Editoriali

Bad Bunny: Artist of the Year 2022 per Apple Music e la nomination ai Grammys

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Sulla cresta dell’onda targata musica latina c’è oggi un nome ben preciso: Bad Bunny. È già due anni di fila che Spotify si inchina ai numeri di questo inaspettato hitmaker: ben 3 album usciti nel 2020 dai quali ha ottenuto numerosi riconoscimenti anche nel 2021. Il 2022 è stato l’anno di Un Verano Sin Ti, ultimo disco del cantante portoricano che ha sradicato le classifiche mondiali e colonizzato le emittenti radiofoniche, guadagnandosi la nomination per Album of the Year ai Grammys. Tante hit, a cominciare da Moscow Mule, ma anche tanta innovazione con soluzioni stilistiche che passano dal reggaeton con influenze tech house e psych, alle sperimentazioni con synth senza beat della title track. 


Grazie al suo successo planetario, Apple Music ha deciso di conferire a Bad Bunny il titolo di Artist of the Year. Secondo la piattaforma di streaming di casa Cupertino, Un Verano Sin Ti ha saputo rappresentare al meglio lo spirito di rinascita del 2022, anno delle grandi riaperture post-pandemia: finalmente si torna a ballare senza distanziamenti, mascherine e, soprattutto, senza paura.


Il video di presentazione del premio, visibile su YouTube, ha l’impostazione del documentario: Bad Bunny racconta brevemente la sua carriera da musicista, cosa lo ha spinto a lasciare l’università per perseguire il suo sogno come quello di tanti altri: diventare un musicista. Racconta dell’affetto e l’appoggio ricevuto dai genitori in questo, del rapporto sempre puro e genuino che mantiene con la madre. Si apre parlando del disco prima e dopo l’uscita, spiegando la sua prima volontà di realizzare un prodotto che fosse fresco, ricco di mescolanze stilistiche, riflessivo ma anche ballabile; confezionare un mix di sensazioni per qualsiasi mood. Nel video si respira anche lo spaccato fra successo internazionale in rapporto alle sue origini, un incontro fra due realtà molto diverse che si manifesta attraverso le immagini dei concerti a Porto Rico, a detta del cantante un momento in cui “tutta l’isola era connessa in un unico punto”. E poi, un elogio ai portoricani e la dedica del titolo alla sua gente che ha sempre il sorriso stampato nonostante le innumerevoli difficoltà. Con un contrasto non molto azzeccato in termini di outfit – si presenta sul set con bandana Louis Vuitton in testa – cerca di far apparire la persona dietro al personaggio, togliersi la maschera e mostrarsi da essere umano capace di sentire, soffrire e sognare allo stesso modo degli altri.


Nell’insieme, il traguardo raggiunto, accostato alle precedenti certificazioni di casa Spotify, è il risultato dell’evoluzione della scena reggaeton e, più in generale, della musica latina commerciale. Tutti gli Enrique IglesiasLuis FonsiDaddy YankeePlan BNicky Jam e J Balvin che si sono fatti strada nella scena pop internazionale hanno un’altra punta di diamante da aggiungere alla collezione. Da genere underground negli anni ’80 e ’90 a fenomeno di culto negli anni 2000 e 2010, fino all’uscita di Despacito nel 2017 che conquistò gli Stati Uniti e l’intero mondo anglosassone, ultimo grande baluardo per il genere. Da quell’anno un’escalation di premiazioni, Grammy e riconoscimenti al reggaeton: di sicuro il perfetto incontro tra cultura pop e urban. Nulla di inaspettato dunque, Bad Bunny Artist of the Year riflette appieno la tendenza attuale… e a dire il vero non è neanche così male.

Articolo di Riccardo Impagliazzo.

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