Interviste

Charlie Risso, un viaggio dentro se stessi attraverso The Light

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È uscito il 4 novembre il nuovo EP della cantautrice genovese Charlie RissoThe Light. L’extended play esce a due anni dall’ultimo disco Tornado e segna un passaggio netto dal folk/electronic rock ad un sognante shoegaze. La svolta avviene in collaborazione con Federico Dragogna (Ministri) in veste di produttore artistico, trasformando l’EP in un ponte perfetto tra Tornado ed il prossimo disco, previsto per il 2023.

Le quattro tracce di The Light percorrono un viaggio contemporaneamente esterno ed interno a noi stessi; la title trackesplora l’importanza del vissuto e delle piccole cose, l’abbandono di ciò che è superfluo per accedere ad un “piano superiore” di sé, superando la paura dell’ignoto raccontata in Into the Forest e il disagio creato dall’approccio con cambiamenti repentini (Landedon Speed), il tutto analizzando la difficoltà nel mantenere vive le proprie relazioni con gli altri (S.I.N.). 

La presentazione ufficiale dell’EP avverrà a Genova nell’area archeologica dei giardini Luzzati

Il 4 novembre è uscito il tuo nuovo EP, The Light. Terzo lavoro in studio dopo due album, uno nel 2016 e uno nel 2020. Come mai la scelta di portare un EP dopo due LP? 

È capitato quasi per caso. Subito dopo la pubblicazione del mio ultimo disco “Tornado”, oltre ai live, sono tornata a dedicarmi nuovamente alla scrittura e sono emersi alcuni brani che ho sottoposto al produttore del disco precedente Mattia Cominotto il quale ha pensato di proporli a Federico Dragogna con il quale era già in rapporti lavorativi e che all’epoca io non conoscevo. A Federico i brani sono piaciuti e di lì è nata la collaborazione. Il progetto vuole essere un progetto estemporaneo di collaborazione con un produttore diverso dal mio abituale e non a caso, si è trasformato in lavoro che simboleggia un passaggio perfetto tra Tornado ed il disco futuro al quale sono già al lavoro da mesi.

I quattro brani dell’EP sono un vero e proprio viaggio ascoltati consecutivamente. Cosa racconta questo viaggio? Qual è il concept dietro The Light?

Con The Light sottolineo l’importanza delle piccole cose, anche le più banali. Tutto si tramuta ma non scompare. Il bagaglio degli affetti e delle esperienze che abbiamo fatto e che faremo rimarranno per sempre. The Light invita a spogliarsi del superfluo per arrivare ad una maggior consapevolezza di se intraprendendo un lavoro personale a tratti spirituale ma non necessariamente religioso attraverso il mondo delle proprie paure (Into the Forest), degli attriti e del disagio di determinati contesti (Landed on Speed) e delle difficoltà nel mantenere vive le relazioni importanti (S.I.N.) il tutto contestualizzato in natura che ha per me ha un forte valore benefico. 

The Light ha delle sonorità molto nordiche, uno shoegaze freddo alla Chromatics (indicativa anche S.I.N., acronimo di summer in Norway). Intanto, come è avvenuto il passaggio dal tuo precedente folk rock a questa elettronica? E quanto è complice il mondo nordico/scandinavo in questo cambiamento?

Già in Tornado il cambiamento tra electric folk e dreampop/shoegaze era avvenuto in brani come DarkWe’re Even e Nothingat all merito dell’attento lavoro di produzione di Cominotto.Federico ha visto in me quella cantante evocativa di paesaggi nordici che effettivamente mi attraggono molto ad ai quali penso a volte quando scrivo. Inoltre ritengo che il lavoro di pre produzione e di presentazione dei lavori includesse già qualche spunto in quella direzione.

Alla produzione artistica vediamo la collaborazione di Federico Dragogna dei Ministri. Come vi siete incontrati? Lavorerete nuovamente insieme in futuro?

Penso di aver già svelato alla prima domanda le modalità in cui Federico ed io ci siamo conosciuti. La nostra è stata una collaborazione azzeccata e quando in genere mi trovo bene con un produttore come in questo caso, mi auguro certamente ci possano essere altre occasioni future.

The Light anticipa l’uscita di un full length previsto per il 2023. Puoi anticiparci qualcosa sull’album? Sarà una sorta di “sequel” oppure prenderà un’altra strada?

È decisamente un periodo bello pieno, il full length al quale sono già al lavoro da mesi, uscirà l’anno prossimo e sarà composto da undici tracce tra cui un brano in duetto con il cantante e chitarrista australiano Hugo Race noto anche per essere stato il chitarrista dei Bad Seeds band di Nick Cave.

Ora che l’EP è uscito hai già in programma qualche concerto, qualche data in live?

Pochi giorni fa ci siamo esibiti in uno spazio magico, nella liuteria di uno dei liutai più talentuosi di Genova, Paolo Sussone. Paolo è noto anche per organizzare live davvero suggestivi all’interno del suo spazio, con ospiti sempre molto interessanti. La presentazione ufficiale dell’EP però avverrà tra un paio di mesi qui a Genova nell’area archeologica dei giardini Luzzati e nel frattempo abbiamo altre date da confermare nei prossimi giorni.

Vuoi dire qualcosa ai tuoi fan?

Intanto li ringrazio per il supporto e la stima e non vedo l’ora di condividere con loro i miei prossimi lavori.

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