Interviste

Nanè, Strade è una Madeleine tutta da gustare

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Nanè, cantautrice torinese classe 2002, all’anagrafe Carola Fabiano,  rinnova la collaborazione con Big Fish e pubblica “Strade”, il suo nuovo singolo: se bazzicate su Spotify è possibile l’abbiate vista in copertina delle playlist “Scuola indie”, “EQUAL Italia”, “Novità pop”  e “Anima R&B” con i singoli precedenti, “Specchi sporchi”, “L’amore su Tinder”, “Paloma” e “L’ultimo ti amo”. Uscito il 9 dicembre scorso, “Strade” è già disponibile in presave e racconta una storia d’amore terminata, e gli strascichi che ci lascia dentro. §

Hai un sacco di singoli pubblicati alle spalle, hai di nuovo lavorato con Big Fish: c’è anche un album in arrivo? Ti piacerebbe farlo?
L’album è in corso, ci saranno delle nuove novità. È stato un anno pieno di idee e non vedo l’ora di farle ascoltare a tutti voi.

Sei una classe 2002: ora sto per farti una domanda improbabile, ma tanto è quello che faccio di solito. La prima cosa che viene da dire è “Sei giovanissima!” come se dovessimo stupirci che una donna di 20 anni sia in grado di fare musica. Quanto ti da fastidio da 1 a 10 questa cosa, se ti da fastidio? 
Effettivamente quando mi pongono questa domanda mi sento un po’ sottovalutata, come donna e per la mia età, ma alla fine lascio perdere. L’importante è il pensiero che ho io di me stessa.

Il sogno nel cassetto: dove vorresti che Nane’ arrivasse, cosa vorresti raggiungere con la tua musica?
Vorrei vivere di musica, mi piacerebbe un domani cantare sul palco di Sanremo, chissà. Spero che la mia musica riesca a tramettete degli insegnamenti e/o che possa aiutare nel momento del bisogno.

La copertina di “Strade” mi ricorda sia Harry Potter (dico cose strane, te l’ho detto) ma anche una luce negli abissi: non so se hai presente le rane pescatrici, con la loro lanternina davanti a una fila di denti enormi che serve ad attirare la preda. È sia inquietante che molto bella. Da dove nasce?
È vero (ride), tra l’altro sono una grande fan di Harry Potter. Volevamo creare qualcosa di tristemente romantico ma non di esagerato, giocando con i colori caldi e le luci, penso di aver fatto un bel lavoro.

La paura di incappare nei ricordi di cui parli è sia comune che terrificante: non è che ti salvi, magari senti un odore e BAM! Ti torna tutto in mente un po’ alla io Madeleine di Proust. Tu come te la stai cavando in questo labirinto di ricordi che non riesci ad evitare?
Basta un odore, una frase detta da qualcuno, il suono di una voce o qualsiasi altra cosa per farti tremare un secondo il cuore. A me capitava quando vedevo il modello della sua macchina vicino casa mia, ad oggi è un lontano ricordo. Le storie finiscono e ti insegnano nel bene e nel male, io ho imparato a non dipendere da nessuno.

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