Interviste
Piqued Jacks, da Pistoia a Milwaukee con spensieratezza, sciallitudine, tranzollanza e presobenismo
I Piqued Jacks sono la prima e, per ora, unica band italiana ad essere salita sul palco del Summerfest di Milwaukee appena prima dell’headliner, Chevelle, hanno tre nuovi singoli in giro (“Sunflower”, “Everything South” e “Particles”) e suonano da anni in giro per la penisola, l’Europa e gli Stati Uniti. Pistoiesi dediti all’alternative rock, hanno all’attivo quattro dischi in studio, tre EP e la vittoria al Sanremo Rock nel 2019.
Ma ecco la cosa più importante di tutte: dal vivo demoliscono il palco. Quindi andateli a vedere.
Vi ho visti dal vivo un paio di volte, se non mi sbaglio avete suonato a Prato al Settembre Prato è spettacolo e a B Side Festival. Fra l’altro ho anche i vostri dischi, ma magari dovevo dirlo dopo che sennò si capisce che sono una fan e non sembro più seria, ma ormai l’ho scritto e mi fa fatica cancellarlo. Detto questo: avete un nuovo singolo, un video registrato negli Stati Uniti, ma quello che vorrei sapere adesso è come vi sentite a poter tornare a suonare su un palco con tutti i crismi e senza le restrizioni?
Hai fatto bene a dirlo invece, per una volta facci fare i raccomandati. Mettere i piedi sul palco fa sparire qualunque pensiero e dimenticare anche tutto il tempo che siamo stati a impazzire dietro alle dirette in streaming, anche se più ci tengono fermi e più ci viene voglia di demolire il palco. Vedere la gente saltare sotto il palco e potercisi buttare in mezzo a ballare è una cosa che ci mancava tantissimo, è la dimensione più nostra e ne abbiamo bisogno per stare bene. Quindi in due parole: stiamo bene.
“Sunflower” mi sembra un brano più immediato rispetto al resto della vostra produzione, forse più semplice (e semplice non significa peggiore): è solo un’impressione mia o c’è qualcosa di vero?
È assolutamente come dici. Ogni volta che ci siamo messi al lavoro su musica nuova abbiamo sempre cercato di liberarci del superfluo e fare un passo avanti verso la semplicità e l’essenziale. Siamo felici che tu lo abbia sentito, “Sunflower” ha un approccio diverso e rappresenta qualcosa di nuovo per la nostra discografia. Cercavamo proprio qualcosa di immediato, che potessimo suonare con la testa tra le nuvole e che trasmettesse spensieratezza, sciallitudine, tranzollanza, presobenismo insomma.
Ci raccontate qualcosa di Musexpo? Come funziona, come vi siete trovati, come siete stati accolti e come ci siete finiti?
Musexpo è uno showcase festival di Los Angeles, una sorta di Comicon della musica (detta malissimo ma almeno vi fate un’idea) dove le band suonano di fronte ad altri professionisti del settore, che arrivavano da MTV, Universal e un sacco di altri nomi che finiscono per consonante. Siamo stati selezionati dal festival nel 2020, ma una settimana prima della partenza: lockdown! Quest’anno finalmente è arrivato il nostro momento e appena lì abbiamo praticamente preso a cazzotti il palco. Il delirio è stato così potente che gli organizzatori ci hanno chiesto di tornare per una seconda sera, sempre durante il festival. Abbiamo goduto tantissimo e non c’è stato nessun ferito.
Visto che ci siamo: suonerete al Summerfest di Milwaukee. Non so quanto abbiate suonato in periodo pandemico, ma immagino sia un’accelerata da 0 a 100 in 2 secondi. Come vi sentite?
Questo live è davvero surreale anche a pochi giorni dalla data, il Summerfest è stato per anni il festival più grande del mondo e noi abbiamo scoperto di essere la prima band italiana di sempre a suonarci. Fa un discreto effetto e siamo impazienti come un cane davanti all’osso, abbiamo uno slot da un’ora e 15 subito prima dell’headliner (Chevelle) in un’arena da 12000 persone, probabilmente salire sul palco renderà tutto ancora più difficile da descrivere. Siamo felici e orgogliosi di quello che facciamo, essere al Summerfest sarà per noi anche una rivincita sul circuito italiano, dove queste occasioni per band indipendenti sono tristemente impossibili. Faremo un fuoco bello alto, guardateci da qua.
P.S. Il 29 luglio il casino invece lo facciamo a casa, a Buggiano (PT). Vediamoci lì, Valentina!