto e la gioia che mi trasmettono ogni volta. Dei miei fan apprezzo tantissimo il fatto che condividano la mia stessa ironia e voglia di far festa, ma anche il rispetto per gli altri. Non vedo l’ora di abbracciare tutti.
A proposito di 2020 e 2021: in un modo o nell’altro già nel tuo singolo Maleducazione (2021) si può intendere, ma come hai vissuto il biennio 20/21 tra quarantene, lockdown e restrizioni? Sia artisticamente che umanamente parlando.
Sono stati due anni difficili, come per tutti. Quando è partito il lockdown stavo per iniziare il mio primo tour dopo l’uscita dell’EP “Piccoli Boati”, quindi è stato un percorso interrotto a metà, ma direi che l’attesa adesso è stata ripagata enormemente. È stato un periodo in cui ho prodotto molto, suonato, scritto, ma mi sono preso anche un momento per me stesso, per capire che direzione volessi dare alla mia vita, artistica e personale.
Sempre nel 2021, periodo relativamente poco prolifico per la musica, esce il tuo spacca-classifiche BABY GODDAMN, che però ha raggiunto un successo incalcolabile nello stivale dopo la tua partecipazione a Sanremo. Quando hai scritto il pezzo avresti mai immaginato questa esplosione? Hai qualche aneddoto/antefatto legato a questo singolo?
“Baby Goddamn” è una canzone a cui ho sempre tenuto molto e ho sempre creduto nel suo potenziale, anche perché racchiude bene la mia anima più elettronica da produttore e quella da cantante. Sono contento che la gente la stia amando e che si scateni quando la suono live. È un brano che ho scritto in maniera molto veloce. Un giorno, subito dopo la riapertura delle regioni dopo il primo lockdown, sono andato a trovare il mio migliore amico e ci siamo messi a fare un po’ di musica. “Baby goddamn” è nata nell’arco di quella giornata e sono sempre stato molto fiero di quanto è uscito, fossi rimasto anche l’unico ad ascoltarlo.
Quest’anno hai, appunto, partecipato al Festival di Sanremo. Come hai vissuto l’esperienza? Senti che ti abbia in qualche modo cambiato a livello artistico?
Sia a livello personale sia a livello artistico penso sia stata una delle esperienze più forti della mia vita. È un frullatore di emozioni e quello che mi ha salvato è esserci andato senza pretese o aspettative: volevo solo divertirmi e far conoscere la mia musica il più possibile. A livello artistico mi ha fornito moltissimi spunti anche per la mia musica futura e per capire come approcciare il palco e gestire l’emozione.
È uscito il nuovo singolo Dolce Vita, con la collaborazione di Fedez e Mara Sattei. Come è nata la collaborazione? Come ti sei trovato con loro? Se potessi definire il singolo con una sola parola, quale sceglieresti?
Fedez mi ha proposto di scrivere una parte per il pezzo, abbiamo trovato la quadra giusta e alla fine è uscita una canzone che riesce a rappresentare gli stili e la personalità di tutti e tre. Con Fedez e Mara mi trovo molto bene, siamo solo all’inizio di questo percorso, ma siamo entrati subito in sintonia. Per me “La dolce vita” è spensieratezza.
Nel 2018 è terminato il tuo primo progetto discografico Not For Us. Cosa ti porti ancora dietro da quell’esperienza e cosa senti di aver lasciato indietro? In futuro pensi di portare ancora qualcosa su quello stile elettronico o senti di averlo abbandonato del tutto?
Non penso abbandonerò mai del tutto il mio passato da produttore di musica elettronica, fa parte di me ed è un lato della mia carriera e persona a cui tengo molto. Tutt’ora mi piace sperimentare con i suoni, produco le mie canzoni e anche durante i live una parte è dedicata all’elettronica e ai dj set per far ballare la gente.
Porti attualmente un genere che è tutto tuo, che ovviamente è stato costruito nel corso della tua carriera. Durante la tua formazione artistica, hai avuto dei punti di riferimento in particolare? Chi definiresti come le tue più grandi ispirazioni?
La mia più grande fonte d’ispirazione sono stati sicuramente i Linkin Park, perché univano sonorità elettroniche al rock e le melodie sono fantastiche. Ancora oggi penso di scrivere ispirandomi molto a loro. Poi sono stato fortemente influenzato da tutto il genere elettronico e tecno, uno dei miei produttori preferiti è Flume, un australiano davvero forte.
La tua ultima data di giugno sarà l’Oltre Festival di Bologna, il 21. Bologna è un po’ la “capitale dell’indie” italiana: ci hai mai suonato prima? Hai già partecipato a questo festival? Aspettative?
In realtà ho già suonato una volta a Bologna, proprio all’Oltre Festival, ma era tipo nel primissimo pomeriggio, su uno stage piccolino davanti a 20 persone. Devo dire che è bello vedere come stanno cambiando le cose in positivo. Attualmente non ho aspettative, ma in generale nella mia vita tendo a vivere e godermi il momento e l’esperienza così com’è, forse è anche uno dei miei punti di forza maggiori.
Cosa devono aspettarsi i tuoi fan dai tuoi live in questo tour?Ci saranno momenti diversi, alcuni in cui si ballerà, altri in cui ci si abbraccerà, momenti più intimi e altri di festa. Suonerò con la mia band, ma su alcune canzoni sarò da solo al pianoforte e proporrò anche una sorta di ibrido tra live elettronico e dj set. Sarà uno spettacolo molto spontaneo, anche perché il pubblico cambia di volta in volta e con lui il mio approccio, sono molto curioso di vivere ogni volta una città e un pubblico diverso.