Interviste

Roberto Lobbe Procaccini, un favola di antieroi (Im)perfetti Criminali

Published

on

Roberto Lobbe Procaccini ha firmato la colonna sonora di “(Im)perfetti Criminali”, film di Alessio Maria Federici prodotto da Sky Original: le tracce che seguono la vicenda degli antieroi protagonisti del film sono 22, e sono state concepite come un vero e proprio racconto in grado di riassumere ed amplificare il mood del film.
Procaccini ha creato un mondo sulle sonorità tipiche degli action movie anni ’70, fra azione e commedia, con la partecipazione delle voci femminili: cantano infatti Barbara Eramo in “Behind your eyes” ed Eva Pevarello in una cover di “Creep”. La colonna sonora è disponibile, ed è stata pubblicata da FM Records.

La musica per film, le colonne sonore e quanto riescano a migliorare un film mi hanno sempre affascinato. Quindi: come funziona? Da cosa parti per costruire un tema, dare atmosfera a una scena, riempire di suoni un film?
Personalmente mi piace moltissimo leggere la sceneggiatura e far volare la fantasia immaginando il mondo, le scene, le ambientazioni, i dialoghi. Da lì comincio a scrivere musica, cercando di delineare tutto l’immaginario. È un momento totalmente libero e creativo che mi permette di scrivere piccole suite di 2-3 minuti con diversi mood che si susseguono. Spesso poi, se l’intuizione è giusta, questi spunti si tramutano in temi che poi verranno declinati nei modi più appropriati o adatti sulle scene del film. Può poi succedere che guardando le prime immagini mi renda conto che forse invece serve altro e allora riparto da zero. A quel punto si cambia registro e cerco di immaginare il complemento giusto per enfatizzare un mood o sottolineare un personaggio.

Visto che parliamo di colonne sonore: ci sono film che hai visto e che ti hanno fatto pensare Oh, vorrei fare musica per qualcosa del genere!”. Per che tipo di film vorresti lavorare, e magari non ne hai ancora avuto occasione?
Si, certo. Spesso mi accade guardando un bel film, e siccome se è tale vuol dire che anche la colonna sonora funziona bene, la domanda che veramente mi pongo è: avrei saputo fare un lavoro altrettanto di livello? In quale altro modo avrebbe potuto essere approcciato? In generale quindi è sempre un momento di studio e apprendimento, non di ‘io avrei fatto così’. Non penso di avere un genere preferito rispetto ad altri, anche perché poi tutto dipende sempre dalla qualità intrinseca del film indipendentemente dal mondo a cui fa riferimento. Allora parliamo di registi, e se proprio posso sognare alcune collaborazioni i primi nomi che mi vengono in mente sono Paul Thomas Anderson, David Lynch, Martin Scorsese, Spike Lee.

Domanda improbabile: ci sono strumenti musicali che si adattano meglio a un film piuttosto che a un altro? Mi viene in mente larmonica con Ennio Morricone e il tema di Armonica (appunto), ma poi larmonica a bocca è stata usata per un sacco di altre cose diverse. Ci sono suoni che si legano perfettamente a certe sensazioni?
Il genio di Morricone è stato anche quello di creare dei suoni e dei timbri talmente peculiari da diventare un marchio identificativo: il fischio, la dulceola, il flauto pan, le voci e decine di altri ancora, tutti con una funzione ben precisa ed inseriti magistralmente all’interno di un tessuto orchestrale più tradizionale. In generale credo che non esista una regola: qualsiasi suono può essere giusto o completamente sbagliato, dipende dal ruolo, dalla funzione e dalla capacità di trasmettere esattamente ciò che è nelle intenzioni del compositore e più in generale del film. Rimanendo nel solo ambito orchestrale e per linee molto generiche, gli archi sono da sempre delegati ad una funzione emotiva, gli ottoni a quella di forza e impatto, i legni ad una magari di sospensione. Ma intervengono mille altri fattori: l’altezza, la dinamica, la pronuncia..

Che effetto fa vedere un film e sentire la tua musica nello stesso momento? Ci sono momenti in cui pensi “Questa musica ci sta proprio bene”, o in cui pensi Il ritmo qui poteva essere diverso, potevo fare qualcosa di diverso, non mi suona come dovrebbe?”
Assolutamente, mi succede sempre. Èun processo inevitabile credo, perché mentre si lavora si insegue la perfezione e poi spesso per qualche motivo non si riesce mai ad ottenerla. Ma alla fine è anche un modo per imparare a migliorare per la prossima volta.

Dall’ ascolto, e da qualche informazione, mi pare di aver capito che non ci siano temi dedicati ai vari personaggi di Imperfetti criminali, ma più una colonna sonora che racconta il mood del film. Come ti sei trovato a lavorare così? Immagino che un tema aiuti, nel caso dei film: se appare un personaggio ci puoi mettere variazioni sul tema e magari da una mano a creare la musica?
Per questo film ho scelto di non creare temi ad hoc per ogni singolo personaggio. Essendo un’opera corale sarebbe stato un po’ confusionario e credo controproducente. Ho preferito scrivere dei temi che accompagnassero il mondo, il contesto, l’azione corale piuttosto che il singolo. Temi che poi si rincorrono e si mescolano l’uno con l’altro, creando germogli diversi dalle stesse radici. In questo modo ho cercato di collocare i protagonisti sullo stesso piano e nello stesso ambito creando un suono che li accomunasse, invece di distinguerli. Solo Luana ha un suo tema (che poi si sviluppa andando a mescolarsi con quello principale del film), proprio perché il suo ruolo è diverso per natura narrativa.

Non lavori solo per il cinema: che differenza c’èfra lavorare per te stesso e scrivere musica per un film?
Cambia moltissimo per certi versi, non cambia nulla per altri. Cambiano le immagini per le quali vuoi creare dei suoni, ci sono dei dialoghi e c’è un discorso di funzionalità della musica rispetto alle esigenze di una scena o di una sequenza. Alle volte una nota è poco, tre sono troppe; devi trovare la giusta chiave di interazione e non è semplice. Ciò che non cambia mai però è la propria sensibilità e il proprio modo di approcciare un racconto.
Nel caso del mio disco le immagini me le sono un po’ create in mente, ed è stato bellissimo scoprire che forse sono stato in grado di trasmetterle a chi lo ha ascoltato. E anche se ovviamente avevo massima libertà espressiva, ho mentalmente messo dei paletti per disegnare un percorso, esattamente ciò che accade quando lavori su un film: i paletti non li metti tu, ma il percorso devi comunque crearlo.

Exit mobile version