Interviste
Alex: dopo Amici il nuovo album “Ciò che abbiamo dentro”
Torna in scena il cantante Alessandro Rina, in arte Alex, con il suo nuovo lavoro nonché primo LP Ciò che abbiamo dentro.Partecipante e finalista della scorsa edizione di Amici, Alex ha già pubblicato ad inizio anno un EP (Non siamo soli)contenente i sei brani inediti portati durante la trasmissione; dopo una serie di date live tra agosto e settembre pubblica il singolo Mano Ferma, annunciando poi l’uscita dell’album prevista per il 4 novembre.
Ciò che abbiamo dentro contiene undici tracce estrapolate da diversi periodi passati dall’artista, raccontando i suoi pensieri circa il cambiamento, la paura, il passare del tempo ed il sentirsi “casa” per qualcuno. L’album non contiene featuring, riprova ulteriore del suo stampo intimista (che molto compete al cantante e pianista comasco).
Per presentare l’album Alex si esibirà dal vivo in due eventi: il 9 novembre all’Atlantico di Roma ed il 23 novembre al Fabrique di Milano.
Ho avuto la possibilità di fare ad Alex un paio di domande su album, singoli, Londra e concerti dal vivo.
Nel post che hai fatto su Instagram per annunciare Ciò che abbiamo dentro hai scritto una cosa che ha particolarmente attirato la mia attenzione: “ho scritto tanto dentro vari periodi”. Intanto, quando è cominciata effettivamente la lavorazione del disco? E quali (o quanti eventualmente) sono questi periodi di cui parli?
Dunque, ho iniziato subito a scrivere appena pubblicato l’EP. Ma lo faccio sempre, anche adesso sto già scrivendo canzoni per un eventuale futuro, quindi a mi trovo a scrivere abbastanza in generale. Mi piace l’idea di poter fare uscire tanti pezzi. In un anno adesso sono sedici pezzi, quindi direi che i pezzi non mancano, ecco. Per quanto riguarda i periodi: Quanto pesa la città è un brano che ho scritto dentro Amici, è rimasta una bozza, e proprio per questo quando la risento mi accorgo che è qualcosa che ho scritto diverso tempo fa. Ciò che abbiamo dentro e Non ho paura nascono nel 2019, per la prima c’era solo il pezzo iniziale e parlava proprio di altro.; dopo i primi concerti mi sono ritrovato con quegli accordi che ho riarrangiato basandomi sui concerti. Sono tutti momenti dell’estate passata, di Amici, delle persone che mi circondavano dal lato artistico e umano, ci sono cose anche molto personali che vivo e vivevo in quei giorni.
Mano Ferma è il singolo che ha anticipato l’album e il 24 ottobre è uscito il suo videoclip su YouTube. Il video si svolge a Londra, una città abbastanza simbolica nella tua carriera. Cosa significa per te Londra? Qual è il suo ruolo nella tua vita artistica e umana?
Londra, ma in realtà l’Inghilterra in generale, è l’inizio del mio “rischiare”. Devo andare sempre per le cose che mi sento di fare, non posso fermarmi al “qua è meglio”, quando sono tornato qui tutti mi chiedevano “ma perché torni se laggiù andava tutto bene?”. Poi ho scelto di scrivere in italiano perché mi ha sempre affascinato la capacità della lingua italiana di dire molte cose in mille modi diversi. Sono voluto poi tornare a Londra per tornare indietro al momento prima di iniziare a fare quello che volevo e mi sentivo di fare, avevo bisogno di tornare indietro ad un periodo di rischio per riprovare quelle sensazioni.
Ora hai due eventi live, uno all’Atlantico di Roma il 9 novembre e uno al Fabrique il 23 novembre: cosa deve aspettarsi da questi concerti una persona che non ti ha mai visto live?
Beh sicuramente che canto. E che non sono in playback! No, a parte gli scherzi, sicuramente vorrei che pensassero ad un senso di unione, al perdere la voce. Almeno, io vado lì per quello, esco da un mio concerto e ne esco senza voce. Non importa se non canto bene, se sbaglio, vado lì per stare bene e mi piacerebbe che anche il pubblico sentisse questo tipo di sensazione.