Interviste
Boosta, il terzo capitolo di “Post piano session” è un’esplorazione dell musica
Davide Di Leo, conosciuto dai più come Boosta dei Subsonica, è tornato con il nuovo album solista: “Post piano session”. Il “post piano” è l’evoluzione del pianoforte e del suono nella sua visione musicale, una visione in continuo mutamento che usa la curiosità come motore, e che gli ha permesso di realizzare le sei suite che compongono il disco.
“Il terzo nastro vuole essere un omaggio alla (s)composizione armonica del novecento, un secolo di libertà in cui il vincolo dell’armonia viene rotto e il patto con l’ascoltatore si fa più profondo e denso, più impegnativo e gratificante – ha detto Boosta – Tape\3 è dedicato all’evoluzione dell’ascolto attraverso la libertà del compositore”.
Ecco le date in arrivo.
18 novembre – Capitol – PORDENONE
20 novembre – Monk – ROMA
Sono disponibili le prevendite al seguente link: www.kashmirmusic.it/tour/boosta-postpianosession/
“La stanza intelligente”, “Facile” e ora “Post piano session”: anche dal titolo dell’ultimo lavoro sembra che tu abbia cambiato registro, prendendo questo disco come un lavoro compositivo e non solo come un album. E’ così?
Io amo la musica, e amo il suono.
Credo nell’assunto che sia la forma d’arte più fondamentale nella vita dell’uomo. E’ uno stato naturale, quello del compositore, tirare fuori idee in forma grezza e poi cominciare a dar loro una forma.
Post Piano Session possiamo definirlo la mia calligrafia attuale.Tutti cambiamo pelle per conseguenza del fatto che cresciamo, cambiamo interessi, modifichiamo il pensiero e il ragionamento, evolviamo.
Questo concept album (perché di questo si tratta) è la mia mappa per guidarmi attraverso un viaggio che amo: il suono, il pianoforte e l’elettronica, le mie grandi passioni.
Un disco solo sarebbe stato come visitare luoghi dal finestrino di un treno, senza permettersi il tempo di scendere e provare a vivere un po’ meglio i luoghi.Per fare la musica, e per ascoltarla, serve più tempo.
Sempre sullo stesso tema: cosa intendi quando dici “post piano”? La sperimentazione fra elettronica e musica suonata con strumenti “tradizionali”, le possibilità di sperimentazione che danno? O cos’altro?
C’è una esplorazione del suono che comincia a essere più approfondita e libera.
In piccolissimo, è come quando nel novecento tutta un’ondata di artisti ha sentito l’esigenza di infrangere il canone e scrivere pagine nuove. Io ho iniziato un percorso a cui mi sto velocemente attaccando. Sto diventando avido e dipendente dall’evoluzione.
Forse è urgenza di essere sempre vicino alla musica, che è quello amo, forse è un processo naturale. Ma finché sento la necessità di questo credo che sia tutto a posto.
Domanda vagamente strana: sono stata a Torino più di una volta, e quella città da un’impressione particolare. E’ come se sotto i vialoni e le piazze gigantesche si nascondesse un mondo sotterraneo (mi vengono in mente i Murazzi, ma c’è un sacco di altra roba). Un po’ alla Nessun dove di Neil Gaiman. Quanto influisce Torino sulla tua musica, visto che sia i Subsonica che tu, da solista, mi sembrate molto legati alla città?
Prima ancora di Gaiman c’è stato un scrittore che ha una storia stranissima, si chiamava Giorgio de Maria. Nel 1977 scrisse un libro che dovresti leggere “Le venti giornate di Torino”.
Un libro vaticinante e distopico, come se fosse stato scritto da un veggente, non voglio fare spoiler, ma ci sono tutti gli elementi che hai citato…Torino è una città potente, ha un energia particolare che, forse per latitudine, rimane il più delle volte sotterranea, ma la corrente è sempre forte.
Hai detto che questo disco è la “colonna sonora dei pensieri di chi lo ascolta”. Mi ricordo che da piccola, quando i miei mi portarono a vedere una mostra di Mirò, mi dissero che i suoi quadri erano “quello che ci vedevo” e non solo quello che lui aveva dipinto. Funziona allo stesso modo? Anche tu fai musica “astratta” in questo senso?
La musica, ma l’arte in generale, è uno strumento. Ognuno ha il diritto e il dovere di utilizzarla nella propria vita come meglio crede.
E’ perfetta, perché l’artista la realizza per un motivo, il fruitore dà il significato che serve a lui. A volte seguendo il filo del ragionamento, o del sentimento, di chi la creata, molte altre volte facendone un proprio personale uso.
D’altronde, cultura o non cultura, il rapporto è binario.
Mi piace/non mi piace.
Mi attrae/mi respinge.
Il Boosta dei Subsonica e il Boosta solista sono nati insieme o il secondo si è staccato dal primo con il tempo?
Sono nati insieme ma hanno avuto una sviluppo di verso, il primo è entrato nella pubertà molto prima… il secondo si è preso più tempo…
Tracklist:
Beriomoto
Forgive
Poliamoroso
Reset
An Ordinary day
Schizofrenia