Interviste

Gaetano Nicosia: tra potere brutale e amore senza fine, ecco SPARARE A VISTA

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Per più di vent’anni avvocato a Milano, musicista con attualmente due album all’attivo: questo è Gaetano Nicosia, che il 16 settembre pubblica il suo secondo disco Sparare a vista
Uscito a distanza di due anni dal primo lavoro SENZA STORIA, il nuovo concept album segue le vicende del libro Perché non sono nata coniglio”, biografia della staffetta partigiana nonché insegnante e preside Lydia Franceschi

Sparare a vista è ruvido, crudo, narra una violenza ripetuta e riecheggiata nel corso degli anni nel nostro paese, l’ombra incombente del potere, inarrestabile ed immensamente più grande di noi; dall’altra parte però coesiste una componente più intima, il rapporto tra una madre ed il defunto figlio, il lutto, la convalescenza, la lotta e la resistenza. 
Un disco pertanto denso a livello di tematiche ma anche a livello di suoni: il genere dominante è il punk-rock nostrano degli anni 70-80, furioso e politicamente ingaggiatissimo. Complice anche Simone Filippi, batterista degli Üstmamò, che ha prestato batterie e studi del gruppo alla realizzazione del disco e che, inevitabilmente, ne ha “contaminato” (in positivo) il risultato finale. 

Nei suoi nove brani Sparare a vista racconta una storia carica di significato e modernissima, che specialmente in questo periodo assume un ruolo totalmente e positivamente educativo. 
Ascolto consigliato caldamente. 

Il 16 settembre esce il tuo secondo disco, Sparare a vista. Il disco è un concept album il cui filo narrativo segue il libro “Perché non sono nata coniglio”, storia dell’insegnante e staffetta partigiana Lydia Franceschi (venuta purtroppo a mancare lo scorso anno). Come è nato il concept per un disco a partire da questo libro? Quando è stato il momento in cui hai deciso di portare questo testo in musica?

È stato un movimento molto naturale, forse ho il concept album nelle vene. Fino ad oggi, infatti, ho pubblicato due dischi ed entrambi sono concept album, anzi, ora che mi ricordo, del primo dovrei fare la seconda parte. Con questa inclinazione mi capita che se qualcosa mi stimola mi porta in quella direzione. In questo caso è stata la lettura del libro “Perché non sono nata coniglio” scritto dal collettivo N23 di cui fa parte un mio caro amico, Claudio Jampagliache ne è anche il curatore. Letto nell’estate 2021, a febbraio 2022 il disco era pronto. Nel caso del primo disco, a ispirarmiinvece, è stato il batterista amico, con cui suonavo all’epoca, Guglielmo Campione, psicanalista, scrittore e poeta pluripremiato. Una sera di tanti anni fa è entrato in sala prove e ha detto: “Ragazzi, dobbiamo muoverci a fare il disco,perché l’otorino mi ha detto che rischio di diventare sordo da un orecchio”. E da quella semplice frase è nata la storia di “Senza Storia”. 

Durante l’ascolto ho percepito due tematiche chiare nel grande quadro drammatico che è il concept: da una parte il terribile lutto di una madre che ha perso il figlio, una sorta di rapporto extrasensoriale tra i due che trascende la morte; e dall’altra invece il viscerale e crudo rapporto con il potere, un eco rancoroso di un periodo mai veramente passato e sempre fin troppo moderno. Senti che una di queste due componenti sia più forte dell’altra all’interno del tuo lavoro? Ci sono altre sfaccettature che non ho considerato e che porteresti a galla per gli ascoltatori?

I temi sono sostanzialmente quelli che hai detto. Sotteso, però, c’è anche il tema della forza, della perseveranza e della speranza. La forza di voler rispondere con l’amore alla violenza inaudita e senza senso. La perseveranza di Lydia su questa strada. La speranza che la sua storia ci consegna.  La storia di Lydia ètravolta dalla violenza insensata di un potere cieco. Eppure, alla fine della sua storia non vincono i cattivi, quelli che le hanno ucciso la madre, il padre, il figlio. Alla fine, è lei che vince con l’amore e con il progetto di amore. Non l’ho conosciuta e mi dispiace, ma sicuramente se n’è andata con il cuore in pace, colmo di amore per i ragazzi, per i suoi ragazzi. Tutti si ricordano di Lydia, nessuno si ricorda dei suoi carnefici. E non c’è nulla diretorico in questo, sono solo i fatti. 

Sparare a vista vede alla batteria Simone Filippi degli Üstmamò, band il cui studio ha ospitato parte della registrazione del disco. Come nasce questo sodalizio? Visto che tematiche e genere dell’album comunque in qualche modo si prestano, quanto senti che il prodotto finale sia influenzato dal gruppo e dal loro genere?

Flavio Ferri è il grande alchimista di questa formula musicale. È lui che, ascoltate le bozze dei miei brani, ha pensato subito a Simone. E, come al solito, ci ha azzeccato in pieno. Come si dice:sempre gli affini si incontrano. Certamente con Simone c’è stata subito grande intesa, umana e musicale. Lui si è divertito un mondo a suonare e registrare i pezzi e io mi sono divertito tantissimo ad ascoltarlo e mi sono goduto come un matto il risultato finale del suo splendido contributo. 

Oltre ad essere un musicista sei un avvocato. Senti che le tue due professioni convergano nella tua quotidianità? 

Nella musica seguo l’istinto e anche nella professione, dove percorro sempre strade poco battute. Negli ultimi 10 anni mi sono appassionato ai temi della negoziazione e di un approccio collaborativo, che tiene in grande considerazione le relazioni, anche nel conflitto, e che fa di tutto per attivare le risorse di chi nel conflitto si trova. Come mi ha detto una volta Paolo Ragusa, formatore con cui ho lavorato parecchio: Se hai un problema è perché hai le risorse per affrontarlo. In questo senso musica e professione, per come le pratico, si avvicinano: stimolano le risorse dell’altro.

All’uscita del disco seguiranno delle date in live? Cosa deve aspettarsi qualcuno che non ti ha mai visto dal vivo da un tuo concerto?

Che salga sul palco! Scherzo, ma mica tanto. Comunque, sì certo,mi sto muovendo per organizzare incontri e possibilmente live,anche se non è facilissimo. Ho in programma un evento con Radio Popolare il 10 novembre, una chiacchierata durante la quale suonerò e dove mi auguro sarà presente anche Cristina Franceschi, sorella di Roberto e presidente della Fondazione a lui dedicata. Poi ci sono altre cose in ballo, ma al momento sono idee, progetti in lavorazione, appena saranno un po’ più concrete le comunicherò.

Vuoi dire qualcosa ai tuoi fan?

Sì, andiamo a berci una birra insieme!

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